In cosa consiste la fugacità del tempo? Vi può essere una qualche via d’uscita?

La fugacità del tempo è stata espressa da molti artisti nel corso del tempo. Tra questi appare anche il famoso cantante rock Vasco Rossi. Allo stesso tempo numerosi pensatori hanno cercato una ‘soluzione’ a questa problema. Una delle migliori e più approfondite risposte è stata data dal filosofo latino Lucio Anneo Seneca.
Vasco Rossi e la fugacità del tempo

‘Perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia‘ sono i celebri versi di ‘Sally’ di Vasco Rossi. Il brano è contenuto nell’album ‘Nessun pericolo… per te’, pubblicato nel 1996. Essi esprimono chiaramente quanto la vita possa essere sempre imprevedibile e costituita da stabilità precarie. Oltre a ciò appare la concezione del tempo, ed è questo ciò che interessa a noi, come di un’entità fugace. La vita scorre inesorabile e improvvisamente ci si trova anziani, vicini alla morte, senza nemmeno comprendere come si sia arrivati così velocemente a quel punto.
La fugacità del tempo nella cultura di massa

L’uomo lamenta spesso (e da sempre) di avere poco tempo e che la vita sia troppo breve. Essi possono sfuggire al suo controllo senza che se ne accorga. L’essere umano, infatti, tende a proiettarsi nel futuro inseguendo obiettivi (anche vani), lasciandosi però sfuggire le occasioni che possono risultare determinanti per il domani. Talvolta non si rende conto di quanto un’ora, un minuto, un secondo siano essenziali e possano fare la differenza. C’è l’impossibilità di fermare il corso del tempo o di poter rivivere alcune situazioni e questo può generare rimpianto nell’individuo per non aver agito in un determinato modo. Ricordando i momenti passati è pervaso da un senso di nostalgia, dovuto al fatto che essi lo sollecitano a rimembrare un determinato istante, felice o triste, che inevitabilmente non potrà essere vissuto di nuovo. L’uomo non può cambiare la sua condizione di fronte a questa evidenza.
Seneca e il ‘tempus‘

Lucio Anneo Seneca è un famoso filosofo, drammaturgo e politico romano, vissuto in età imperiale. Affronta il tema del ‘tempus‘ soprattutto nel dialogo ‘De brevitate vitae’ (‘Sulla brevità della vita’). All’interno di esso Seneca afferma che in realtà la vita non è breve, ma appare tale all’uomo poiché egli la osserva da un punto di vista quantitativo. Secondo il nostro filosofo, invece, l’approccio migliore è quello qualitativo: non bisogna dedicarsi ad azioni futili, ma cercare fin da subito di perfezionarsi, diventando così un ‘exemplum‘ per ‘iuvare alios‘ (‘aiutare gli altri’) e migliorare la società. Il tempo viene descritto come suddiviso in tre momenti e, seguendo la concezione propria della Roma antica, il passato è di fronte a noi perché possiamo osservarlo, mentre il futuro è alle nostre spalle perché non lo conosciamo. Per sfuggire alla sua fugacità l’uomo deve trascendere dal piano della temporalità e vivere in una condizione di ‘ucronia’. Il saggio (figura di riferimento per Seneca) deve vivere il momento, il presente, l’unica realtà su cui può avere pieno controllo. Il tempo tripartito viene descritto come una ‘species‘ (un’apparenza), in quanto in realtà esso si declina come una somma infinita di attimi presenti. Questi momenti devono essere utilizzati per praticare la ‘virtus‘ (valore). Solo se l’uomo osserverà il tempo dal giusto punto di vista e ne farà un buon uso, non proverà ansia per il suo scorrere e alla fine della vita non proverà rimpianti, essendo ben conscio di come l’ha speso.