Quando le note diventano qualcosa in più: vediamo come la musicoterapia risvegli le emozioni

“La musica si definisce come l’arte di ideare e produrre suoni, attraverso l’utilizzo della voce o di strumenti musicali. La sua caratteristica distintiva è quella di scaturire emozioni e sentimenti da parte di chi l’ascolta.”

Fonte: Il Bo Live – Unipd

La musica è un aspetto insito nella maggior parte delle culture e, col passare del tempo, ha acquisito anche un ruolo predominante nell’ambito della medicina moderna. Ad oggi la musicoterapia è una disciplina diffusa basata sull’ascolto della musica al fine di suscitare emozioni.

La musicoterapia: il rapporto musica-corpo

L’ascolto di determinati suoni e melodie può agire su emozioni e stati d’animo. È proprio questo l’obbiettivo della musicoterapia, quello di migliorare la salute ed il benessere psico-fisico del paziente.
A tal proposito, la musica e la medicina hanno sempre avuto un rapporto stretto. Secondo la scienza però, essa deve essere praticata come terapia complementare. Il concetto di musicoterapia come disciplina scientifica si sviluppa all’inizio del XVIII secolo. Col passare del tempo si è diffusa questa idea che la musica comporti risultati importanti sulla salute e sulla sfera espressiva, comunicativa e relazionale del soggetto.
Un percorso tipico di musicoterapia si avvale di due possibilità:
-musicoterapia passiva: dove il paziente ascolta suoni e musica facendosi trasportare migliorando la sua attenzione, il suo umore, l’immaginazione e persino la concentrazione e la memoria.
-musicoterapia attiva: dove il paziente invece produce musica e suoni facilitando l’esternazione delle proprie emozioni. Il soggetto, oltre che a suonare, può utilizzare come strumento anche il suo corpo o la voce che è qualcosa di ancora più profondo.

Fonte: Angolo della Psicologia

Le emozioni: l’espressione dell’anima

La musica è un’arte che suscita inevitabilmente delle emozioni diverse in base al genere di musica. Ma cosa è davvero un’emozione? Essa è un meccanismo adattivo con la funzione di monitorare lo stato di raggiungimento o di compromissione di uno scopo di un particolare sistema.
Le emozioni sono collegate agli scopi perché:
-ne monitorano l’ottenimento
-attivano scopi
-possono diventare esse stesse degli scopi
A tal proposito il sociologo Abraham Maslow ideò una teoria che classificava, secondo un ordine ascendente ben preciso, gli scopi dell’essere umano, dalla base al vertice. Alla base si ricontra la presenza di bisogni pressoché fisici; mentre al vertice quelli più immateriali che non possono essere soddisfatti se prima non vengono soddisfatti quelli precedenti.
Gli scopi che ipotizza Maslow e che sono monitorati dalle emozioni sono:
-meta-regolazione
-prevenzione di danni
-apprendimento
-ottenere adozione
-adottare gli scopi di altri
-potere
-equità
-immagine
-autoimmagine
-immagine dell’altro

Fonte: State of mind

La musica come forma di guarigione

Che sia ascoltata anche solo per cinque minuti o per due ore, tramite cuffie o a tutto volume, in compagnia o da soli, la musica ha il potere di migliora le nostre prestazioni.
Ad esempio, secondo diversi studi, se l’attività fisica è accompagnata dall’ascolto della musica, la percezione della fatica diminuirà e la performance risulterà nettamente migliore. Essa è un vero e proprio toccasana in quanto stimola anche la consapevolezza interiore, migliora il battito cardiaco, la pressione sanguigna, il livello di alcuni ormoni e le endorfine.
Tutto ciò dipende però dalla tipologia di musica. La musica classica, ad esempio, migliora il livello di memoria ed apprendimento ed anche la produttività. La musica rock invece agisce positivamente sugli stress fisici derivanti da sport, studio e lavoro.
La musica non è solo un’arte, essa è vera e propria espressione della propria persona, un mezzo alternativo con cui gli individui possono esprimere le proprie ideologie, i loro pensieri ed i loro stati d’animo.

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