Umberto Saba ed Egon Schiele ci raccontano la famiglia attraverso l’arte e la poesia

La visione della famiglia di Umberto Saba si traduce in arte col dipinto “Famiglia” di Egon Schiele.

La famiglia è la sostanza della poetica di Saba. Le sofferenze dell’infanzia prendono forma nella bellezza delle sue poesie e la sua concezione della famiglia sopravvive attraverso l’arte grazie a Egon Schiele.

Infanzia: il luogo della scissione interiore

Nato a Trieste nel 1883 l’autore verrà abbandonato dal padre e affidato alle cure di una nutrice chiamata Peppa con la quale vivrà per i primi tre anni di vita. La madre , Rachele, lo riprenderà con sè e il distacco dalla balia rappresenterà per Saba un altro trauma.Ferite  insanabili nutrite dall’abbandono del padre, dalla repressione materna e dall’allontanamento della balia costituiranno la base della propria poetica, vera luce nel dolore. È proprio nel suo “Canzoniere” che il poeta dà sfogo al proprio dissidio interiore, raccogliendo la propria anima in frantumi sparsi in un passato di malinconia e sofferenza. Massima espressione di questa condizione dell’autore è manifestata in uno dei sonetti più noti appartenenti alla sezione “Autobiografia” del “Canzoniere”.

Le cause del dissidio interiore nell’”Autobiografia”

Uno dei componimenti più indicativi della condizione dualistica del poeta è “Mio padre è stato per me l’assassino”. Saba individua la propria dicotomia nel conflitto tra il padre e la madre . L’ingenuità e la spensieratezza del primo,infatti, si scontrano con la rigidità della madre che “tutti sentiva della vita i pesi”. Il poeta, in questo sonetto, rivaluta la figura del padre incontrato a vent’anni e si identifica nel suo essere incostante e a tratti infantile. Saba comprende che le cause della propria scissione interiore sono ravvisabili nella leggerezza ereditata dal padre e nel dolore proprio della madre. Quest’ultima invita il poeta a non somigliare al padre,alimentando profondamente la lacerazione interiore dell’autore.

“Non somigliare-ammoniva-a tuo padre “

Ed io più tardi in me stesso lo intesi:

Eran due razze in antica tenzone.

La famiglia nel dipinto di Egon Schiele

Il quadro “Famiglia” di Egon Schiele ,conservato presso la Galleria Belvedere di Vienna, raffigura una famiglia che emerge su uno sfondo scuro. Il pittore ha riprodotto sè stesso nel volto del padre, ma in realtà quella rappresentata non è realmente la sua famiglia. Egon e sua moglie sarebbero morti, infatti, a breve a causa dell’epidemia spagnola. L’immagine ritratta dall’artista sembra rievocare la visione oscura e dolorosa che Saba ha della propria famiglia. Le figure nel quadro appaiono contorte e risaltano su uno sfondo nero che lascia un intenso senso di inquietudine. Sul dipinto sembra incombere il presagio di una famiglia che , in realtà , non sarebbe mai esistita e le posizioni innaturali dei protagonisti alludono proprio  a un sogno impossibile che risalta nei colori oscuri e nella rappresentazione dell’abbraccio. Le figure di Schiele costituiscono una sorta di piramide al cui apice vi è il padre. Egli  sembra essere intenzionato all’abbraccio , ma non traspare alcun senso di protezione nel suo atteggiamento. Allo stesso modo quello materno suscita un senso profondo di disperata rassegnazione. Dolore e assenza sono gli elementi cardine entro cui l’arte cresce e sprigiona la propria forza , così come accade in Schiele e Saba.

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