In uno studio scientifico diversi topi sono stati sottoposti alla cosiddetta “keto diet” con ottimi risultati da un punto di vista immunologico, specialmente nella difesa dal virus influenzale tipico di questo periodo stagionale.

Analizzando la risposta immunitaria nei polmoni dei topi gli autori hanno riscontrato che la dieta chetogenica promuove l’espansione clonale dei linfociti T γδ.
Dieta chetogenica: cosa e perchè?
Una dieta chetogenica permette al corpo umano di rilasciare chetoni (o, più correttamente, corpi chetonici) nel flusso sanguigno. La quasi totalità delle cellule umane preferisce utilizzare il glucosio, proveniente dai carboidrati, come principale fonte di energia. In assenza di glucosio circolante nel sangue, il corpo inizia a smaltire il grasso conservato nelle cellule adipose attraverso un processo detto chetosi, che determina la formazione dei precedentemente citati corpi chetonici.
Quando si raggiunge lo stadio di chetosi, molte cellule utilizzeranno tali chetoni per generare energia finchè non riassumiamo nuovamente carboidrati con la nostra dieta. Tale cambiamento metabolico solitamente si verifica dopo 2-4 giorni che la persona mangia meno di 20-50 grammi di carboidrati al giorno. Tuttavia, questo è un processo altamente influenzabile da fattori genetici individuali.
Da un punto di vista scientifico vi è evidenza che una dieta chetogenica riduca le convulsioni nei bambini, quasi alla pari di un farmaco specifico per il trattamento. Grazie a questi effetti neuroprotettivi, si stanno al giorno d’oggi studiando delle potenziali applicazioni per la cura del Parkinson, dell’Alzheimer e della sclerosi multipla. Tuttavia non esistono trial clinici che permettono di consigliare la chetosi come trattamento approvato. Altri studi scientifici hanno dimostrato che alcuni pazienti hanno un temporaneo aumento del colesterolo all’inizio della dieta, per poi vedere tale valore diminuire nei mesi successivi all’inizio del trattamento.
Nonostante questi importanti benefici, la maggior parte delle persone continua ad utilizzare tale dieta per perdere rapidamente peso. Nonostante nel primo periodo sembrerebbe che le persone sottoposte ad una keto diet perdano peso più velocemente di quelle che seguono un regime alimentare come quello mediterraneo, tali effetti sembrano scomparire a lunga durata.
Linfociti T γδ
I linfociti T, in generale, sono costituiti da un particolare recettore di membrana detto TCR, il quale può essere costituito strutturalmente da diversi tipi di catene proteiche. I loci genici codificanti per le catene γ e δ si trovano rispettivamente sul cromosoma 7 e sul cromosoma 14, similmente alle catene α e β, responsabili della definizione di un’altra linea cellulare di linfociti T. Le cellule γδ sono più abbondanti nei tessuti (es.tratto intestinale) rispetto al flusso ematico e presentano un alto grado di affinità con i linfociti NK. Il riconoscimento tuttavia non dipende dalle molecole MHC, anche se non è escluso un loro coinvolgimento in tale fondamentale processo.

Studio scientifico sui topi: rapporto tra keto diet e influenza
L’articolo scientifico, “Ketogenic diet activates protective γδ T cell responses against influenza virus infection”, è stato pubblicato su Science Immunology il 15 Novembre 2019 da un team di ricercatori della Yale University.
Lo studio ha permesso di dimostrare che un regime alimentare a bassa dose di carboidrati e ricca di grassi protegge i topi da malattie ed infezioni letali associate all’IAV (Influenza-A-Virus). La dieta chetogenica infatti migliora le funzioni di barriera stimolando la proliferazione dei linfociti T γδ e, di conseguenza, migliorando la resistenza antivirale. L’espansione di queste cellule T richiede un adattamento metabolico ad una dieta chetogenica siccome né dare semplicemente cibi ricchi di grasso e poveri di carboidrati, nè fornire dei corpi chetonici sintetici in grado di bypassare la chetogenesi epatica, hanno permesso una significativa protezione dei topi dall’infezione. Pertanto l’integrazione immuno-metabolica basata sulla dieta chetogenica rappresenta un metodo valido attraverso il quale è più facile prevenire, o alleviare, le malattie influenzali. Una delle caratteristiche osservate nei topi partecipanti all’esperimento, è stata l’aumento della secrezione mucosa delle cellule epiteliali nel tratto respiratorio superiore, evento molto probabilmente mediato dall’espansione clonale dei linfociti T γδ.