Gli aiutanti del protagonista sono fondamentali nello svolgimento di racconti, storie o saghe. La saga di Harry Potter e le Argonautiche di Apollonio Rodio ce ne presentano due particolarmente ingombranti…
In tutti i racconti esistono protagonisti, in molti essi sono affiancati da aiutanti, fondamentali per lo svolgimento della storia. Ma che cosa avviene quanto un aiutante rischia di essere più ingombrante del protagonista? Due esempi ci vengono presentati dal poema epico Le Argonautiche di Apollonio Rodio e dalla saga di Harry Potter: in entrambi i racconti infatti il protagonista rischia di essere eclissato dall’illustre storia o dalle abilità di uno dei suoi aiutanti.
L’aiutante di Giasone
Il protagonista delle Argonautiche di Apollonio è Giasone, incaricato da Pelia, re di Iolco in Tessaglia, di recuperare il vello d’oro in Colchide. Un’impresa praticamente impossibile: Pelia infatti avrebbe voluto liberarsi del nipote, dal momento che un oracolo aveva predetto che l’avrebbe spodestato. Giasone raduna molti valenti eroi, alcuni dei quali sono genitori dei successivi eroi del ciclo omerico: Peleo, padre di Achille, suo fratello Telamone, padre di Aiace, Orfeo, i Dioscuri, Eracle, con il suo scudiero Ila. Ed è proprio Eracle che, per la sua storia e per il suo stato di semi-dio, figlio prediletto e protetto di Zeus, rischia di eclissare Giasone e che pertanto deve essere eliminato dalla storia. Certo Apollonio non poteva pensare di farlo morire, né tanto meno di farlo risultare ferito in uno scontro: al grande Eracle, che ancora in fasce uccise a mani nude due serpenti, non può spettare un destino così tanto crudele. Deve essere una forza altra, diversa da quella fisica e scatenata dagli dei, a prevalere sull’eroe. L’espediente, talmente geniale che sarà ripreso poco dopo da Teocrito in uno dei suoi Idilli, che consente ad Apollonio di liberarsi di Eracle riguarda Ila, il suo giovane scudiero. Egli viene rapito dalle Muse presso una fonte, dove si era recato per prendere acqua per i suoi compagni. Eracle, accorgendosi della scomparsa del ragazzino, si getta alla ricerca del giovane, abbandonando la spedizione degli Argonauti che partono senza di lui. Giasone ha così campo libero per essere davvero l’eroe protagonista del poema e per diventare a sua volta un eroe importante e degno di essere ricordato, proprio come Eracle.
L’aiutante di Harry Potter
Lo so, quando si parla di Harry Potter si rischia sempre di banalizzare tutto: l’universo creato da J.K. Rowling è molto complesso e ricco di diverse sfumature. Per quanto i film semplifichino molto la storia raccontata nei romanzi, approfondiscono bene l’amicizia sincera e profonda che intercorre tra Harry ed Hermione. Hermione è al suo fianco sempre, anche quando Ron lo abbandona, ed è perciò la più preziosa aiutante che Harry abbia in tutta la saga. Il problema è che Hermione rischia davvero di essere troppo ingombrante per Harry: fin da subito si dimostra molto sveglia e capace, migliore di Harry in molte situazioni. Come risolvere dunque il problema? Come fare in modo che Harry sia davvero il protagonista e che si ritrovi da solo nei momenti più delicati? Per risolvere questo problema la Rowling usa un metodo semplice ma geniale, la differenziazione degli ambiti. Hermione è la migliore tra i banchi di Hogwarts, è la migliore nello studio teorico e pratico, è la migliore a lezione; Harry è migliore nelle situazioni in cui si trova. La Rowling così non sacrifica l’intelligenza di Hermione, personaggio che non può essere tolto di mezzo con un espediente, ma che può stare al fianco di Harry dall’inizio alla fine senza ostacolarlo, pur essendo, in teoria, più capace. Un emblema di ciò è l’avventura al Dipartimento dei Misteri (nella versione del libro e non in quella molto sacrificata del film) in Harry Potter e l’Ordine della Fenice: Harry, insieme con Ron, Hermione, Ginny, Neville e Luna si trovano a dover affrontare una dozzina di Mangiamorte. Gli unici due ragazzi che non subiscono danni eccessivi dagli “schiantesimi” dei Mangiamorte sono Harry e Neville, mentre Hermione viene “schiantata” quasi subito. Come mai? Perché i ragazzi non sono a scuola: Harry ha molto più sangue freddo, molta più prontezza di riflessi e, diciamocelo, la solita fortuna del protagonista dalla sua parte. Hermione diventa così la prova vivente che essere migliori a scuola non vuol dire esserlo nella vita. Così lei non viene sacrificata, perché molte volte aiuta e tanto Harry facendo anche cose straordinarie (come preparare la pozione Polisucco a soli dodici anni!), ma non interferisce con il protagonista assoluto della vicenda, non essendo sempre in grado di far fruttare le proprie capacità di fronte ad un vero pericolo. Hermione è una protagonista relativa e si accontenta di esserlo: è sempre arrabbiata con Harry quando la supera in qualcosa a scuola. Le aule di Hogwarts sono il suo campo di battaglia, lì è lei la protagonista e Harry non può superarla anche lì. Le vite di Harry e dei suoi amici però sono spesso decise fuori dalle aule…