Venezia affonda: un patrimonio unico rischia di sparire per colpa nostra

Le ultime novità da Venezia rendono ancora più preoccupante una situazione in bilico già da tempo.

Cripta di San Marco (Fonte Pinterest)

Le ultime giornate hanno visto quasi un quarto del centro storico inagibile per via dell’alta marea che ha raggiunto picchi record che, se alcuni anni fa rappresentavano un campanello d’allarme, ora risultano quasi come una sentenza.

La Città sospesa

Quasi due metri d’acqua hanno reso Piazza San Marco la piscina più caratteristica del mondo: in quell’acqua non si sta sciogliendo solo una città fiorente e ricca, ma anche tutta la storia e l’identità di una città fondamentale per la cultura italiana.

I monumenti lagunari, alcuni dei quali millenari, non hanno solo convissuto con le continue maree nei secoli; hanno visto le crociate, i Longobardi conquistarne i dintorni, i francesi minacciarne i confini per poi venderli all’Austria nel trattato tanto triste per Foscolo. Hanno visto in lontananza il Leone giungere in Africa per rendere sacri i prodotti artigianali. Hanno anche subito direttamente le bombe austriache dei primi vent’anni del secolo scorso e quelle controverse della seconda guerra, che ne hanno bloccato le industrie. Nonostante tutti questi anni e le continue catastrofi, ora tutto quel magico mondo di canali e ponti sospesi potrebbe scendere giù negli abissi grazie alla noncuranza dell’uomo che, ignorando preoccupanti resoconti, continua con le sue scelte spregiudicate.

Tiziano- Amor sacro e amor profano (fonte Pinterest)

Una storia contesa

Artisticamente lo sviluppo della regione segue un po’ l’andamento generale della penisola, venendo quindi influenzate dalle continue lotte per il dominio del territorio. La storia comunque ci ha insegnato che è solo da questi continui scambi e influenze che sorgono le migliori invenzioni; il Duomo di San Marco ne è il simbolo in quanto prodotto di varie costruzioni che ne hanno definito l’aspetto ricco di strutture di differenti culture. Venezia ha sempre avuto un ruolo fondamentale in quanto ha saputo sfruttare al meglio la laguna, portando la città a dominare i mari peninsulari e fungendo da punto di incontro tra la cultura bizantina di Costantinopoli e quella cristiana romana.

Questo ha portato ad un periodo di massimo splendore sia economico che artistico, presentando un contesto culturale assolutamente fertile i cui protagonisti sono considerati tra i massimi artisti italiani del XVI secolo, che hanno permesso alla città di Venezia di competere con la Firenze rinascimentale. In particolare i veneti presero elementi caratteristici della nascente cultura umanistica sviluppandoli autonomamente e operando così grandi innovazioni nella pratica artistica e architettonica. È questo il caso di Giorgione e di Tiziano i quali, cogliendo la foschia atmosferica lagunare, mettono al centro della loro ricerca estetica l’impiego del colore puro e sereno, passato alla storia come Classicismo cromatico.

Anche in architettura spiccano alcune personalità; J. Sansovino non solo esprime i canoni classici così cari al nascente manierismo, ma costruisce anche la Libreria di San Marco, edificio famoso in tutto il mondo per il dinamismo pittorico del colonnato. Ugualmente importanti sono il Sanmicheli e il Serlio che raccolgono in alcune pubblicazioni i concetti architettonici classici, risultati fondamentali per il Palladio, architetto di punta del 1500 che nella città ha lasciato il Teatro Olimpico, in cui possiamo rivivere lo spirito greco romano più classico.

Andrea Palladio, Teatro Olimpico (fonte Pinterest)

Le soluzioni

Gli eventi degli ultimi giorni riguardanti Venezia sono l’ennesimo campanello d’allarme per puntare ad un salvaguardia più precisa e mirata della storica città lagunare.

L’abbassamento del terreno dovuto alle penetrazioni selvagge e negligenti e del successivo scavo del Canale dei Petroli avvenute nel secolo scorso, certo hanno influito e non poco durante l’alluvione e il successivo allagamento del 4 novembre 1966 e  quello della scorsa settimana. Per non contare il continuo passaggio delle navi da crociera lungo il Canale della Giudecca e del Bacino di San Marco che minacciano ogni giorno l’omonima piazza portando un turismo sempre più violento ed invadente di circa 26 milioni di persone. Dopo l’alluvione del ’66 fu vietato il transito delle imbarcazioni superiori alle 40.000 tonnellate destinate a passare per un canale secondario non ancora esistente; pareri contrastati sono presenti in merito a ciò, perché lo scavo di una nuova via fluviale necessiterebbe di 12 metri di profondità sul metro e mezzo attuale; questo spostamento di una enorme massa d’acqua e la creazione di una nuova corrente naturale potrebbero danneggiare irreparabilmente l’assetto idrogeologico.

Inoltre, il sistema MOSE (modulo sperimentale elettro meccanico) in costruzione da decenni e costato quasi 6,5 miliardi è al centro di scandali e polemiche legate alla realizzazione che ormai potrebbe non essere più la soluzione che salverà Venezia. oltre le varie condanne per corruzione, l’attesa per la realizzazione, e i costi immani per gestirla, il sistema sembra possa risolvere solo parzialmente il problema, fungendo da causa a nuovi squilibri e creando comunque un forte impatto sull’ambiente lagunare.

La situazione in cui Venezia è venuta a trovarsi rappresenta, d’accordo con J. Ruskin che la vedeva già un secolo fa come ‘il termometro del mondo’, lo stato della nostra società, un limbo che richiama la politica interna, e le questioni mondiali più gettonate. Mentre chiunque aspetta qualcosa, le cose più belle di questo mondo si sciolgono. Su di loro rimarrà un velo di sale, per far si che nulla possa più nascere.

MOSE (fonte Wired)

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