L’importanza cruciale dei soldi nella nostra società è un dato di fatto, anche se di rado ci interroghiamo sulla loro natura. Nel celebre film “The Wolf of Wall Street” troviamo come protagonista Jordan Belfort, un giovane broker ossessionato dalla ricchezza interpretato da Leonardo di Caprio. In una scena incita i suoi dipendenti esclamando: “Voglio che risolviate i vostri problemi, diventando ricchi!” puntando dunque ai soldi come alla magica soluzione per qualunque difficoltà. All’interno del blockbuster, tratto dalla vita reale del broker Americano, tutto ruota intorno al denaro in una frenetica giostra di donne, droghe e banconote da 100 dollari. Ma da dove arriva esattamente il concetto di “soldi”? Che cos’è esattamente la moneta? La filosofia può aiutarci a capire questo fenomeno finanziario?
Il ruolo dei soldi in “The Wolf of Wall Street”
Nel film di Martin Scorsese, i soldi sono i protagonisti indiscussi: sono il centro gravitazionale del film. Dopo il crollo della borsa durante il cosi detto “lunedì nero” il giovane apprendista broker Jordan Belfort viene licenziato da una prestigiosa azienda di Wall Street. Mosso da una smania di diventare milionario, Jordan decide di mettersi in proprio con l’amico Donnie Azoff, creando un ufficio di brokeraggio al limite della criminalità. Grazie ad una complessa rete di truffe Jordan Belfort diventa ricchissimo in poco tempo, e si lascia andare agli eccessi più estremi.
I soldi hanno un valore intrinseco?
Ci interroghiamo sulla natura metafisica del denaro sin dalla sua comparsa. Le risposte a domande come ‘cosa sono i soldi?’, si dividono essenzialmente in due campi. Chi come Aristotele crede che i soldi stessi siano una merce di scambio e chi invece sostiene che siano una rappresentazione fisica di un credito. Nella prima ipotesi la moneta ha valore intrinseco e ha tre funzioni principali: serve come mezzo di scambio, unità di contabilità e come sistema di accumulazione di valore. In un’economia fondata sul baratto, lo scambio avviene solamente quando due individui scoprono di volere esattamente cosa offre l’altro. Questa coordinazione di esigenze non è comune poiché richiede la doppia coincidenza di voleri dei due attori e la loro contemporaneità. Per ovviare all’inefficienza di questo sistema, sottolineata da Adam Smith in “La Ricchezza delle Nazioni” si utilizza un bene intermediario per facilitare gli scambi. La caratteristica principale di questi beni intermediari è che siano desiderabili da tutti, in molte civiltà antiche erano capi di bestiame, evoluti poi in monete di metalli preziosi.
Il denaro inteso come pegno
Nella seconda concezione dei soldi stessi rappresentano una promessa di credito, ed il loro valore è puramente un costrutto sociale. Per funzionare, questo sistema si appoggia su due premesse chiave: la promessa di pegno è sufficientemente credibile, e che il credito è trasferibile, ovvero che il debito espresso dalla banconota verrà accettato come pagamento anche dagli altri agenti commerciali. Questa visione della natura dei soldi si basa su ciò che John Searle chiama l’ “intenzionalità collettiva”: ovvero il meccanismo secondo il quale i soldi vengono accettati e riconosciuti come tali dall’intera comunità economica. Una volta completato questo processo i soldi diventano una regola sociale permanente, ed il sistema monetario può incominciare ad operare.
La filosofia dei soldi
Non credo che Jordan Belfort fosse particolarmente interessato all’intersezione tra filosofia e denaro, ma forse questo è stato un errore. I soldi, avendo un ruolo così fondamentale all’interno della nostra società, vanno studiati e compresi. Come spesso capita nei dibattiti metafisici, non esiste una risposta chiara alla domanda: che cosa sono i soldi? Ma la speranza è che da questa domanda ne nascano altre, e che riflettere sull’essenza dei soldi ci porti a comprendere meglio loro e la nostra società.