Quando soldi e potere non possono più comprare il silenzio: il caso “Al Fayed”

Scopriamo insieme quali sono le accuse che macchiano il ricordo del magnate egiziano.

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Un’ascesa al potere lunga quanto tutta una vita. Non una vita qualunque, sia chiaro. Si parla della vita di un uomo che nel giro di un ventennio ha scalato la classifica degli uomini più ricchi e potenti del mondo. A quanto pare, però, non è tutto oro ciò che luccica.

Sotto i riflettori

Nelle ultime quarantott’ore non c’è stato un solo giornale nazionale o esterno a non aver riportato la notizia: Mohamed Al Fayed era un mostro. A testimoniarlo sono ormai ben 37 donne, tra cui alcune italiane, che hanno riportato a galla uno dei lati più oscuri del magnate egiziano. Racconti simili, quelli delle povere vittime, accumunati non solo dalle modalità d’approccio, ma anche dalla medesima location: i lussureggianti magazzini Harrods nel cuore di Londra, dei quali lo stesso Al Fayed era proprietario. Era proprio in quei corridoi, in quella foresta di vetrine e scaffali che la bestia si aggirava in cerca delle sue prede. Adesso, anni, decenni dopo i fatti, iniziano a puzzare anche le scrupolose visite ginecologiche e i dettagliati esami del sangue ai quali le aspiranti commesse o segretarie del centro commerciale dovevano obbligatoriamente sottoporsi. Ci si domanda, a questo punto, se i bisogni da soddisfare erano quelli dei clienti o del proprietario. In questi giorni e con queste premesse si tende inevitabilmente ad avvalorare la seconda opzione. Le montagne d’oro e gli scoop da giornale rosa che avevano almeno apparentemente messo in ombra tali atteggiamenti possono oggi ben poco dinanzi al documentario della BBC “Al Fayed: Predator at Harrods”. Le accuse di molestie sessuali, che vent’anni fa avevano portato a un nulla di fatto, vengono qui meticolosamente approfondite al punto che l’attuale proprietario dei magazzini ha ritenuto opportuno scusarsi con le donne coinvolte.

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Cupido

Come mai, però, fatti accaduti ben trent’anni fa stanno facendo così tanto scalpore? Del resto, Al Fayed non è il primo né l’ultimo uomo d’affari ad aver abusato di sue sottoposte. Anche in questa vicenda il mondo dello spettacolo c’ha messo lo zampino. Le vittime, infatti, si dicono disgustate e inorridite dal ritratto del magnate regalatoci dalla nota serie televisiva “The Crown”. La quinta stagione dello show ha, infatti, tralasciato gli aspetti più scomodi della sua vita privata, presentandoci un vero e proprio cupido le quali frecce erano indirizzate solo a suo figlio Dodi e a Diana e non alla prima commessa di passaggio.

Segreti e verità

La famiglia reale aveva già precedentemente preso le distanze da quella che è una versione fin troppo romanzata di alcune loro vicende privatissime. Vicende che saranno per sempre prigioniere delle mura del castello di Windsor. Ad ogni modo, nonostante la verità sia a volte troppo lontana dall’essere alla portata di noi comuni mortali, si può solo immaginare fino a che punto anche Re Carlo e la sua discendenza non siano soddisfatti del ritratto televisivo di un uomo che, oltre ad aver compiuto le peggiori nefandezze, aveva accusato la stessa Royal Family di aver architettato il famoso incidente del 31 agosto 1997.

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