Ieri, 17/01, è stato il Ditch New Year’s Resolution Day. Vediamo perché Aristotele sarebbe stato contrario a questa celebrazione.
Anche questa volta sei a metà gennaio e già vuoi strappare i tuoi buoni propositi. Li hai scritti con tanta cura e determinazione, sei partito carichissimo al solo pensiero che quest’anno saresti stato una persona migliore e invece quella lista già è chiusa sul fondo di un cassetto! Ti eri ripromesso di non mangiare più cioccolata, ma già ti hanno trovato tre volte con le mani nel sacco. Avevi giurato che ogni mattina ti saresti svegliato alle 8 e avresti detto basta alla procrastinazione e alle perdite di tempo, ma anche oggi hai disattivato la sveglia e hai passato ore su Instagram…
Il 17/01 come giornata di liberazione
Non preoccuparti. Sei solo umano. Nessuno credeva davvero che avresti iniziato a mangiare frutta e verdura ad ogni pasto, solo tu ti sei convinto che fosse possibile. Hai preteso un po’ troppo da te stesso e ora te ne sei finalmente accorto. La data corre in tuo aiuto come un “tana, libera tutti!”. Ieri è stato il Ditch New Year’s Resolution Day, una giornata istituzionalizzata in cui ci si rende conto che sì, sarebbe bello andare 5 volte a settimana in palestra, ma magari all’allenamento potresti rinunciare se i tuoi amici ti invitassero per una gita.
Una giornata di rinnovamento, in cui i buoni propositi si fanno a pezzi, perché se ne riconosce il rischio. Ci si rende conto che, per quanto essi siano una fonte di stimoli, sono anche carichi di aspettative e le aspettative, lo si sa, sono una lama a doppio taglio. Possono portarti alla realizzazione personale, ma anche alla rovina, cariche come sempre di quella consapevolezza che il futuro è imprevedibile e che domani il destino potrebbe mandare all’aria tutto.
I piani scritti nei nostri buoni propositi sono, inoltre, spesso irrealizzabili, non per colpa del futuro, ma per l’ottimismo con cui li abbiamo scritti. Poche persone riescono veramente a rimanere fedeli alla lista fino alla fine dell’anno, perché questa è, di per sé stessa, troppo complessa da portare a termine. Spingere sé stessi a rimanere fedeli all’obiettivo sarebbe, perciò, autolesivo, fonte di ansia e di ulteriore stress. Perciò, il 17/01 non è, come è stato più volte definito, un Quitters Day, ma una giornata in cui ci si ascolta e si dà la priorità alle proprie esigenze. Se vuoi saperne di più sugli aspetti benefici del Ditch New Year’s Resolution Day, leggi anche questo articolo: https://www.fanpage.it/stile-e-trend/moda/il-17-gennaio-e-il-giorno-in-cui-abbandonare-i-buoni-propositi-ma-senza-sensi-di-colpa/
Perché non sei realizzato nonostante i propositi
E perché hai bisogno di scrivere dei nuovi propositi? La realtà è che, attualmente, della tua vita, non ti senti realizzato. Non sei felice di cosa sei e di cosa fai. Non sei soddisfatto, quindi ti illudi che se facessi le cose diversamente e se fossi un po’ più ligio nell’applicazione di quelle regole che ti sei autoimposto, allora sì, le cose andrebbero decisamente meglio.
Invece, secondo Aristotele, filosofo greco d’età classica, la felicità dovrebbe essere la tua priorità. Nell’Etica Nicomachea, Aristotele scrive che la felicità è la realizzazione dell’uomo. La felicità umana non è, però, un concetto astratto lasciato alle inclinazioni e preferenze dell’individuo, ma è legata all’attuazione della più caratteristica delle proprietà umane: la ragione.
Cosa vuol dire attuazione? Tutte le cose, compreso l’uomo, rispondono alla dottrina di potenza-atto. Aristotele fa un semplice esempio per illustrare questa teoria. Immagina una ghianda. La ghianda diventerà una quercia. La ghianda è, perciò, una quercia in potenza. Al contrario, la quercia è l’atto della ghianda. La potenza rappresenta lo stato primigenio, mentre l’atto è la totale evoluzione di una potenza.
Cosa significa questo? Che tutti gli uomini sono potenzialmente intelligenti, ma solo pochi fanno tesoro della propria razionalità. Tutti sanno provare meraviglia e conoscono il brivido e la gioia della scoperta, ma solo pochi investono davvero il loro tempo nella ricerca di nuove informazioni e nell’analisi di quelle ricevute. Tutti sono fatti per questo, ma pochi davvero inseguono questo.
Guida spicciola per essere felici e realizzati
Ebbene, per Aristotele la felicità, sebbene sia la realizzazione dell’uomo, non coincide con l’autoimporsi di essere più gentili con la vicina che ci suona al campanello ogni volta alle 3 di notte! Essa è generata dalla conoscenza, dal sapere, dalla brama di scoprire il mondo ogni giorno.
Se Aristotele non può risolvere il dramma dell’uomo moderno, può quantomeno fornirgli un antidoto al suo cruccio di essere imperfetto, ricordandogli che la vita è fatta di singole scelte e che la felicità si raggiunge solo quando esse sono tutte disinteressate. I propositi che scriviamo devono essere razionali e consentirci una vita migliore con gli altri e con noi stessi.
Aristotele stesso ammette che, avendo l’uomo innumerevoli desideri, capita che qualche volta desideri l’impossibile. La soluzione sta, di nuovo, nella sua capacità di essere razionale e di fare scelte intelligenti, considerando su cosa non si ha potere e valutando le situazioni che non sono in nostro controllo.
Perciò, il prossimo anno sii più avveduto, fai scelte ragionevoli e, seppure desideri l’impossibile, considera solo gli obiettivi che sai di poter raggiungere con le tue sole forze. Ma, soprattutto, non scrivere una lista dei buoni propositi. Scegli la tua felicità in ogni azione che compi, tutto l’anno. Abbi come unico obiettivo quello di essere felice.