Pulp Fiction è uno dei film più famosi della storia del cinema, ma qual è il suo legame con il genere letterario a cui fa riferimento?
A distanza di circa settant’anni Quentin Tarantino riprende l’etichetta ”pulp” e la usa come titolo per uno dei suoi film. Pulp Fiction ha riscosso un successo mondiale, e non solo, ha riscattato le sorti del genere.
Il genere Pulp
Nato in America sullo scorcio degli anni Venti, il genere Pulp ha una storia davvero particolare. Il termine ”pulp” viene infatti genericamente tradotto come ”polpa” dall’inglese, ma in verità fra le sue altre sfumature di significato troviamo anche quella di ”pasta di legno” o ”stracci”. Dato che ormai il termine è stato metabolizzato dalla lingua italiana, non si fa più caso a questa differenza, ma il genere venne definito così perché le riviste pubblicate erano caratterizzate da una carta di bassissima qualità, realizzata appunto, in pasta di legno. Le cosiddette pulp magazines conoscono un successo maggiore durante il decennio successivo, quando non solo il genere si delinea sempre di più, ma diventa una vera e propria icona. Quello che contraddistingue queste riviste sono soprattutto le copertine, le quali hanno dei colori molto sgargianti e non solo, sono anche caratterizzate da delle rappresentazioni un po’ spinte. I colori adottati, il formato e lo stile del disegno, ricordano tanto quello dei fumetti odierni, tanto da poterli considerare suoi ”discendenti”. La differenza fra i due consta però sostanzialmente nei contenuti trattati, le prime infatti, sono molto più adatte ad un pubblico adulto.
I primi titoli e la rivisitazione
Due delle riviste più importanti di quegli anni sono Weird Tales e The Strand. Il primo editore di Weird Tales inoltre, lanciò autori come H.P.Lovecraft e Clark Ashton, i quali diventeranno due degli esponenti maggiori. Si vanno delineando così delle storie segnate da crimini, sangue e in generale delle vicende molto crude. Non mancano stranezze e nemmeno una narrazione prolissa, con una grande quantità di avverbi ed aggettivi. Si tratta insomma di un genere che potrebbe essere accostato, per certi punti di vista all’horror. In Italia il pulp viene ripreso intorno agli anni Novanta, quando si formò un gruppo di scrittori che venne chiamato ”I Cannibali”. Il nome che ha una certa correlazione con il genere, nasce effettivamente dopo la pubblicazione dell’antologia di Daniele Brolli, intitolata ”Gioventù Cannibale”. Fanno parte del gruppo: Tiziano Scarpa, Isabella Santacroce , Aldo Nove e altri, benché non abbiano mai creato un gruppo proprio o professato la stessa corrente
Tarantino e il Pulp
Nel 1994 esce Pulp Fiction il famigerato film di Quentin Tarantino. Destinato a divenire uno dei film più conosciuti ed apprezzati della storia del cinema, grazie al titolo -che comunque si lega alla trama- rilancia fortemente il genere pulp, pur travisandone un po’ il significato. Non mancano di certo scene di violenza o ancora scene un po’ più spinte, che erano alla base delle prime riviste. Pur essendo il pulp un genere propriamente letterario infatti, Quentin è riuscito a farne un ”modo di fare cinema”, che di certo lo contraddistingue. Non a caso come già detto, il genere torna in auge in quegli anni, tanto che in Italia l’antologia curata da Brolli esce nel 1996, per Einaudi. Quel che ha fatto Tarantino è stato servirsi di una definizione prettamente letteraria pur accostandola ad un termine che è invece proprio del cinema, fiction. Per fiction si intende di solito la narrazione e la rappresentazione di puri atti di fantasia o che comunque sono molto lontani dal reale. Il concetto di fiction inoltre si sposa abbastanza bene con quella che è la struttura del film stesso: il tutto si svolge nell’arco di una giornata, ma non c’è un vero e proprio ordine cronologico degli eventi, ma più una struttura circolare. Inoltre troviamo anche una suddivisione interna che non lascia nulla all’interpretazione, poiché è ben chiara all’atto della visione. Il riadattamento fatto da Tarantino ha cambiato moltissimo il modo d’intendere il pulp, tanto che tutti i suoi film vengono definiti tali. Cinematograficamente parlando, sarebbe molto più giusto far confluire questo tipo di produzione sotto l’etichetta ”exploitation”, ma oggi grazie all’immensa fortuna e al genio di Tarantino, è nato un altro sinonimo, ”tarantiniano” che sostituisce molto spesso la parola ”pulp”.