In una società in cui le ideologie sono spesso considerate mode passeggere e non più forti convinzioni, sono molte le critiche rivolte al mondo dei vegetariani, considerati spesso frivoli seguaci di un’infondata dottrina.
Tuttavia, il vegetarianesimo, lungi dall’essere una moda, ha origini lontane, che risalgono all’antichità. Analizzando questo regime alimentare attraverso filosofi presocratici ed un documentario recente, ne scopriremo i possibili vantaggi.
Vegetarianismo pitagorico
L’adozione di un regime vegetariano può essere una conseguenza pratica di convinzioni etiche e religiose o una scelta legata a questioni medico-salutari. Pitagora fu il primo filosofo occidentale ad adottare un regime vegetariano, influenzando così i suoi discepoli ed altri filosofi dopo di lui. La metempsicosi è la ragione principale della sua scelta. Pitagora credeva infatti nella reincarnazione, ovvero nella trasmigrazione dell’anima da un corpo all’altro,ad esempio, dal corpo di un uomo a quello di un maiale. Il filosofo voleva quindi evitare di mangiare un amico rinato nel corpo del maiale! È perciò evidente che la ragione principale del vegetarianismo pitagorico è religiosa. Tuttavia, non mancano in lui considerazioni etiche e mediche a sfavore del consumo di carne. Dal punto di vista etico, Pitagora sostiene vi sia un legame naturale tra uomini ed animali per il quale dovremmo essere cordiali nei loro confronti. Afferma inoltre che l’uomo è carnivoro per vanità e che mangiando carne si allontana dalla sua stessa natura umana. In quanto figura eclettica, Pitagora proseguì indagini anche in ambito medico da cui concluse che un regime a base di legumi e verdura è più benefico di uno a base di carne.
Empedocle: vegetarianesimo Politico e Filosofico
Empedocle, filosofo successivo a Pitagora, riprende il concetto di vegetarismo associandolo a questioni politico-filosofiche. Egli afferma che la caccia è ragione “dell’imbruttimento” umano, responabile inoltre del nostro esercitare l’arte della guerra, considerata dal filosofo negativa e addirittura sinonimo di regressione. Conseguenza inevitabile della caccia è l’allevamento, che spesso implica violenza sull’animale, ed è emblema della sopraffazione della morte sulla vita. Empedocle sostiene che violenza e guerra siano figlie della caccia, rifiuta dunque quest’ultima e l’allevamento stesso. Favorevole al trionfo della vita, il filosofo di Agrigento considera la guerra un fenomeno da debellare, partendo dalla graduale esclusione di azioni violente nella quotidianità, tra cui appunto l’atto stesso di allevare animali e consumarne la carne.
Cowspriacy e le minacce ambientali
In epoca moderna e contemporanea la dottrina vegetariana ha raggiunto un pubblico più ampio ed è stata ragione di dibattiti e riflessioni. La realtà un pianeta alla deriva ha portato in molti motivazione nel tentativo di cambiarlo. Così, ai vegetariani si è aggiunta una nuova categoria motivata ad abbandonare il consumo di carne per motivi ambientalistici. Difatti, seppur indirettamente, il consumo eccessivo di carne è causa di inquinamento e danni irreversibili al pianeta. Ciò è dovuto ad una reazione a catena: l’aumento di una popolazione che sempre più spesso consuma carne, implica l’aumento stesso di allevamenti che possano fornirne. Conseguenza inevitabile è la creazione di nuovi spazi in cui esercitare attività di allevamento, da cui deriva spesso il fenomeno di deforestazione. È inoltre interessante evidenziare l’impatto ambientale dei processi digerenti degli animali, che contribuiscono all’inquinamento con una non indifferente produzione di CO2. Tali problemi vengono analizzati in modo competente e critico nel documentario “Cowspiracy: The Sustainability Secret” (2014 ) prodotto e diretto da Kip Andersen e Keegan Kuhn. Il documentario rivela l’inquietante realtà di un mondo in pericolo, attraverso testimonianze di esperti, interviste e dati statistici. Un’altra problematica messa in evidenza, riguarda il consumo di acqua, altra risorsa in pericolo, tuttavia fondamentale per gli allevamenti, per dissetare gli animali e necessaria per il successivo processo di produzione di carne. Un punto cruciale del documentario è dimostrare quanto il regime vegetariano e addirittura vegano possano migliorare le condizioni del nostro pianeta. Senza l’ingenua pretesa di salvare il mondo cambiando la nostra alimentazione, il documentario rivela tuttavia quanto questo contributo sia importante, dimostrando quindi quanto il regime vegetariano al di là di convinzioni etiche, religiose o mediche, possa essere vantaggioso per l’ambiente e quindi per la nostra stessa conservazione.