Coraline: l’importanza dell’anima nell’esperienza di Neil Gaiman e nelle credenze popolari

Coraline e la Porta Magica viene considerato il film d’animazione horror per eccellenza. Solo in pochi conoscono però la vera storia che ispirò Neil Geiman.

Coraline

Tanto tempo fa, una bambina di nome Coraline viveva con i suoi genitori in una modesta casa. La piccola si sentiva trascurata e poco considerata dai genitori, costantemente alle prese con il lavoro. Un giorno, annoiata e stufa di quella situazione, si mise a curiosare tra le varie stanze di casa sua. Si accorse che in un angolo della sala da pranzo vi era una piccola porticina, che una volta aperta le mostrò un cielo stellato nonostante fosse giorno. Spinta dalla curiosità e dal coraggio, volle scoprire quello che si trovava oltre. Non appena oltrepassò la soglia di quella piccola porticina, scoprì un mondo parallelo, del tutto uguale al suo. All’interno vi trovò persino una copia esatta dei suoi genitori che, a differenza dei veri, erano molto più premurosi e amorevoli, se non fosse per un particolare inquietante: al posto degli occhi essi avevano dei bottoni.

Il piccolo Neil 

Neil Gaiman trascorse la sua infanzia ad Hampshire, una piccola cittadina del Regno Unito. A quei tempi era solo una piccola e gelida comunità, con poche case circondate a loro volta da maestosi pini secolari, che d’inverno si imbiancavano e adornavano la piccola cittadina. I crimini nella zona erano prossimi allo zero. Neil amava fare campeggio con i suoi amici, senza preoccupazione alcuna. Nulla è perfetto, si sa, e si dice che ben presto Neil e i suoi amici divennero testimoni di un macabro spettacolo. Nella periferia di Hampshire vivevano una vecchia signora e sua nipote. L’anziana, dall’aspetto spaventoso, era molto riservata e non permetteva a nessuno di parlarle. Nessuno in città aveva mai visto la bambina in viso, tranne che in sporadici casi in cui nelle vicinanze dell’abitazione si udivano risate di una bambina che giocava nel cortile. Fu questa la causa principale che spinse i membri della piccola comunità ad indagare per scoprire qualcosa sulla vita della bambina. Circolavano voci su di lei: c’era chi affermava che la bambina avesse il viso sfigurato, chi invece sosteneva che la vecchia fosse impazzita e volesse tenerla segregata. La curiosità di Neil e dei suoi amici li spinse ad indagare, per scoprire finalmente la vera identità della bambina.

The horror! The horror!

Una notte si accamparono vicino alla casa della vecchia e uno di loro, il più temerario, si avvicinò alla finestra della casa per sbirciare al suo interno. Il ragazzo vide strani oggetti antichi, ma, tra questi, alcuni confermavano la presenza della piccola. La casa aveva solo una camera da letto. La ragazzina doveva avere ormai dieci anni, e invece all’interno si trova solo una piccola culla, dove sembrava dormire un neonato. Provarono ad entrare sbirciando meglio. L’orrore si dipinse sul loro volto: videro un corpicino carbonizzato, avvolto tra le coperte. Purtroppo era ciò che la vecchia era riuscita a salvare dall’incendio, ma nel tempo al posto degli occhi aveva cucito dei bottoni. Dopo quella macabra scoperta da parte dei ragazzini, la vecchia fu trasferita in un centro di recupero mentale. Le varie indagini avevano portato alla luce tutta una serie di sconcertanti elementi: libri di stregoneria e, sotto il pavimento di legno della casa, i resti di una bambina di otto anni. La donna infatti aveva fatto esperimenti su quest’ultima per riuscire a trasferirne l’anima e lo spirito all’interno di una bambola di pezza. Voleva far rivivere la sua nipotina.

Anima e spirito 

Pensavate che non ci fosse nulla di più tetro e macabro rispetto al racconto di Neil? Vi sbagliavate, le sue esperienze personali ne sono la prova. Quello dell’anima è uno dei temi centrali del racconto, in esso riveste un ruolo molto importante, così come nella filosofia occidentale e nelle religioni. L’anima è la parte vitale e spirituale di un essere vivente, comunemente ritenuta distinta dal corpo fisico. Originariamente era espressione dell’essenza di una personalità, intesa come sinonimo di spirito. A partire dall’età moderna v,enne progressivamente identificata soltanto con la mente o la coscienza di un essere umano. Il concetto di anima compare la prima volta con Socrate, il quale ne fece il centro degli interessi della filosofia. Prima di lui, i filosofi erano soliti occuparsi di questioni attinenti al mondo o la natura, e la nozione di anima possedeva connotati esclusivamente mitologici. Negli autori epici come Omero e Virgilio, ad esempio, era assimilata ad un soffio che abbandona il corpo nel momento della morte. Allora si riteneva che essa avesse soltanto la consistenza di un’ombra, capace di sopravvivere nell’Ade ma senza più poter esplicare la sua energia vivificatrice.

La realtà del divenire

Se è difficile dare una definizione univoca a una realtà interiore così misteriosa come l’anima, è tuttavia possibile indicarla attraverso simboli. E’ quanto hanno fatto mistici di ogni tempo, ricorrendo a metafore e figure poetiche. Da questi e da altri testi risulta evidente che l’anima è una realtà interiore in divenire. All’inizio del cammino essa ha caratteristiche animali, è impulso, è energia primordiale, grezza, sfrenata. Potrà crescere e affinarsi, potrà imparare incarnandosi e vivendo tra le lezioni della vita. Potrà essere messa nelle condizioni adatte per contribuire all’evoluzione dell’individuo e del pianeta. Ma non è scontato che ciò accada. L’anima non è l’unica dimensione interiore che l’essere umano possiede, come molti pensano.

Il reame del non manifesto

L’anima è una dote con cui vieni al mondo, e come tutte le doti, può venir fuori dal baule, o rimanervi chiusa dentro. E’ un potenziale ricco, potenzialmente infinito, ma è nascosto all’inizio del cammino di crescita, e rimane tale per buona parte del percorso stesso. L’anima appartiene al reame del non manifesto, potrebbe restare tale per l’eternità. Gli esperimenti della donna non avrebbero portato a nulla. L’anima non può essere trasferita, non vive nelle bambole.

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