A 162 anni dall’Unità nazionale analizziamo i simboli della Repubblica Italiana: Costituzione, Inno, Tricolore

In occasione dell’anniversario dell’Unità di Italia, diamo un’occhiata ai simboli della nostra patria, ai “riferimenti che ci guidano”.

Giornata dell'Unità nazionale, Mattarella: "Consolidare un'Italia fondata su pace, libertà e diritti umani" - DIRE.it

Il 17 marzo è la Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera: si celebra l’anniversario dell’Unità di Italia (1861) e ci si sofferma sui suoi simboli nazionali. Inizialmente dedicata in maniera esclusiva al ricordo del Risorgimento, della proclamazione del Regno di Italia e del primo passo verso l’unità nazionale (completata nel 1918, con l’annessione delle province di Trento e Trieste), soltanto pochi anni fa (con la legge del 23 novembre 2012, n° 222) tale Giornata è stata estesa alla celebrazione dei simboli nazionali: Costituzione, inno e il tricolore.

17 marzo 2023

Come ogni anno, il Presidente della Repubblica e la Presidente del Consiglio si sono recati presso l’Altare della Patria. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato un messaggio destinato a tutti gli Italiani, in cui ha voluto ricordare l’opera risorgimentale e le imprese

di coloro che hanno contribuito alla nascita e alla crescita del nostro Paese, promuovendo quei valori di civile convivenza, quegli ideali di libertà e democrazia, di pace e di partecipazione allo Stato di diritto e alla comunità internazionale, che hanno trovato consacrazione nella nostra Costituzione.

Inoltre, ha sottolineato l’importanza -simbolica e non- della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera , che rappresentano “i riferimenti che ci guidano nell’impegno comune di consolidare un’Italia fondata su pace, libertà e diritti umani”. Anche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha insistito sulla valenza della Carta costituzionale, del Canto nazionale e del Tricolore definendoli come “le fondamenta robuste sulle quali la nostra comunità si erge e dalle quali essa prende ispirazione”.

La Costituzione della Repubblica Italiana - Consorzio Olgiata

La Costituzione

La Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale dello Stato, è stata redatta dall’Assemblea Costituente eletta a suffragio universale (1946), promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre del 1947 ed è entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 1948.

La sua “antenata” è il cosiddetto Statuto Albertino, promulgato il 4 marzo 1848 da Carlo Alberto di Savoia, entrato in vigore dapprima nel Regno di Sardegna e poi nel Regno d’Italia; infatti il 17 marzo 1861 la Carta monarchica Albertina fu estesa a tutto il Regno e rimase in vigore almeno formalmente -escludendo le modifiche fatte durante il regime fascista- fino al 1948 quando verrà “sostituito” dalla Costituzione repubblicana, dopo le elezioni del 2 giugno 1946.

La costituzione repubblicana è costituita da 139 articoli:

  • 12 principi fondamentali  (articoli 1-12);
  • parte I: sui diritti e doveri del cittadino (articoli 13-54);
  • parte II: sull’ ordinamento della repubblica (articoli 55-139);
  • 18 disposizioni transitorie e finali.

Si tratta di una Costituzione scritta, rigida, lunga, laica, democratica che a differenza dello Statuto Albertino (breve e flessibile) non può essere modificata da leggi ordinarie.

L'inno di Mameli – Corrado Poli

L’inno

L’inno d’Italia o Canto nazionale, costituito da sei strofe e da un ritornello, fu ideato nel 1847 da Goffredo Mameli dei Mannelli (1827-1849) e musicato da Michele Novaro, è dal 12 ottobre 1946, l’inno nazionale della Repubblica Italiana.

Esso nasce durante i primi anni del Risorgimento, alle porte della Prima Guerra d’Indipendenza e del primo vero tentativo di unificazione nazionale, che vede gli Italiani insorgere contro la potenza austriaca: è la guerra dei sovrani, la cui coalizione -però- poco dopo si sfalda. La temporanea unione dei sovrani contro il nemico esterno austriaco per la riconquista del Lombardo-Veneto porta al rafforzamento dell’idea di unificazione nazionale: nascono movimenti popolari, ci sono vari tentativi di ribellione ai sovrani stessi e l’istaurazione di piccole repubbliche democratiche ispirate alle idee mazziniane, tra queste la Repubblica Romana (dal 24 novembre del 1848 con la fuga di Papa Pio IX al 3 luglio 1849). Nel 1849 viene assediata dalle truppe francesi guidate dal generale Oudinot per cercare di riportare il Papa a Roma.

Goffredo Mameli fu uno strenuo difensore della Repubblica Romana: in particolare combatté nella difesa della Villa del Vascello sul colle del Gianicolo. Morì a soli ventuno anni il 6 luglio del 1849, in seguito all’infezione della ferita riportata alla gamba sinistra il 3 giugno dello stesso anno durante l’assalto a Villa Corsini.

L’inno nazionale riflette il contesto storico-politico di quegli anni e numerosi sono i riferimenti all’unirsi sotto un’unica bandiera contro il nemico comune (gli Austriaci) e a restare compatti, specialmente nel ritornello e nelle strofe successive alla prima:

Stringiamoci a coorte,
Siam pronti alla morte.

[…]

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme

[…]

Giuriamo far libero
Il suolo natìo

Bandiera d'Italia - Wikipedia

La bandiera

Per quanto riguarda le origini del Tricolore italiano, occorre partire dal 1796, anno in cui – durante la discesa di Napoleone in Italia- alcune repubbliche adottarono nuove bandiere a fasce di eguali dimensioni e, tra queste, il vessillo reggimentale della Legione Lombarda (unità militare dell’Armée d’Italie di Napoleone, formata per lo più da volontari italiani della Repubblica Transpadana) che aveva un tricolore ispirato a quello francese: rosso, bianco e verde (al posto del blu). Il 7 gennaio 1797 lo stesso tricolore divenne la bandiera di una delle Repubbliche giacobine, la Repubblica Cispadana -su proposta del deputato G. Compagnoni.

Dopo la sconfitta e la morte di Napoleone, la bandiera divenuta simbolo della volontà popolare e della lotta per la libertà (anche e soprattutto contro l’oppressione degli Austriaci, ma già nei moti del ’31) venne adottata nel 1848 dal Regno di Sardegna e, successivamente, dal Regno di Italia (17 marzo 1861).

Rimosso lo stemma dei Savoia dopo il referendum del 1946, la Costituzione sancisce definitivamente i colori della bandiera: “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni” (Art. 12).

I riferimenti che ci guidano

Il 17 marzo rappresenta un’occasione per riflettere sull’importanza storica offerta dai simboli nazionali: Costituzione, Inno e Bandiera. Come si legge all’articolo 1, comma 3, della legge del 23 novembre 2012 n°222: tale giornata è stata istituita “allo scopo di ricordare e promuovere, nell’ambito di una didattica diffusa, i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché di riaffermare e di consolidare l’identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica”.

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