Scientificamente impossibile per un uomo e vita quotidiana per alcuni microrganismi: il dogma della “resurrezione”

Molti credono che sia il 25 Dicembre. In realtà, per i cristiani, il giorno più santo dell’anno è la Domenica di Pasqua. In questa data così importante (cioè oggi, 21 Aprile 2019) migliaia di fedeli celebrano il momento in cui Cristo, dopo essere stato crocifisso, risorse vincendo la morte. La Resurrezione è dunque un evento di fondamentale importanza poiché, senza di essa, il cristianesimo non sarebbe mai nato e Gesù sarebbe stato considerato solo un profeta.

La resurrezione è scientificamente possibile?

Dell’esistenza di Cristo, ormai, siamo tutti certi. Il nome di Gesù di Nazareth non compare solo nei vangeli, ma è citato anche in alcuni scritti romani e in altri documenti dell’epoca a noi pervenuti. Nonostante ciò, nessuno è ancora capace di spiegare come sia stato possibile che un essere umano abbia vinto la morte. Quello della resurrezione è infatti un dogma tanto affascinante quanto carico di mistero. Tuttavia, sebbene per noi sia impossibile, in natura esistono delle forme di vita molto semplici in grado di riprendere le proprie funzioni vitali anche dopo decenni di “inattività biologica”.

Il bacillo del tetano

Il bacillo di Nicolayer o Clostridium tetani (per gli amici: “bacillo del tetano”) è un batterio che vive all’interno del nostro intestino. Normalmente viene espulso attraverso le feci e, fin quando si trova all’interno del nostro apparato digerente, è innocuo. Quando però viene esposto all’aria avvia un processo di autocristallizzazione: tutte le funzioni vitali vengono sospese e il bacillo entra una fase intermedia tra l’ibernazione e il letargo. Procurandoci una ferita tramite una superfice infetta, può capitare che il Clostridium tetani ritorni all’interno del corpo umano. Quando ciò accade il bacillo si ritrova improvvisamente in un ambiente isolato dai gas dell’atmosfera che favorisce un processo di decristallizzazione. A questo punto il batterio di riprende lentamente tutti i processi vitali sospesi, tra cui la produzione della tetanospasmina: la tossina responsabile del tetano.  L’aspetto più affascinante di tutto ciò è che il Clostridium tetani può “tornare in vita” anche dopo dieci anni.

Gli orsetti d’acqua e le loro capacità di adattamento

Come i batteri del tetano, anche i così detti “orsetti d’acqua” hanno la capacità di autoibernarsi. Appartenenti alla classe dei tardigradi i microrganismi sopra citati sono noti soprattutto per la loro incredibile capacità di adattamento. Questi animali, infatti, sono in grado di sviluppare una serie di meccanismi difensivi che atti alla sospensione di ogni attività metabolica visibile. In condizioni di disidratazione possono addirittura contrarsi, riducendo così la superficie esterna e rallentando l’evaporazione dei fluidi corporei. Tutto ciò consente loro di resistere alla mancanza d’acqua, a temperature alte o bassissime, ad alti livelli di radiazione, a basse e alte pressioni, alla mancanza di ossigeno e ai raggi UV-A (alcuni tipi perfino ai raggi UV-B). Il periodo di sospensione delle attività biologiche varia a seconda della specie e può durare anche diversi anni. Non c’è da stupirsi se alcuni studiosi li hanno definiti “immortali”.

Perché solo i microrganismi sono in grado di sospendere i processi vitali?

La risposta a questa domanda si trova all’interno della massa di ogni essere vivente. Maggiori sono le dimensioni di un animale, minore sarà la possibilità di riprendere le proprie funzioni vitali dopo un lungo periodo di sospensione. La resurrezione dunque non è una “proprietà” degli organismi complessi. Infatti, superata una certa massa critica risulta impossibile per il cervello e per i diversi apparati recuperare le informazioni perdute dopo la morte. Ad influire su questo “deficit” vi è anche la quantità di sostanze nutritive che bisognerebbe accumulare. Un batterio o un tardigrade, infatti, per le loro dimensioni, non necessitano di abbondanti risorse. Al contrario, un essere umano avrebbe bisogno di ingenti quantità di cibo per affrontare un periodo di sospensione biologica paragonabile a quello di un organismo di gran lunga più semplice.

Le differenze tra la resurrezione di Cristo e quella dei microrganismi

Sia il Clostridium tetani che gli orsetti d’acqua, tuttavia, non sperimentano quella che è stata la resurrezione vera e propria vissuta da Cristo. Egli infatti è tornato in vita dopo essere stato ucciso: il suo fu un vero e proprio decesso, ben diverso dalla “semplice” sospensione delle funzioni vitali. Entrambe le specie viventi, infatti, non sono in grado di risorgere dopo che antibiotici o condizioni ambientali svantaggiose abbiano posto fine alla loro vita. Tuttavia, che sia o no scientificamente possibile e che ci crediamo o meno, è innegabile che quanto compiuto da Cristo abbia influenzato gli avvenimenti degli anni successivi. Le uniche prove che abbiamo di quanto è raccontato nella Bibbia sono le testimonianze stesse dei quattro evangelisti. La “sconfitta” della morte da parte di Gesù è dunque un dogma: una verità a cui ogni cristiano crede con la propria fede, consapevole della limitatezza del proprio intelletto se paragonato a quello di Dio.
Buona Pasqua.

Andrea Grillo

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