Come la biochimica può spiegarci il successo di videogiochi come Fifa e Fortnite

Più di 50 milioni di persone giocano a Fortnite ogni mese, Fifa vende ogni anno milioni e milioni di copie, ma qual è il segreto del loro successo? Alcune reazioni metaboliche potrebbero darci spunti interessanti

(Foto di Matilda Wormwood da Pexels)

I videogiochi sono uno dei fenomeni più permeanti e influenti nella cultura della società del nuovo millennio, analizzare in maniera scientifica questa tipologia di fenomeni può aiutarci a comprendere meglio la nostra contemporaneità

 

Di che tipologia di giochi stiamo parlando?

Fifa è il videogioco di calcio più venduto degli ultimi anni, del quale la modalità più apprezzata è senza alcun dubbio Ultimate Team , in cui il giocatore deve creare la propria squadra con i calciatori più forti del presente e del passato, acquistandoli tramite una valuta virtuale che può essere guadagnata sfidando avversari online o offline con diverse modalità di gioco. Fortnite, uno sparatutto in terza persona battle royale con grafica e ambientazioni cartoon, è invece il gioco che più di tutti ha rivoluzionato il mercato videoludico dello scorso lustro: non si era mai visto un successo così travolgente per un titolo scaricabile gratuitamente da qualsiasi store online. Entrambi hanno alcune caratteristiche comuni: la mole imponente di persone che ogni giorno fruisce di questi titoli nonostante la longevità impressionante di cui essi godono. Ma a cosa è dovuto il loro successo?


Come può inserirsi la biochimica in questo discorso?


La biochimica o chimica biologica è la branca della chimica che studia le reazioni chimiche complesse che danno origine alla vita, in cui un numero indescrivibile di molecole organiche (che sono chiamate reagenti) vengono trasformate in altre molecole (che definiamo prodotti) seguendo le leggi della termodinamica; chiariti i concetti basilari arriviamo al fulcro del discorso, che è la condizione grazie alla quale queste reazioni possono spontaneamente avvenire, cioè senza una fornitura esterna di energia: devono essere termodinamicamente favorite, cioè l’energia posseduta dai prodotti dev’essere minore dell’energia dei reagenti (deve aumentare sempre l’energia libera del sistema, l’entalpia), così da ottenere molecole più stabili e meno reattive.
Ovviamente questo scenario non sempre si verifica, in quanto le condizioni generali come temperatura, ph e concentrazione delle molecole possono variare notevolmente nell’ambiente di reazione. Proprio quest’ultimo parametro è quello che ci interessa, poiché quando la differenza di energia tra le due molecole più o meno si equivale allora si parla di una reazione all’equilibrio, in cui le concentrazioni delle due parti sono dinamicamente sempre uguali. La strategia usata dagli organismi viventi per far procedere questa tipologia di reazioni è modificare le concentrazioni delle due sostanze, ad esempio usando le molecole del prodotto come substrato per reazioni successive, per far tendere l’equilibrio verso una delle due estremità dato che la perturbazione viene bilanciata per i principi termodinamici visti sopra.

Un esempio di reazione all’equilibrio presente all’interno della glicolisi (dispense di biochimica di biotecnologie 2020/2021, Università degli Snhtudi dell’Insubria)

 IL CONCETTO DI GIOCO SENZA FINE


Il successo di questi videogiochi sta proprio alla base del principio di equilibrio dinamico appena citato, in cui i due elementi principali sono i contenuti offerti ai giocatori (i “reagenti”) e la conclusione del videogioco dall’altra (il “prodotto”). La maggior parte dei titoli videoludici hanno un inizio e una fine ben definiti; assumendo che la tendenza di ogni videogiocatore sia quella di portare a conclusione l’avventura intrapresa, possiamo dire che la “termodinamica” della reazione è sbilanciata verso i prodotti, andando così a formarsi fino ad esaurimento del reagente.
I giochi come Fifa e Fortnite, al contrario, hanno una caratteristica peculiare che cambia completamente le condizioni generali di questa reazione, portandola ad assumere i caratteri visti in precedenza: la fine non è raggiungibile, in quanto i contenuti forniti ai giocatori dalle rispettive case madre (sotto forma di nuovi giocatori sempre più forti per quanto riguarda Fifa, oppure nuove armi o sfide con vari premi per quanto concerne Fortnite) vengono aggiunti ogni mese, ogni settimana, o addirittura ogni giorno aumentando sempre di più la concentrazione dei reagenti, così da trasformare una reazione lineare in una reazione all’equilibrio governata dalle stesse leggi che regolano la biochimica; ricapitolando, aumentando sempre di più la concentrazione di reagente, la nostra reazione tenderà sempre ed inesorabilmente verso un prodotto che non sarà mai abbastanza per far terminare questo processo.
È solo in queste condizioni, dal mio punto di vista, che giochi simili possono portare milioni di giocatori ogni giorno a spendere ore ed ore senza vedere una fine certa del tunnel; nonostante titoli come Fifa abbiano un termine di utilizzo annuale coincidente con la fine delle stagioni calcistiche, seguite senza sosta dell’edizione successiva, i vincoli che governano i titoli seguenti non variano minimamente, rientrando sempre all’interno delle condizioni che rendono il gioco interminabile.

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