E se il presente fosse un istante sospeso tra due nulla? Un attimo di solitudine destinato all’oblio del passato…

Joel, antieroe eppure “protagonista” del videogioco The Last Of Us, incanala perfettamente l’esempio dell’uomo circondato dalla solitudine dell’istante, non ancora resosi conto di essere solo una semplice nota di una canzone senza fine.
L’ultimo di noi
Joel sembra rappresentare perfettamente la nuova civiltà umana post-catastrofe.A causa di eventi passati, che vedono la sua unica figlia morire davanti ai suoi occhi, è divenuto un uomo freddo e implacabile.Un lupo per altri uomini che non esita a uccidere e derubare pur di sopravvivere.A causa di una spora che trasforma le persone in infetti iperviolenti infatti, la società civile è crollata, lasciando spazio a piccole comunità dove vige la legge del più forte.L’uomo è sull’orlo dell’estinzione e, per guadagnare anche un solo altro istante di vita, non esita ad abbandonare la sua parte più umana, uccidendo e depredando gli altri in un fugace inno alla vita.
Il presente come perdizione
Joel sembra non pensare più al passato, e nemmeno al futuro.Il presente è divenuto il suo campo di battaglia contro la morte.Ogni giorno potrebbe essere l’ultimo.La sopravvivenza è incerta e tortuosa.Joel diviene un’uomo che ha scoperto il vero volto del tempo: l’istante sospeso tra due nulla.Solo l’istante conta veramente.Il passato ed il futuro vengono spogliati della loro falsa libertà, divenendo dipendenti dall’istante, unica certezza in un tempo deforme.Infatti esso per Bachlar non è più una linea pura e immacolata, ma un raggruppamento discontinuo di attimi.Bachlar crea un tempo matematicizzato dove l’unita di misura è l’istante, ingranaggio fondamentale di ciò che è e che sarà.Esso va a comporre ogni sezione del tempo, divenendo la sua vera essenza.Tuttavia, anche l’istante sembra essere guidato da qualcosa, capace di condurlo sulla strada del futuro: il pensiero.Esso sembra essere in grado di indicargli una via da seguire.Il tempo pensato, più forte del tempo vissuto, trasforma un disordine di istanti in qualcosa di significativo.Come un architetto che dà forma ad una casa o un uguale che dà un significato ad un operazione matematica.Il pensiero elimina il caos, assemblandolo in un ordine apparente.
Il presente come sinfonia del tempo
L’istante per Bachlar è si una statua eretta alla solitudine, ma anche un qualcosa di magico e audace.È una nota poggiata sulla curva dell’avvenire.Il tempo diviene un abile direttore d’orchestra, e gli istanti il suo gruppo di strumentisti prediletto.Bachlar la chiama “sinfonia del mondo”.Ogni attimo diviene una nota che andrà a comporre l’eterna canzone del tempo.Il passato sarà il suo flebile eco, e il futuro il suo lucente crescendo.Tuttavia, cosa sarebbe una canzone senza le sue pause? La filosofia di Bachlar non è incentrata sulla pienezza, ma sulla discontinuità, perché è essa a fornire ritmo e libertà ad una canzone.Il silenzio è il giardino su cui la musica fiorisce dolce.Ció sembra potersi applicare anche alla vita, dove riposo e azione sono due riflessi dello stesso specchio.Dolore e felicità, amore e solitudine, lacrime e abbracci, divengono solo note, aspre o dolci, di un brano senza fine, destinato ad essere cantato fino al tramonto dell’eternità.
E se c’è perdizione, forse un giorno ci sarà anche speranza, persino per lui…