Sesso e peccato: scopriamo cinque curiosità sul ruolo che il peccato carnale assume nella confessione

La confessione dei peccati presenta una grande varietà di tipologie, ma anche alcuni elementi comuni alle diverse forme religiose. Vediamo qual è il peccato più confessato in tutte le religioni fin dall’epoca preistorica.

Perché la lussuria scatena altri peccati?

La confessione dei peccati è comune a gran parte delle religioni  moderne, antiche e pre-antiche: non è un’esclusiva della religione cristiana, né di quelle abramitiche o delle cosiddette religioni superiori, essa -infatti- era praticata nell’antico Egitto, nella regione mesopotamica, in Asia minore, in India, in Cina, nel Giappone shintoista ed è eseguita presso moltissime civiltà primitive in Africa, Malesia, Oceania e Americhe. La confessione assume -certamente- peculiari caratteristiche a seconda del tipo di credo, ma presenta alcuni elementi comuni.

1 . Una confessione “universale”

Esistono molteplici tipi di confessione che possono essere classificati in base a diversi criteri: ad esempio, si può distinguere una confessione di tipo individuale (vd confessione auricolare cristiana) o pubblica (nella seconda fase del Giudaismo o nel manicheismo).

Ma tutte hanno in comune il ruolo della parola parlata, ossia l’enunciazione del peccato che è seguita da una specifica pratica eliminatoria perché il peccato deve essere espulso attraverso: vomito o sputo (presso alcune popolazioni peruviane), abluzione e bagni, estrazione di sangue dalla lingua o dalle orecchie (sia presso alcune tribù messicane, sia presso i Pigmei della penisola di Malacca), sacrifici, invocazioni o recitazioni di formule.

Inoltre, presso tutte le culture la confessione è associata a un rito catartico in cui il peccatore si libera della paura del male presente o imminente e dell’eventuale rimorso (il tema del senso di colpa, ossia l’interiorizzazione del peccato appartiene soltanto alle cosiddette religioni moderne).

Confessare al prete sempre gli stessi peccati, è normale?

2. Il peccato per eccellenza

Presso le comunità primitive (ma non solo) il peccato più frequentemente confessato è quello carnale, o meglio sessuale, molto di rado omicidi o furti. All’interno dei numerosi peccati della carne, troviamo: adulterio, incesto, copulare in giorni proibiti o in luoghi inappropriati, avere rapporti durante la gravidanza o durante le mestruazioni, onanismo, procurare un aborto…

Ma perché, tra i tanti, è proprio il peccato sessuale a primeggiare?

Innanzitutto, perché serviva a spiegare deficit e/o patologie e anche eventi fuori dall’ordinario legati alla sessualità (sterilità, parto difficile, parto gemellare); inoltre, all’atto sessuale in sé erano associati impurità e pericolo di contaminazione e -spesso- esso, ossia l’atto sessuale, poteva essere praticato in forma irregolare e, addirittura, risultare debilitante.

Il sesso -o meglio, il sesso che contravveniva a determinate norme religiose (diverse da comunità a comunità)- era visto come un tabù e, al contempo, rappresentava la sfera in cui era più facile e frequente peccare. In altre parole, per esempio, giacere con il partner in un giorno “illecito” era molto più comune rispetto all’atto del rubare o dell’uccidere.

IL SESSO: LA SACRA FORZA VITALE – Leonardo Leone

3. Adulteri e confessioni durante il parto

Spesso e volentieri, erano le donne a dover confessare relazioni sessuali illegittime, specialmente durante parti difficili, i quali venivano interpretati come l’effetto di un grave peccato carnale. Questa pratica confessionale era (talvolta ancora oggi) diffusa presso tribù della Liberia, Sudan, Guinea, Guatemala, Brasile, Jucatan, Siberia…

Le partorienti erano costrette a nominare i propri amanti per risvegliare, ridare “vita” e calore agli organi genitali che apparivano “sopiti”, paralizzati durante il parto; solo la confessione del peccato, con esplicita nomina degli amanti e particolareggiata descrizione dei modi e dei tempi dell’avvenuto misfatto, poteva salvare il parto.

In Messico, le donne erano solite fare dei nodi su una lunga corda, segnando il numero delle relazioni amorose e pronunciando ad alta voce il nome dei diversi partner: alla fine, il cordone pieno di nodi -tanti quanti erano gli amanti- veniva bruciato.

4. Peccati sessuali e tempo atmosferico

Ai peccati sessuali erano imputati fenomeni atmosferici e calamità, ad esempio:

  • presso i Bakwena (Sotho-Tswana Bantu, Sud Africa) l’assenza di pioggia veniva spiegata come conseguenza di un peccato sessuale, come l’aver avuto rapporti durante il periodo del lutto; e il presunto colpevole veniva spogliato e sottoposto a estrazione di sangue dall’uretra;
  • presso alcune tribù peruviane, si credeva che il forte gelo fosse causato da uno dei due gemelli, quello ritenuto “illegittimo”, perché figlio di un altro padre.

Buddhismo in Thailandia - Wikipedia

5. Il sesso per i monaci

Anche i monaci non sono esenti dal peccato sessuale:

  • nel Buddhismo, durante le festività e le riunioni quindicinali dei monaci, veniva recitato il Patimokkha, il codice base della disciplina monastica, costituito da 227 regole per i monaci pienamente ordinati (bhikkhu) e 311 per le monache (bhikkhuṇī); si trattava di un elenco di colpe, ripartite in otto sezioni e ordinate per gravità; il peccato più grave era -ancora una volta- quello sessuale: i monaci dovevano astenersi da qualsiasi tipo di rapporto, pena l’esclusione dall’ordine.
  • nel Cristianesimo, il peccato sessuale riguarda – in certe forme- tutta la comunità di fedeli (vd “non commettere atti impuri”), ma specialmente i monaci che devono reprimere totalmente la sessualità, distinta in tre forme: unione sessuale illecita, masturbazione, erezione ed eiaculazione involontarie.

La sessualità nella religione cristiana, così, come in altre religioni sovrannazionali è una tematica molto complessa perché spesso deve fare i conti con le usanze dei popoli presso cui si è diffusa (es. in alcune regioni dell’Africa la poligamia è tollerata dalla Chiesa locale).

Soltanto a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, la storia delle religioni ha dedicato uno studio sistematico alla confessione dei peccati al di fuori della religione cristiana. Ancora, le ricerche riguardanti il rapporto tra sessualità e forme religiose sono fiorite soltanto negli ultimi cinquant’anni, nonostante -come si è brevemente visto- la sessualità sia centrale nella dimensione del peccato e in quella della confessione in molte religioni primitive, antiche e moderne.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.