Come reagire a una perdita? “Onward” e il “X agosto” ce lo spiegano

Ian di “Onward” e Giovanni Pascoli hanno modi molto differenti di affrontare la morte del padre.

Ian e il fratello hanno perso il padre quand’erano molto piccoli; lo stesso avviene in Pascoli, che nella poesia “X agosto” ricorda questo terribile momento. Non è facile reagire a tali eventi, ma queste storie possono aiutarci a farlo.

“ONWARD” AFFRONTA IL TEMA DELL’ELABORAZIONE DEL LUTTO

Candidato agli Oscar, ai Golden Globe e ai Critics’ Choice Award, Onward è uno dei film più recenti firmati Disney-Pixar, uscito lo scorso anno. I due protagonisti, i fratelli Ian e Barley, hanno perso il padre quand’erano molto piccoli: il primo, infatti, non ha alcun ricordo di lui, mentre il secondo ne ha pochissimi. La storia racconta del loro tentativo di fare un incantesimo finalizzato proprio a incontrarlo: durante quest’avventura, però, i due avranno modo di comprendere meglio il loro rapporto e di imparare ad apprezzarsi maggiormente.

Questo film racconta, quindi, l’elaborazione del lutto; Ian cresce molto nel momento in cui capisce che sì, non ha mai conosciuto il proprio padre, ma non per questo è solo. C’è comunque qualcuno che c’è sempre stato per lui nel momento del bisogno, anche se in un modo non sempre convenzionale. È perciò una storia che insegna il valore della famiglia, anche se non si tratta di quella tradizionale. Il messaggio che lancia è chiaro: anche se Ian non potrà mai riavere il proprio padre e nessuno potrà mai sostituirlo, avrà comunque sempre qualcuno a sostenerlo e a fare il tifo per lui.

DURANTE LA NOTTE DI SAN LORENZO, ANCHE IL CIELO PIANGE

Giovanni Pascoli (1855-1912) affronta la perdita del proprio padre in modo molto diverso. Per lui, si tratta di una ferita sempre aperta e destinata a non rimarginarsi mai. Tutto il suo dolore culmina nella poesia X agosto, una delle più famose e più struggenti del poeta. Il titolo fa riferimento alla notte in cui il padre Ruggero morì, che era anche quella di San Lorenzo. Il poeta descrive le stelle cadenti tipiche di quella notte come un pianto del cielo, anch’esso addolorato da quanto è avvenuto: perché sì gran pianto/ nel concavo ciel sfavilla. La tragedia è narrata insieme ad un altra storia parallela, quella di una rondine uccisa mentre tornava al proprio nido dove, la attendevano i suoi piccoli. Come l’uccellino portava un verme ai suoi cuccioli, così il padre del poeta portava due bambole per i suoi figli. E come i rondinini, anche i familiari di Ruggero Pascoli lo aspettano, aspettano invano.

LE DUE STORIE MOSTRANO MODI DIVERSI DI AFFRONTARE LA PERDITA

Ognuno ha il proprio modo di affrontare un momento così difficile e doloroso, nei film d’animazione come nella realtà. Il punto di partenza, nei due esempi qui mostrati, è sempre lo stesso: la difficoltà nel rassegnarsi al fatto che una persona così importante non possa tornare più, e che la vita possa andare avanti comunque. Tuttavia, le reazioni sono ben diverse. Ian, sebbene dopo molto tempo, riesce a reagire e, in un certo senso, a rassegnarsi, grazie soprattutto alla figura del fratello. Pascoli, invece, come sappiamo dalla sua biografia, non riuscirà mai a superare questo trauma; resterà per sempre legato a un forte bisogno di protezione e isolamento. Nella sua poetica, la morte del padre e quella della rondine diventano simbolo di un dolore universale e dell’ingiustizia del mondo.

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