“Il caso di Tiziana Cantone è un fatto di cronaca che vide protagonista la stessa donna che nel 2016 si suicidò, a seguito della diffusione in rete di video pornografici amatoriali. Codesto è il simbolo di come la comunicazione aggressiva sul web porti un soggetto all’atto estremo del suicidio.”

Il termine “comunicare” indica la trasmissione di qualcosa da un mittente ad un destinatario. Quando essa è “cattiva”, le conseguenze da parte del destinatario possono essere disastrose, come nel caso della Cantone.
Tiziana Cantone: la vittima dell’aggressività mediatica
Tiziana Cantone nacque a Casalnuovo di Napoli nel 1983, figlia di Maria Teresa Giglio. Si diplomò al liceo classico e intraprese gli studi di giurisprudenza che non però non portò a compimento.
Lei intraprese una breve convivenza nel 2015 con un uomo più grande di lei di una decina d’anni ma, nel 2014 ebbe rapporti consensuali con diversi uomini che si caratterizzavano per essere filmati e poi girati dalla stessa via WhatsApp.
Ciò che caratterizza questa parentesi è in particolare la diffusione di uno di questi video caricato nel 2015 in siti pornografici ed, a malgrado della Cantone, diventato virale per una battuta pronunciata dalla donna e divenuta un meme nel web e oggetto di attenzione mediatica.
Da lì a poco l’esistenza della Cantone cambiò radicalmente in quanto, oltre ad essere stata vittima di revenge porn, fu anche vittima di cyberbullismo da parte dei cosiddetti “leoni da tastiera” che giudicarono la vittima per l’atto commesso e le affibbiarono epiteti poco gentili.
Tiziana cambiò lavoro, città ed anche cognome ma oramai era stata tarchiata dalle persone e dal web e tutta la situazione la portò a suicidarsi nella cantina di sua zia nel 2016.

La comunicazione cattiva sul web: una bomba ad orologeria
La comunicazione cattiva è un tipo di comunicazione che, classificandosi come tale, si caratterizza per essere costituita da: insulti, maledizioni, turpiloqui e imprecazioni
Rispettivamente si distingue:
-insulto: valutazione negativa che mira esplicitamente ad offendere il bersaglio
-maledizione: atto comunicativo con cui il mittente conunica al bersaglio il suo desiderio che li accada un evento negativo
-turpiloquio: si caratterizza per essere una “brutta parola” quindi un sintagma che può riguardare una parte del corpo ma, essendo una singola parola è un atto comunicativo incompleto ed, in quanto tale viene affiancato ad un performativo
-imprecazione: è una maledizione dove però il bersaglio è un entità terza che si considera il responsabile dell’evento negativo accaduto
Tutti questi ingredienti vanno a costituire la comunicazione cattiva che però sul web ha un altro impatto, ragion per cui si definisce una “bomba ad orologeria”. Questo perché la bomba della violenza mediatica è pronta ad esplodere ad un momento all’altro, da un primo commento negativo se ne passerà ad un altro ed ad un altro ancora fino a portare alla distruzione dell’immagine della vittima, come è capitato a Tiziana Cantone.

Casi simili a Tiziana: la 17enne di Rimini
Un caso molto simile a quello di Tiziana è quello della giovane ragazza di Rimini, filmata dalle sue amiche mentre veniva violentata in stato di ebbrezza da un ragazzo. Tale video girò su internet al punto tale da rendere anche la ragazza, come Tiziana, il mirino del web.
Questo odio mediatico portò all’ennesimo caso di suicidio per cyberbullismo e revenge porn.
Tali avvenimenti dimostrano quanto in realtà il web sia un’arma a doppio taglio perché esso può essere uno strumento che dà ma soprattutto toglie tanto, come le vite di Tiziana e della 17enne di Rimini.