Dalla tenzone al dissing: ecco cosa accomuna le rime di Dante con i brani di Fedez e Tony Effe

Il dissing fra Fedez, Tony Effe e Niky Savage è il gossip più chiacchierato del momento; o, per citare lo stesso Fedez, l’ennesima “distrazione di massa” per il pubblico a casa.

Sembrerebbero essersi calmate le acque fra i tre rapper. Dopo essersi duramente bersagliati a suon di strofe di dubbio gusto, Fedez, Niky Savage e Tony Effe hanno seppellito l’ascia di guerra e, fra lo scalpore generale, ognuno ha ripreso a dedicarsi ai propri progetti. Con un bel po’ di follower e di soldi in più. Sì, perché è questo il fine ultimo di queste operazioni mediatiche: la pubblicità, la popolarità, il guadagno. Tanto è vero che Fedez ha approfittato della situazione per far uscire la sua nuova canzone, “Allucinazione Collettiva”. Pur nella dissonanza di intenti, a livello di dinamiche gli odierni dissing fra cantanti si possono accostare agli scambi poetici fra gli autori medievali. Ricordiamo, ad esempio, la tenzone fra Dante e Forese Donati.

Cosa è successo fra Fedez e Tony Effe?

Riavvolgiamo il nastro. Mesi fa, Fedez ha chiesto a Tony Effe se volesse collaborare per una hit estiva; il rapper romano ha rifiutato, poiché aveva già in programma il featuring con Gaia, che per tutta l’estate si è conteso il primato il classifica proprio con “Sexy Shop” di Fedez ed Emis Killa. Come in molte altre occasioni, Fedez se l’è legata al dito, e il rapporto fra i due, prima amici, si sarebbe incrinato.

Arriva settembre, e subentra Niky Savage. In “64 Barre di Verità”, Tony Effe prende di mira sia lui sia la sua compagna, l’influencer Roberryc, e, fra un verso misogino e l’altro, si rivolge anche a anche Fedez: gli rinfaccia di non aver voluto cantare insieme a lui, motivo per cui avrebbe ripiegato, appunto, su Niky Savage, che definisce una sua “brutta imitazione”. La goccia che fa traboccare il vaso e fa infuriare Fedez, però, è la citazione a Chiara Ferragni.

Fedez non ci sta, e passa al contrattacco. In “L’infanzia difficile di un benestante”, gliene dice di tutti i colori: fra le altre cose, lo accusa di essere dipendente dalla droga, di non saper scrivere versi e di essere un infame, poiché avrebbe contattato la sua ormai ex moglie mentre erano nella fase più critica della separazione. Tony Effe risponde, a sua volta, con il brano “Chiara”: si tratta probabilmente del punto più basso di tutta la vicenda, poiché di mezzo non ci finisce solo Chiara Ferragni, ma anche i figli della coppia.

Marketing o verità? Poco importa

La risposta finale di Fedez, che ha messo un punto al dissing, ha disatteso ogni aspettativa: “Allucinazione Collettiva” suona più come una canzone d’amore e di rammarico per come si è conclusa la sua storia con l’ex moglie che come un attacco a lei o al suo rivale. Al di là delle opinioni sulla veridicità delle sue parole, si tratta di una mossa di marketing geniale: ha approfittato dell’attenzione mediatica rivolta su di lui per pubblicare questo pezzo, che probabilmente aveva pronto da settimane. La domanda sorge dunque spontanea: è tutto vero o si tratta di un’operazione studiata a tavolino?

L’unica cosa certa è che ciò che emerge da questo scontro verbale è la pochezza dei contenuti e la bassezza degli attacchi. Se è vero che nei dissing fra rapper tutto è concesso, senza esclusione di colpi, è anche vero che c’è un limite a tutto: davvero si possono strumentalizzare la malattia, i bambini, i corpi delle donne? Siamo arrivati a un livello etico e morale così basso? E soprattutto, non è estremamente ipocrita che poi questi individui siano gli stessi che presenziano sui palchi femministi e si battano per cause sociali e di beneficienza? Possibile che ogni cosa possa essere sempre ridotta ai numeri e alle visualizzazioni, che si tratti di insulti gratuiti e volgari o di battaglie civili?

Dante Alighieri vs Forese Donati: un esempio di dissing medievale

La tenzone fra Dante Alighieri e Forese Donati è uno scambio di sonetti dal tono satirico e offensivo, che risale probabilmente agli anni giovanili di Dante, tra il 1293 e il 1296. La tenzone è un genere poetico tipico della letteratura medievale, e consiste in una sorta di duello verbale in cui i poeti si insultano a vicenda, utilizzando la forma del sonetto per scambiarsi accuse e offese personali, in parte per gioco, in parte per evidenziare le debolezze e i difetti del proprio avversario. Sebbene lo scambio sia crudo e a tratti volgare, lo stile scherzoso e irriverente del genere è tipico della tenzone, che assume a tutti gli effetti la forma di una sorta di una vera e propria competizione letteraria.

La tenzone dei due poeti fiorentini è composta da sei sonetti, tre per ciascuno. Dante accusa Forese di golosità e povertà, insinuando che la moglie di Forese soffra la fame a causa dell’incapacità del marito di provvedere a lei. Forese, a sua volta, risponde con insulti altrettanto taglienti, accusando Dante di lussuria e di condurre una vita poco onorevole. Nonostante i toni pesanti, questo scontro verbale non sembra aver incrinato l’amicizia tra i due, tanto che Forese appare nel “Purgatorio” tra i golosi: Dante lo ritrae come un’anima purificata e pentita dei propri peccati, come segno della redenzione e della crescita spirituale.

La tenzone, dunque, oltre a offrire uno spaccato della cultura goliardica dell’epoca, mette in luce la vivacità dei rapporti umani e professionali tra i letterati del tempo, per i quali la satira era un esercizio di stile, oltre che un modo per esprimere rivalità, amicizia e condivisione intellettuale. La tenzone con Forese, inoltre, testimonia l’abilità poetica di Dante anche in ambiti poetici più leggeri e informali, prima del suo impegno in opere più “alte” e di carattere spirituale.

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