Chi è Proxima C?
La stella più vicina al Sistema Solare, Proxima Centauri, potrebbe avere un secondo pianeta: il nuovo arrivato si chiama Proxima C. La scoperta è opera di due astronomi italiani, Mario Damasso e Fabio Del Sordo, che hanno spiegato di non avere condotto le osservazioni col metodo del transito, ma rilevando le perturbazioni gravitazionali indotte sulla stella madre. Proxima B orbita nella fascia di abitabilità di Proxima Centauri, a una distanza tale da permettere la presenza di acqua liquida. Proxima C è invece più distante e gli astronomi ritengono praticamente nulla la possibilità che possa esservi acqua liquida. I ricercatori stimano che Proxima C abbia dimensioni vicine a sei volte la Terra e che impieghi circa 1.936 giorni terrestri per completare un’orbita. Pur avendo estrapolato questi e altri dati sulla base delle osservazioni e delle misurazioni, i due astronomi lasciano comunque aperta la possibilità che Proxima C non sia in realtà un solo grande pianeta, l’oscillazione gravitazionale rilevata per Proxima Centauri potrebbe essere originata da diversi pianeti di piccole dimensioni.

Una realtà oltre il nostro Sole
Un pianeta extrasolare o esopianeta è un pianeta non appartenente al sistema solare, orbitante cioè attorno a una stella diversa dal Sole. Al 13 marzo 2019 risultano conosciuti 4.000 pianeti extrasolari in 2.990 sistemi planetari diversi. La scoperta degli esopianeti è resa possibile da metodi di osservazione indiretta piuttosto che da osservazioni al telescopio. A causa dei limiti delle tecniche di osservazione attuali, la maggior parte dei pianeti individuati sono giganti gassosi. La frazione di pianeti più piccoli in costante crescita, soprattutto grazie alla missione Kepler, consente già di definire un abbozzo di classificazione esoplanetaria. Gli esopianeti conosciuti appartengono a sistemi planetari che orbitano attorno a una stella. Esistono tuttavia numerose osservazioni non confermate di oggetti di massa planetaria non legati a vincoli gravitazionali con alcuna stella: tali corpi celesti non sono definibili come “pianeti”. La possibilità di presenza di sistemi planetari attorno a stelle simili al Sole è valutata in modo molto diverso: molti astronomi ritengono che questa sia la norma, mentre altri stimano che solo il 10% delle stelle di tipo solare posseggano un sistema planetario.

Dove tutto è iniziato
Pienamente confermata solo nel 1995, l’esistenza di pianeti extrasolari fu per lungo tempo ritenuta più che plausibile tanto che speculazioni scientifiche di questo tipo risalgono almeno all’inizio del XVIII secolo: la prima ipotesi fu formulata da Isaac Newton nel 1713. Annunci di presunte scoperte si susseguirono per tutto il XIX secolo, ma le tecniche di osservazione dell’epoca non erano accurate e sviluppate per confermarle con sicurezza. Un caso significativo fu la controversia che riguardò la stella binaria 70 Ophiuchi. Nel 1855, il capitano W. S. Jacob misurò anomalie tali nell’orbita della stella, da fargli ritenere “altamente probabile” che queste fossero dovute alla presenza di un pianeta. Tra il 1896 e il 1899, Thomas J. J. See sostenne che le anomalie erano dovute a un compagno oscuro con un periodo orbitale di 36 anni. Il primo annuncio risale al 1963: Peter van de Kamp sostenne di aver scoperto un compagno invisibile orbitante attorno alla stella di Barnard. Tuttavia, dieci anni più tardi, nel 1973, John Hershey dimostrò l’inesistenza del pianeta: l’anomalia misurata era il prodotto di un errore del telescopio. Nel 1992, gli astronomi Alexander Wolszczan e Dale Frail annunciano la scoperta di due pianeti molto esotici orbitanti attorno alla pulsar nella costellazione della Vergine. Nel 1994 viene individuato anche un terzo pianeta, di massa pari a due volte la Luna. Si tratta della prima scoperta di un sistema planetario extrasolare. Il 5 ottobre 1995, viene scoperto il primo pianeta extrasolare di massa paragonabile a quella di Giove attorno alla stella 51 Pegasi.

Alberto Simula