“The Book of Deer”: ecco la storia del più antico manoscritto scozzese

The Book of Deer è il manoscritto in lingua gaelico-scozzese più antico del mondo: ecco la sua storia. 

File:Manoscritto con antologia per viaggiatori, 1547.JPG
Posta come esempio di manoscritto By Sailko – Own work, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=43381364

Un gruppo di archeologi ha localizzato il sito di Deer Monastery, luogo dove è stato scritto il manoscritto scozzese più antico al mondo.

 

Il nome del manoscritto gaelico-scozzese più antico

The Book of Deer, ecco il nome del manoscritto scozzese più antico al mondo, un Vangelo da dirsi tascabile, caratterizzato da raffinate decorazioni e prodotto nell’antico monastero di Deer nel nord-est della Scozia durante l’Alto Medioevo. La sua collocazione geografica è stata a lungo un mistero, ma recenti indagini archeologiche condotte dal Book of Deer Project hanno portato a identificare la presunta posizione del monastero nei pressi del villaggio di Mintlaw, in Aberdeenshire. Il manoscritto, originariamente redatto in latino e irlandese arcaico nel IX-X secolo, include aggiunte in gaelico scozzese risalenti all’XI-XII secolo, che forniscono preziose informazioni sulla fondazione del monastero e la concessione di terre nella zona, contribuendo così a un migliore inquadramento storico e geografico dell’antico convento.

The Book of Deer  - Manoscritto
Il manoscritto scozzese The Book of Deer esposto alla Cambridge University Library. Midas Media

Le indagini

Le ricerche archeologiche, condotte con il supporto di volontari, hanno focalizzato l’attenzione su un’area vicino alle rovine dell’abbazia cistercense di Deer, dove i monaci si trasferirono nel 1219. Nel corso degli scavi del 2022, guidati dalla ricercatrice Alice Jaspars dell’università di Southampton, sono emersi reperti come ceramiche, frammenti di vetro e uno stilo, tutti datati allo stesso periodo delle aggiunte in gaelico al manoscritto. Questi reperti forniscono ulteriori elementi per comprendere il contesto storico e culturale in cui il “Book of Deer” è stato creato, contribuendo a ricostruire la storia del monastero e della comunità che lo ha prodotto.

L’importanza della filologia nelle operazioni di ricerca

La combinazione tra filologia e ricerche archeologiche è fondamentale per comprendere in modo più approfondito la storia di un periodo specifico e delle comunità che lo hanno abitato. Nel caso del Book of Deer e delle indagini sul sito e nei pressi del monastero di Deer, la filologia è stata essenziale per analizzare il contenuto linguistico del manoscritto e per stabilirne una collocazione temporale, mentre le scoperte archeologiche hanno fornito contesto materiale e tangibili evidenze. In questo contesto, la filologia, ha permesso di studiare le diverse sezioni del manoscritto, scritte in latino, irlandese arcaico e gaelico-scozzese. Questa analisi linguistica ha permesso agli studiosi di stabilire le fasi di redazione del testo e di individuare le aggiunte successive in gaelico, fornendo così preziose informazioni sulla storia linguistica e culturale della regione nel corso dei secoli. D’altra parte, le scoperte archeologiche  hanno contribuito con reperti come ceramiche, frammenti di vetro e altri oggetti, i quali hanno permesso agli archeologi di datare gli strati di depositi e di collegare le attività monastiche ai periodi specifici in cui sono state realizzate le aggiunte al Book of Deer. Questa correlazione e interazione tra evidenze materiali e testuali ha arricchito notevolmente la comprensione della vita monastica, delle pratiche culturali e dell’evoluzione linguistica della comunità legata al monastero nel corso dei secoli.

 

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