In che modo veniva vissuto il sesso nel Medioevo? Ce lo spiega Alessandro Barbero.
Potrebbe forse stupire, sentir parlare di sesso e di Medioevo come argomenti correlati. Invero, il Medioevo era un periodo molto più aperto e moderno di quello che ci si possa aspettare: come era vissuto, quindi, il sesso dai medievali?
Sfatare un mito
L’idea che il Medioevo sia un periodo buio, inesplorabile e bigotto è ormai una delle più gettonate. Si tratta, in realtà, di una cattiva presentazione fatta dagli umanisti rinascimentali, i quali hanno optato per conferire a questo periodo un nome già un po’ parlante, “età di mezzo”, ma età di mezzo rispetto a cosa? Rispetto a due momenti storici ben riconoscibili: l’età Antica e l’età Moderna. Sebbene non si conti una grandissima disponibilità a livello di fonti, non mancano comunque documenti o attestazioni che possano restituire la vera realtà dei fatti. Il Medioevo non è così come si tende ad immaginarlo, non è solo un periodo di torture e persecuzioni, anzi, porta con sé quelli che sono i cardini di uno sviluppo futuro e, soprattutto, ci restituisce una realtà culturale e religiosa delle più vivaci.
Il sesso era veramente un tabù?
La risposta è: dipende. Il Medioevo è un periodo molto lungo, si parla di secoli e secoli che si susseguono ed è impensabile immaginare che ci sia stata una singola linea di pensiero. La sua bellezza risiede proprio nel cambiamento e nelle trasformazioni che lo percorrono: barbari, pagani, cristiani, culture che si fondono e si accavallano. Se si dovesse fare un discorso generale e (quasi) oggettivo, no, il sesso non era un tabù per i medievali, tutto al contrario: la sessualità veniva vissuta in maniera molto più libera rispetto a quanto si possa credere e non c’erano particolari restrizioni. Soffermarsi su tutto l’arco temporale è impossibile e si opterà quindi per fare un maggiore focus nei secoli XII-XIII, ovvero, nel Basso Medioevo.
Nel Medioevo si parla di sesso come un bisogno naturale, quindi perché negarlo? Inoltre, occorre specificare che era pensato e vissuto alla stessa maniera sia dagli uomini che dalle donne, condizione non scontata. Già nelle novelle di Boccaccio il sesso viene presentata in maniera libera e schietta: i suoi personaggi hanno amanti, trasgrediscono al matrimoni. Si aggiungano i flabliaux francesi, scritti in versi, la maggior parte del Duecento, che raccontano storie piccanti di preti seduttori e acculturati. Queste informazioni – e altre – sono tutte rinvenibili in una delle lezioni di Barbero:
Una delle contrapposizioni
Se si volesse, invece, fare un passo indietro e concentrarsi sui primi secoli del Medioevo e, in particolare, sui primi secoli dell’età cristiana, possiamo rintracciare e ritrovare altri punti di vista, molto più serrati. Questi, in realtà, non avvolgono tutto il tessuto sociale, ma vedono da vicino la dottrina cristiana. Come succede oggi, si ripropone la stessa impostazione: i rapporti non erano contemplati se non a scopo riproduttivo e, venivano condannati tutti quelli che miravano al solo piacere fisico. Tale assetto non è solo ed esclusivamente tipico dell’ambito sessuale ed è una precisione tanto importante da fare: il cristiano opponeva questo pensiero su tutto, dal cibo al sesso. Tutto ciò che ringuardava – in soldoni – i peccati capitali, veniva condanato e abolito. Si trovano informazioni ne il Pedagogo di Clemente di Alessandria, il quale illustra in maniera molto precisa e puntuale quelli che dovrebbero essere i doveri di un cristiano. Dire, però, che il Medioevo è un periodo buio o che il sesso fosse un tabù, non coincide con la realtà. Sarebbe forse meglio cercare di vedere quest’epoca con la stessa ottica che viene usata per tutte le altre: un passaggio storico, ricco di informazioni e, soprattutto, il nucleo generativo del successivo Rinascimento.