Domenica l’Italia, dopo l’ultimo rigore, si è accesa in modo spettacolare, a tal punto che i sismologi hanno rilevato come una piccola scossa di terremoto.
Festeggiamenti, ebbrezza e felicità in alcuni momenti si mischiano insieme ad atti irresponsabili e violenza. Come fare un po’ di chiarezza.
La società tra funzionalismo e conflitto
Sulla società ci sono tantissime diverse teorie che pretendono di spiegarne il funzionamento e descriverlo. Per millenni queste teorie sono state delle branche della filosofia, appartenenti ai loro lati di filosofia sociale e filosofia politica. Successivamente le stesse domande, oltre alla filosofia, se le è iniziate a porre la sociologia e le altre scienze umane, come l’antropologia.
Due filoni, molto importanti ma antitetici , descrivono in modo opposto il funzionamento della società. Il primo è quello funzionalista, secondo il quale la società può essere paragonata ad un organismo biologico. La società è quindi composta da diversi insiemi e strutture che girano in modo sincronico al fine di mantenere il funzionamento della stessa. Il conflitto viene visto come un problema della società.
La posizione del conflittualismo è invece radicalmente opposta. Il conflitto è una parte integrante della società. I filoni conflittualisti sono principalmente due:
- quello marxista, che sostiene che la società sia in conflitto perché ci sono i possessori dei mezzi di produzione che vogliono mantenere il dominio nei confronti dei proletari.
- quello che crede che il conflitto sia endemico alla società perché ci sono diversi interessi che gli individui (e i gruppi) si competono.
La società secondo Turner: struttura e antistruttura
In antropologia fino agli anni 70 ha dominato una concezione della società per lo più funzionalista. Se si escludono alcuni filoni marxisti (sempre problematici nell’antropologia culturale) l’antropologia ha considerato la società (sarebbe più corretto dire le società) come un sistema abbastanza organico, con quote limitate di conflitto al suo interno.
Negli anni 70, indubbiamente influenzati anche dalle le proteste del 68, la concezione cambia, e molte teorie cominciano in modo sistematico a considerare il conflitto un fenomeno interno e comune alle società, non un suo malfunzionamento.
Victor Turner è stato un antropologo che ha parlato di struttura e antistruttura.
- la struttura corrisponde all’organizzazione della società. I suoi ruoli, i suoi limiti, le sue regole. Tutto ciò fa parte della struttura, dell’organizzazione razionale della società.
- l’antistruttura sono invece quei momenti nei quali la struttura salta. I ruoli si perdono e i confini, i limiti, si fanno molto più sfocati, fino a sparire.
I festeggiamenti e l’antistruttura
Prima di tutto qui occorre una considerazione preliminare. Qui si vuole solo diffondere conoscenza e condividere alcune teorie che hanno una grande importanza (in questo caso nelle scienze sociali) e che possono essere utili per comprendere alcuni fenomeni. Chiaramente non si può, né si vuole, esprimere dei giudizi riguardo gli eventi né tanto meno condannare o giustificare alcune condotte.
Domenica l’Italia para un rigore e vince l’Europeo. In tutte le piazze d’Italia si sente una confusione tale da mettere i brividi. Una semplice partita di pallone fa scoppiare milioni di italiani in festeggiamenti che si sono protratti in alcuni casi fino alle prime luci del mattino. Qui è chiaro quello che Victor Turner chiama antistruttura. Le regole passano in secondo piano, i ruoli passano in secondo piano. Non importa se sei un professore, un disoccupato, uno studente, un padre di famiglia o un tabaccaio, tutto passa in secondo piano. La forma si sgretola fino a sparire ed energia viene sprigionata da tutti i pori.
Allo stesso modo Turner ci fa altri esempi di antistruttura, come le feste di carnevale, i riti di passaggio o i pellegrinaggi. Esempi in cui la società sente il bisogno di allentare le sue maglie, e vivere dei momenti di condivisione e comunità tra i suoi diversi membri. La violenza spesso rischia di essere l’altro lato della medaglia. Episodi e fenomeni su cui bisogna riflettere criticamente per comprenderli, più che criticarli sterilmente.