To the bone: combattere l'anoressia

Nel film fino all’osso, la protagonista Ellen, a causa di una situazione difficile sviluppa un disturbo alimentare, l’anoressia. Cos’è e perché alcune volte anche l’ambiente gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo dei disturbi alimentari?

Ellen è una ragazza di vent’anni, proveniente da una situazione familiare complicata. Il padre, mai presente nella sua vita, troppo occupato a lavorare per mantenere sia la ex-moglie Judy, madre biologica della ragazza, sia la sua seconda famiglia, composta da Susan e Kelly. 

La vita di Ellen non è stata facile sin dal divorzio dei genitori, e negli anni ha sviluppato una forma di anoressia, ponendo come obiettivo personale far sì che il proprio braccio riesca ad essere contenuto dal pollice e dall’indice della mano. Data la situazione, la matrigna Susan cerca di convincere Ellen a curarsi, ma la ragazza non è collaborativa durante la terapia e non porta a compimento le cure. Quando Ellen torna a casa dalla matrigna, trovando il padre via per lavoro e solo la sorellastra ad accoglierla. Non vedendo alcun miglioramento, Susan decide di darle un ultimatum: o inizia a mangiare adeguatamente o verrà cacciata di casa e obbligata a tornare dalla madre biologica a Phoenix.

Quali sono i principali disturbi alimentari?

La caratteristica comune a tutte le sindromi è una grave alterazione del comportamento alimentare non causata da malattie di competenza internistica o chirurgica. Le sindromi principali classificate nel DSM-5 sono tre: l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata. 

L’anoressia

La caratteristica centrale dell’anoressia è la magrezza causata da un comportamento alimentare volontariamente finalizzato alla perdita di peso e al mantenimento dello stesso.  Il termine “anoressia” è tuttavia inappropriato, in quanto fuorviante, significando infatti perdita dell’appetito. Coloro che soffrono di tale disturbo, non perdono l’appetito ma hanno il timore di mangiare in quanto temono di ingrassare. Questa paura è secondaria a un’alterazione dell’immagine del corpo. Esso viene percepito come troppo grasso anche nel momento in cui la reale condizione è di sottopeso e magrezza patologica. Il DSM-5 distingue due sottotipi di anoressia: quello restrittivo e quello con abbuffate e\o condotte di eliminazione. Nel primo sottotipo l’alimentazione è ipocalorica, vengono eliminati tutti i cibi grassi per ottenere e mantenere un peso al di sotto della norma, associandolo spesso a uno strenuo esercizio fisico. Nel secondo sottotipo invece il comportamento alimentare è caratterizzato da un’alternanza e dalla combinazione di episodi di iperalimentazione compulsiva e di strategie compensative  di eliminazione delle calorie ingerite come il vomito autoindotto e l’assunzione di lassativi e diuretici.

Percezione errata del proprio corpo

Quali sono le possibili cause dell’insorgenza di tale disturbo?

L’eziologia dei disturbi del comportamento alimentare è da ricondurre all’interpretazione tra tre ordini di fattori: la predisposizione genetica, le esperienze precoci e l’ambiente culturale, in cui la persona vive e in cui si trova ad affrontare la pubertà. La dipendenza dalle figure genitoriali, in particolare la madre, e livelli anormali di ansia di separazione sono caratteristiche psicologicamente di comune riscontro tra i pazienti. Negli ultimi tempi , l’applicazione sistematica di misure di valutazione dell’attaccamento ha consentito di inquadrare queste caratteristiche nell’ambito della teoria dell’attaccamento. Questa interpreta bulimia e anoressia come strategia di diversione psicologica da temi conflittuali. Temi concernenti la separazione e l’emancipazione delle figure di attaccamento. 

Julia Trifiletti                         


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