Timmy Turner ci insegna come imparare dai nostri fallimenti

Timmy Turner

Timmy Turner è un bambino di 10 anni che possiede due creature magiche che possono realizzare qualunque desiderio. Cosmo e Wanda, i suoi “fantagenitori“, cercano di educare il bambino perché distante dai suoi veri genitori. Ma cosa potrà mai fare un bambino che può realizzare qualunque desiderio ogni volta che lo vuole? Letteralmente di tutto, e qui iniziano i guai. Sto ovviamente parlando del cartone animato “Due Fantagenitori” in cui ogni puntata è caratterizzata da Timmy che esprime desideri che inizialmente gli semplificano la vita ma che di fatto poi lo portano a conseguenze pericolose. Ogni volta in cui il bambino desidera qualcosa, arrivano sempre delle atroci conseguenze con cui dovrà combattere e che altri desideri non possono aggiustare.

La logica del desiderio

Ma cosa succederebbe davvero se ognuno di noi potesse esprimere e realizzare qualsiasi desiderio in modo immediato? Molto probabilmente il mondo piomberebbe nel caos o comunque diventerebbe irriconoscibile. E se una sola persona potesse esprimere qualsiasi desiderio a discapito di altre? In quel caso avremmo una vera e propria dittatura da cui non potremmo mai ribellarci. La logica del desiderio è inoltre caratterizzata dal fatto che ottenere una cosa in modo immediato, senza fatica, ci spinge ben presto a disprezzarla o dimenticarcene. Per cui vivremmo sicuramente in una società in cui ogni stimolo naturale di conquista e di competizione, che ci caratterizza, verrebbe totalmente e mancare. L’assenza di tensione vitale, comunemente definita noia, potrebbe distruggerci da un momento all’altro. La nostra natura umana (competitiva, cooperativa, egoista, fiduciaria e così via) ha bisogno dello stimolo del desiderio ma non di quella dell’immediatezza: quando raggiungiamo un traguardo ci poniamo poi un obiettivo più alto e così via. Se potessimo avere immediatamente tutto ciò che desideriamo, allora arriveremmo a creare una società di zombie.

La cultura del fallimento 

Ma torniamo a Timmy Turner. Ogni volta che il bambino esprime un desiderio, si trova subito a dover combattere con gli effetti disastrosi che esso produce. Anche desiderare un mondo senza guerre o cibo ed acqua per ogni individuo arriva poi a portare conseguenze disastrose. Questo avviene perché le cose non sono state ottenute fisiologicamente, con una storia concreta, ma sono piovute dal cielo. Questa logica sconvolge ogni equilibrio esistente. Allo stesso tempo, alla fine di ogni puntata, Timmy impara qualcosa dal suo fallimento e dal desiderio espresso. l’obiettivo dei fantagenitori è infatti quello di rendere autonomo il bambino con mezzi educativi poco consueti. Per poter imparare a camminare dobbiamo cadere varie volte. Il fallimento è però un’arma a doppio taglio: lo si può vedere come una demoralizzazione infinita o come una possibilità per capire dove si è sbagliato e ricominciare. Il messaggio che ci portiamo a casa da Timmy Turner è proprio questo. non importa quello che possiamo avere subito, ma importa come lo otteniamo e, come in qualsiasi percorso, gli incidenti ed i fallimenti non mancheranno di certo. Bisogna però imparare da questi e diventare sempre migliori. In fondo è proprio la bellezza della vita.

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