Il documento, come rimarcò Meuccio Ruimi, fu a tutti gli effetti un inno di speranza in un periodo di crisi economica e sociale.

A cent’anni di distanza dalla stesura dello Statuto Albertino, il 25 giugno 1946 vennero votati i 556 deputati incaricati di formare l’Assemblea Costituente. Tuttavia, solo una parte di essi ebbe il compito di redigere la Costituzione, ovvero la legge fondamentale dello Stato Italiano. Presero il nome di Commissione 75. Le istituzioni vedevano in essa un elemento di unione in un periodo di profonda difficoltà per il nostro paese.
Le premesse furono fondamentali per la sua riuscita
La Seconda Guerra Mondiale diede avvio a diversi cambiamenti per l’Italia. In particolare, mutò l’assetto istituzionale del paese. Infatti, dopo la fine del conflitto, venne affidato ai partiti che componevano il Comitato di Liberazione Nazionale l’onere di formare il governo. Non fu casuale l’inclusione di comunisti e socialisti all’interno dei primi governi che si susseguirono. Infatti, gli stessi erano formati da larghe coalizioni. Una svolta vera e propria si ebbe con le elezioni del 2 giugno 1946 e il conseguente referendum istituzionale. L’Italia divenne una Repubblica. Nello stesso momento venne eletta l’Assemblea Costituente. Il suo lavoro durò un anno e coinvolse diverse personalità politiche come i democristiani Aldo Moro ed Amintore Fanfani.
Il ruolo decisivo di Alcide De Gasperi
Alcide De Gasperi, alla guida della Democrazia Cristiana, propose la creazione di un governo tripartito, insieme a socialisti e comunisti, nel luglio del 1946. Il suo intento era quello di rendere la Costituzione un documento il più possibile espressione di tutte le forze politiche di governo. In particolare, il testo della stessa doveva rendere possibile l’integrazione delle masse nelle istituzioni democratiche e ridisegnare il ruolo del cittadino nella nuova società italiana. Il cittadino italiano, oltre a dover rispettare dei doveri, ebbe per la prima volta, la possibilità di godere di diritti inalienabili, sia sociali che politici. Inoltre, delinea i tratti fondamentali della corretta convivenza civile. I deputati si incontrarono nel corso di un anno e svolsero circa 170 sedute. Ciò si rivelà fondamentale per redigere un testo che potesse essere il quanto più possibile espressione di tutte le parti politiche prese in causa durante la sua creazione.
22 dicembre 1947: la Costituzione è approvata
Il 22 dicembre del 1947 l’Assemblea Costituente vota a favore della Costituzione. 453 furono i voti a favore. Sarà il presidente dell’Assemblea Costituente, Umberto Terracini, ad annunciare la notizia. Il documento venne firmato cinque giorni dopo a Palazzo Giustiniani dal Capo dello Stato Enrico De Nicola e dal presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi. La Costituzione italiana entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 1948. Il testo è costituito da 139 articoli, divisi in quattro sezioni: i Principi fondamentali (articoli 1-12); i Diritti e doveri dei cittadini (articoli 13-54); l’Ordinamento della Repubblica (articoli 55-139) e infine le Disposizioni transitorie e finali (I – XVIII). L’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica ne possiede oggi uno dei tre testi originali in forma integrale. La sua importanza risiede nel suo ruolo giuridico. Non ci resta che augurarle buon compleanno!