Peter Pan è probabilmente bloccato in uno stadio dello sviluppo in cui è presente un forte egocentrismo infantile
Peter Pan è una delle storie di fantascienza più famose e apprezzate da generazioni anche se la fiaba che conosciamo oggi non è esattamente uguale al testo di J. Barrie in cui si evince uno dei principali difetti del personaggio
La favola di Barrie
Oggi più o meno tutti conosciamo bene chi è Peter Pan e le sue straordinarie avventure dedite a sconfiggere il pirata Capitan Uncino sempre con un’aria felice e giocosa ma nella storia originale, scritta da J. Berrie, si evincono alcuni particolari della sua personalità che non ci aspetteremmo. La favola originale inizia spiegando come sia nato il bambino volante: nel bel mezzo dei giardini di Kensington è presente un lago al cui centro si trova l’isola degli uccelli governata dal Re Salomone, un corvo, che manda i passerotti nelle case di donne che pregano per la maternità. Con il passare del tempo questi uccellini, inviati dal loro Re, si trasformeranno in bebè che per un breve periodo manterranno alcune caratteristiche degli uccelli e grazie a ciò il piccolo Peter, da poco diventato bambino, si accorge un giorno di una finestra dimenticata aperta dalla sua mamma e decide cosi di scappare in volo per tornare al suo laghetto d’origine. A questo punto il Re Salomone gli svela purtroppo la sua condanna a rimanere per sempre un essere né uccello ne umano, costretto a vivere insieme alle fate e ad altri bambini scomparsi nei giardini di Kensington.
Periodo preoperatorio
Il piccolo Peter Pan, non potendo più crescere, non completa quelle che sono le normali fasi dello sviluppo di un qualsiasi bambino e la sua mente rimane intrappolata in quella fase evolutiva che il filosofo e psicologo Piaget definisce “periodo preoperatorio”. Lo studioso in questione, grazie alle sue ricerca, ha teorizzato l’esistenza di quattro stadi dello sviluppo psicologico infantile, che sono:
- Periodo sensomotorio che va dalla nascita a circa due anni
- Periodo operatorio che va da due anni a sette anni
- Periodo delle operazioni concrete che va da sette a undici anni
- Periodo delle operazioni formali che va dagli undici a quindici anni circa
Il secondo periodo, in cui è appunto intrappolato Peter, è caratterizzato egocentrismo, rigidità del pensiero, ragionamento semilogico e cognizione sociale limitata.
Egocentrismo
L’egocentrismo è la caratteristica che si evidenzia maggiormente nel personaggio di Peter e perciò l’affrontiamo ora più nel dettaglio. Diversamente dal significato che viene attribuito normalmente al concetto di egocentrismo, nello stadio preoperatorio si intende con questo termine l’incapacità da parte di un bambino di adottare il punto di vista sia percettivo che concettuale di un’altra persona rendendo difficile al fanciullo mettersi nei panni di chi li sta vicino. Per comprendere meglio questo comportamento possiamo fare l’esempio di un bambino che tiene un libro davanti a sé e chiede alla mamma: “Che cos’è questo?”, indicando una figura ma senza rendersi conto che la mamma non può vederla in quanto posizionata difronte a lui.
L’egocentrismo di Peter
Prendendo in esame anche il film di Peter Pan girato nel 2003 si evidenzia moltissimo questo comportamento quando Wendy inizia a preoccuparsi di come la sua mamma possa sentirsi triste durante la sua assenza e viene pervasa dall’idea di voler tornare a casa e Peter non comprendendo il punto di vista della sua amata decide di mettere il broncio e rimanere solo. La storia di Barrie è piena di momenti in cui questo comportamento prende il sopravvento sul protagonista e se la storia continuasse ne potremmo osservare molti di più dato che il povero Peter non crescerà mai. Nella vita reale dobbiamo necessariamente abbandonare questo comportamento durante la nostra crescita perché altrimenti non saremmo in grado di vivere in società.