Queste due figure sembrano dialogare attraverso il tempo sul tema della brevità della vita. Morti entrambi suicidi, ci fanno innamorare dell’esistenza.

Quello che accomuna il filosofo spagnolo del I secolo d.C. al DJ svedese Tim Bergling, noto in tutto il mondo con il nome d’arte di Avicii, è la sensibilità nei confronti del tema della vita e della sua brevità. Entrambi ci hanno lasciato suggerimenti preziosi.
IL SUICIDIO
Lucio Anno Seneca è ricordato tra i massimi filosofi stoici dell’antichità romana. È stato già ricordato il suo suicidio: avvenne nell’anno 65 d.C. a seguito del fallimento della congiura dei Pisoni, ordita contro l’imperatore Nerone. Lui, che soprattutto durante il quinquennium felix aveva tentato di guidarlo con la virtù della clementia, cadde insieme ad altri congiurati, quando furono scoperti. Fu costretto al suicidio, e ricordiamo questa scena grazie al racconto di Tacito. Ma cosa credeva Seneca riguardo alla fine della vita? Il filosofo riteneva che ci sono casi in cui non è obbligatorio rimanere vivi ad ogni costo: infatti, come spiega nell’epistola 70 a Lucilio, non è tanto importante vivere, quanto vivere bene. La morte in giovane età di Tim Bergling, nonostante la diversa natura del suicidio, è un esempio perfetto di quanto postulato da Seneca. Ma le affinità tra i due ovviamente non finiscono qui.

DE BREVITATE VITAE
Il tempo fu una vera ossessione per il filosofo. Vediamo come torna tra i suoi scritti con una metodicità quasi maniacale. Lo troviamo in intere sezioni delle Epistulae Morales ad Lucilium, ma soprattutto in un opera in cui questo tema fa da sfondo a quello generale della vita: il De brevitate vitae. Mai come in un mondo come il nostro riusciamo a sentire vicine le sue gelide sententiae, che scottano come se fossero fuoco. Il bersaglio di Seneca sono ovviamente gli occupati, gli affaccendati che rincorrono i propri giorni come se questi non avessero una fine, e che occupano il loro tempo cercando di produrre il più possibile, trascurando i luoghi più interiori dell’anima. Se facciamo attenzione alle parole pronunciate all’inizio del videoclip di The Nights, celebre singolo di Avicii, possiamo ascoltare una vera e propria massima senecana: “When I die I want to be remembered for the life i lived, not the money i made”, ovvero “quando morirò vorrò essere ricordato per la vita che ho vissuto, non per i soldi che ho fatto”. Come sfruttare dunque al meglio il nostro tempo?
PROTINUS VIVE
Protinus vive! Vivi ora! Vai avanti, diritto, senza pause. Perché è ora che si può fare, ché sono queste le notti che non moriranno mai, perché solo così potrai dire di aver vissuto una vita degna d’essere ricordata (The Nights). E contro i ritmi frenetici del mondo, dobbiamo impegnarci a restare sul ring, e vivere la vita con la giusta profondità. Il tempo è tripartito, ma né il passato né tantomeno il futuro, considerati abissi da Seneca, possono essere utili: la sfida è quella di rimanere in equilibrio in quel puntino minuscolo che è il presente. E solo così quel tempo che sembra breve potrà essere considerato diversamente: non è la vita ad essere breve, siamo noi a perdere un sacco di tempo! Ed ecco che anche pochi anni, se vissuti al meglio, diventano moltissimi. E allora finché siamo in gioco, meravigliamoci per la vita, assorbiamo la sua linfa, perdoniamoci gli sbagli, andiamo avanti, tuffiamoci in un mare colorato, ascoltiamo un sacco di musica, sentiamoci parte dello stesso pianeta, che ci vibra sotto i piedi. E mentre attendiamo che tutto questo sarà di nuovo completamente possibile, riflettiamo sul vero valore del tempo che ci è stato concesso.