Quando il corpo parla per la persona

Cosa vuol dire essere un “libro aperto”?  Quando si fa riferimento al linguaggio si pensa, come prima cosa al parlato, che viene utilizzato quotidianamente per comunicare con gli individui della realtà circostante. Molto spesso si ignora quella parte che esprime in maniera più veritiera e trasparente i pensieri, gli stati d’animo e gli atteggiamenti delle persone, che non è quello che viene verbale, ma quello che viene espresso attraverso il corpo, attraverso piccoli gesti di cui, molto spesso, neanche la stessa persona si accorge. Si tratta di un linguaggio impercettibile e invisibile agli occhi di molti che muta al mutare della della cultura e del momento nel quale viene utilizzato. 

L’impatto della cultura sul modo di comunicare

Affermare che il linguaggio consista solo della sua espressione verbale è alquanto riduttivo. La completezza del linguaggio si ritrova nei gesti che lo accompagnano. Quel tipo di linguaggio che utilizza tutti quei mezzi che non sono affiliabili alla comunicazione verbale in sé ma a tutto ciò che la accompagna, la rinforza e la completa: si parla di comunicazione non verbale. Questi mezzi, tuttavia, non sono universali. La comunicazione non verbale dipende espressamente dal contesto di riferimento e, dunque, dalla cultura del paese di appartenenza. Vi sono delle variazioni di fondamentale importanza tra una popolazione ed un’altra. La comunicazione non verbale è unica per ciascun popolo, varia da città in città, da Oriente a Occidente. Rende il linguaggio unico nel suo genere, diverso tra un popolo e un altro nella maniera più assoluta. Vigono delle particolari regole d’espressione che rendono l’attuazione di determinate emozioni e determinati atteggiamenti appropriata alla situazione che si sta vivendo e che sono peculiari per ogni paese. La comunicazione non verbale è composta da alcuni particolari elementi tra i quali vi sono i gesti, gli sguardi e addirittura la postura. Questi elementi sono fondamentali quando le parole non bastano. Sono quei mezzi che rendono la comunicazione fra due o più persone unica e assolutamente personale.

La potenza degli sguardi

Mediamente, un individuo mantiene lo sguardo su un’altra persona per circa tre secondi e due persone che interagiscono in una stanza passano circa il 30% del tempo a guardarsi negli occhi. Questo contatto visivo viene definito come uno scambio di sguardi reciproco. Lo studio della variazione degli sguardi è senz’altro un indicatore particolarmente efficace per individuare determinati stati d’animo, ma anche per indovinare i pensieri stessi delle persone. Per scoprire di più riguardo ad un’altra persona basta semplicemente guardarla negli occhi. Gli sguardi sono indicatori dello status sociometrico delle persone, della qualità della relazione fra due individui, ma anche del livello di autostima delle persone. Quando il contatto visivo viene evitato indica una mancanza di interesse da parte dell’altro, quando viene mantenuto più del dovuto, invece, indica un maggior interesse. Se gli sguardi sono ricambiati, l’intimità tra due persone potrebbe essere inaspettatamente maggiore di quanto si pensi. Se si intrattiene una conversazione con qualcuno, generalmente, si tende ad avere un contatto visivo più scostante quando si vuole prendere la parola mentre lo sguardo perdura quando si sta terminando il discorso. Osservare lo sguardo di qualcuno è un potente mezzo per indicarne l’onestà, la competenza e il grado di attenzione. Guardare qualcuno negli occhi è come leggere i suoi pensieri, i suoi sentimenti. Per questo, molto spesso, uno sguardo prolungato viene riservato a delle persone considerate speciali. 

I mille volti dei gesti

Approfondire cosa sia la cinesica, ovvero la comunicazione attraverso i gesti, è affascinante ma molto complesso. Questi gesti del corpo possono essere compiuti universalmente dagli individui, per esempio puntando il dito, oppure possono avere una matrice tutta personale e che può variare a seconda della cultura. Questi vengono utilizzati per arricchire il contenuto della conversazione, per dare forza e animo alle parole che si stanno pronunciando. Proprio per questo motivo i gesti sono caratterizzarti anche da differenze di genere, dal momento che possono esprimere forza, timidezza, sensualità. Sono proprio questi gesti, gli emblemi, che hanno diversi significati a seconda della cultura nella quale vengono inseriti. Si faccia l’esempio di alcuni gesti utilizzati in Italia: un cerchio fatto con l’indice e il pollice indica un assenso. In Brasile lo stesso gesto vuol dire “va’ a quel paese”! O ancora, passarsi il dito da un lato all’altro della gola se in Italia è interpretato come una minaccia, in un paese come lo Swaziland significa “ti amo”.

I segreti della postura

Invadere lo spazio vitale di ciascuno, ovvero quello spazio circostante le persone viene considerato quasi come una parte di loro stesse, è un indicatore fondamentale della qualità del rapporto rapporto fra due persone. La prossemica, lo studio dello spazio interpersonale, risulta fondamentale per comprendere il livello di intimità che intercorre tra due persone. Se un individuo è “autorizzato” ad invadere lo spazio vitale di un’altra persona, allora è probabile che abbia una forte intimità con quella stessa persona. Così come rivolgere il corpo in direzione di una persona con la quale si sta intrattenendo una conversazione è un indicatore importante di interesse per quella persona stessa. Una così breve distanza, infatti, può risultare destabilizzante se una persona non si sente emotivamente vicina.

Lev Vygostkij affermava che il linguaggio è l’espressione del pensiero dell’individuo. Esso è, dunque, l’espressione dell’universo cognitivo proprio di ciascuno, il quale non coincide con quello di nessun altro ed è peculiare per ciascuno. Possedere un linguaggio, dunque, fa sì che si creino universi cognitivi completamente diversi fra di loro e, di conseguenza, fa sì che si sviluppino caratteri e modi gestuali completamente diversi con i quali è sempre complesso entrare in contatto.

Alice Tomaselli