Tra eterotopia e razionalità: la pornografia secondo Valentina Nappi

In Porn and Common Space, un video pubblicato sul canale youtube di Tedx il 25 gennaio, Valentina Nappi, nota al grande pubblico soprattutto per la sua attività di pornostar, parla delle sue idee circa il ruolo della pornografia nella società contemporanea.

Valentina Nappi al Ted Talk di Bari

Il suo discorso inizia definendo il concetto di eterotopia, che, come spiega lei stessa, è un sottospazio in cui le regole, convenzionali e non, sono sospese o invertite. Come esempio porta il carnevale, festività in cui è possibile travestirsi in maniera stravagante senza destare sospetti, attrarre giudizi o provare vergogna.

A questo concetto subito associa la pornografia: è un’eterotopia anch’essa poiché “su un sito porno potete vedere una ragazza in posizioni, comportamenti e atteggiamenti che normalmente non vedete su un sito comune, anzi questi sono vietati sui siti comuni“, afferma Valentina Nappi.

La pornografia, però, al contrario del carnevale, tende a sconfinare nello ‘spazio comune‘ secondo Nappi, ad esempio con immagini di nudo su riviste o scene di nudo al cinema.

Nappi sostiene che la tensione del porno a entrare nella vita di tutti i giorni sia un fenomeno positivo e progressista poiché metterebbe a nudo le contraddizioni irrazionali degli essere umani: un bambino non può guardare una scena di tipo pornografico (“è illegale“), ma può essere indottrinato dalla nascita senza possibilità di contraddittorio (“è legale“).

Lo scopo di Nappi è probabilmente quello di eliminare le contraddizioni ed anzi fonderle insieme (è da notare a questo proposito il suo abbigliamento: stravagante e quasi carnevalesco), probabilmente in vista di un mondo più sfumato e non unicamente formato da dicotomie che si escludono a vicenda.

Questo approccio è, a mio modo di vedere, in larga parte condivisibile, poiché non c’è nessun motivo per cui un individuo che lavora nel settore del porno non possa avere anche una valenza filosofica da rispettare. O quantomeno merita comunque che gli si risponda con argomentazioni valide.

Vittorio Sgarbi

Vittorio Sgarbi, celebre critico d’arte, politico e personaggio mediatico, non ha saputo presentare alcun tipo di argomentazione se non la debolezza infinita di insulti gridati in televisione (a Stasera Italia, su Rete4, dove Sgarbi e Nappi hanno avuto un confronto il 20 gennaio) e su Facebook (dove, lunedì 28 gennaio, Sgarbi ha pubblicato un video in cui dice la sua sulla Nappi).

L’approccio di Sgarbi alla questione è ingiustificato poiché frasi come “occupati di porno” oppure “fa la pornostar? e allora parli di c***i” non restituiscono al dibattito una crescita proficua, anzi non fanno che minare la credibilità e l’autorevolezza dell’autore.

Le posizioni che Nappi ha preso sull’argomento sono tuttavia discutibili: la soluzione per modificare la situazione culturale sarebbe permettere anche al presidente della Repubblica di vestirsi da uomo ragno (sconfinamento del carnevale nello spazio comune) o riprodurre video porno in piazza nelle grandi città , a “Piccadilly Circus a Londra” o “Piazza del Popolo a Roma”, ad esempio.

Piccadilly Circus, Londra

Per quanto concerne il presidente della Repubblica, è difficile che il capo dello Stato Sergio Mattarella si presenti da qualche parte vestito da spiderman, poiché ciò intaccherebbe la sua credibilità e il rigore richiesto da istituzioni di questo livello.

Per quanto riguarda, invece, i filmati pornografici io non ritengo sia giusto proiettarli in piazza perché  spesso non rappresentano la realtà di un rapporto che rientra nella sfera sessuale, sono anzi modelli falsi a cui non va esposta una mente con strumenti critici inadeguati. Ma lo stesso discorso andrebbe fatto anche con l’indottrinamento inconsapevole che inizia nei primi anni di vita, riguardi esso religione, politica o anche la squadra del cuore.

Sul finire del suo discorso Valentina Nappi parla della dicotomia razionale/irrazionale: la prima categoria per lei corrisponde al giusto e la “libertà razionale” è il massimo obiettivo auspicabile ai giorni nostri, mentre la religione risulta soprattutto irrazionale e opprimente nei confronti dell’essere umano.

Ma Valentina Nappi si sbaglia: l’essere umano è per sua natura razionale e irrazionale allo stesso tempo e la religione non è il male del mondo poiché è solo uno dei tanti approcci con cui l’uomo ha cercato di relazionarsi ai suoi aspetti più misteriosi e incomprensibili.

Il discorso di Nappi si tiene sui binari della sfumatura e del diritto di una pornostar a dire la propria in campo filosofico salvo poi contraddirsi su stesso nell’esaltazione assoluta della ragione, diventando così di stampo dicotomico.

 

L’autore non si ritiene un’autorità in 
grado di sentenziare a chi spetti 
validità filosofica o meno, ha il solo 
intento di suggerire le criticità riscontrate in
approcci di questo tipo.

Simone Zaccaro
@abbaiandosudovest

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.