Tendiamo a dare per scontato il fatto di avere amici e di essere in grado di instaurare rapporti significativi, specie di amicizia. Ma questa abilità, come quasi tutte le nostre abilità sociali, per quanto innate, necessitano del giusto sviluppo. Ed è curioso vedere come i bambini reagiscano le prime volte che si trovano in gruppo.

Ogni mattina ci alziamo, usciamo di casa, e ci lanciamo in un mondo fatto di diversi insiemi sociali, ad alcuni dei quali apparteniamo. La nostra vita è profondamente legata all’aspetto sociale, ma c’è un tipo di relazione che, forse, tendiamo a dare per scontata: l’amicizia. Ognuno di noi può fare affidamento su diversi amici, ma è un tipo di relazione che va coltivata con cura, e che nei nostri primissimi anni si evolve in maniera peculiare e di pari passo con lo sviluppo emotivo e cognitivo.
Le relazioni amicali nei nostri primissimi anni di vita
Partiamo dal presupposto che la teoria della mente si sviluppi fin dagli esordi della nostra vita, e che ci accompagni nel nostro sviluppo cognitivo e sociale. Appena nati, ovviamente, non possiamo ancora propriamente parlare d’amicizia, ma più che altro di familiarità. Man mano che i bambini crescono si passa dalla familiarità all’amicizia. Ciononostante, le relazioni tra pari prima dei tre anni di età sono caratterizzate da due proprietà: unidirezionalità e interazioni complementari. La prima, che diminuisce intorno al secondo anno di età, comporta il fatto che all’azione di uno non corrisponda l’azione coordinata dell’altro.

Le interazioni complementari si manifestano tipicamente dal secondo anno di vita: i bambini si coordinano, passando da scambi semplici e brevi a scambi più complessi e prolungati. In questo caso assumono espressioni di elevata concentrazione: lo sviluppo di queste competenze richiedono una notevole attenzione, un grande sforzo cognitivo.
Le scuole dell’infanzia: un ottimo contesto educativo
Tra i 3 e i 5 anni, circa il 90% dei bambini in Italia frequenta una scuola dell’infanzia, dove per la prima volta i bambini si trovano in un contesto completamente sociale, lontano dagli ambienti domestici. In questa età si sviluppano le attività di gruppo grazie all’incremento della capacità di linguaggio e di altre capacità simboliche. Le abilità apprese con gli adulti vengono aggiustate per essere esercitate coi propri pari. I bambini devono quindi affrontate un grande compito evolutivo: misurarsi con il mondo sociale extrafamiliare per diventare individui sociali autonomi nel confronto diretto coi propri coetanei.
Le virtù e condizioni dell’amicizia

Con il termine “amicizia”, tra bambini, possiamo considerare una relazione tra due o più bambini individuabile in una rete relazionale più ampia. La relazione si basa, come per individui adulti, su reciprocità, stabilità, compagnia, intimità, affetto e crescente capacità di comprensione dell’altro (come detto, la teoria della mente è ricorrente e fondamentale). Ma una delle caratteristiche principali dell’amicizia è che trae origine da un atto di volontà. Non ci potrà mai essere amicizia estorta coercitivamente. I criteri di scelta degli amici sono molti, ma quello, forse, principale, è sicuramente la similarità. Anche se, bisogna dirlo, più gli amici stanno insieme più facile diventino tra loro simili.
Stranger Things: l’amicizia che prevale
L’amicizia nel corso della vita di ognuno di noi diventa un pilastro fondamentale imprescindibile. Non è un caso che centinaia di film, serie tv, fumetti e libri si concentrino sul suo valore fondamentale. Basti pensare a uno degli ultimi fenomeni di questi anni: Stranger Things. In questa fantastica serie le vite di 4 amici viene sconvolta dal ritrovamento di una 5^ nuova amica, con poteri peculiari, e da delle forze oscure che vogliono prendere controllo del loro mondo. Per quanto banale possa sembrare, la serie dimostra una profondità inaspettata. In particolare la psicologia dei personaggi e il loro sviluppo ricopre una notevole importanza.