Nella quarta domenica di luglio si celebra la Giornata Mondiale degli Anziani: ecco le parole del Papa.
La celebrazione della Giornata Mondiale degli Anziani è stata istituita dallo stesso Papa Francesco in occasione della recita dell’Angelus del gennaio 2021. In questa terza edizione Bergoglio ha voluto apertamente evidenziare il problema dell’emarginazione degli anziani, toccando diversi temi, come solitudine e modernità.
Le parole del Papa
Il discorso di Bergoglio si concentra sulle problematiche della modernità. Infatti, il Papa afferma che dobbiamo stare attenti a non far diventare le nostre città dei “concentrati di solitudine”, a causa di una continua necessità produttiva che molte volte può accecare l’individuo , perso in questa modernità liquida. “Non accada che, a furia di inseguire a tutta velocità i miti dell’efficienza e della prestazione, diventiamo incapaci di rallentare per accompagnare chi fatica a tenere il passo”: questo è il sentito appello del pontefice , che descrive l’anziano come un “albero, che non vive per se stesso, ma per fare ombra a chi lo desidera e offrire spazio a chi vuole costruirci il nido”. Il tema della III Giornata Mondiale degli Anziani è appunto ‘di generazione in generazione la sua misericordia’, argomento che ci riporta all’incontro tra la giovane Maria e l’anziana parente Elisabetta , ad indicare la continuità della famiglia e delle relazioni attraverso lo Spirito Santo.
Belle parole, ma i dati ci riportano alla realtà
Secondo i dati Istat, la quota delle persone over 65 in Italia rispetto a tutta la popolazione è pari al 23%, una tra le più alte dell’Unione Europea; mentre la quota degli under 20 si colloca al 18%. Questo breve quadro demografico suggerisce un chiaro squilibrio nella composizione della popolazione, confermato da un indice di dipendenza degli anziani pari al 34,4%, sopra alla media europea. E allora, contro chi dobbiamo puntare il dito se i nostri nonni sono sempre più soli, emarginati ed abbandonati? Sicuramente è possibile addossare parte della colpa alla politica, ma anche a noi stessi, al capitalismo e alla modernità. Marx descrive la famiglia come mezzo per perpetrare gli interessi privati e borghesi, e in questa ottica la rottura generazionale tra nonno e nipote appare giusta. Dall’altra parte, il giornalista Marcello Veneziani ci ricorda, nel suo libro “La Cappa”, che le radici sono il punto di partenza per costruire la propria individualità: senza di esse saremmo completamente in balia della corrente del mondo. Rimane ferma una tetra verità: il lavoro e gli impegni hanno subordinato la famiglia e le relazioni ; ormai gli anziani sono divenuti , nella nostra concezione, un “problema da gestire”, al posto di una “risorsa morale e spirituale”.
Il tema dell’anzianità e della morte nel Vangelo: la resurrezione di Lazzaro
Parlando di anzianità, è inevitabile pensare anche al tema della morte. Gli anziani, nella concezione cattolica, dovrebbero essere esempio di fede per i più giovani, e quindi ricoprire un ruolo di continuità e comunità. Al pari, anche la morte è testimonianza di fede, anzi, è il punto focale attorno al quale si sviluppa la vera esperienza di vita del cristiano. A questo proposito, è bene ricordare l’episodio della resurrezione di Lazzaro, che si trova nel Vangelo secondo Giovanni, poiché carico di simbolismo e spiritualità. Gesù arriva a Betania e apprende la notizia della morte del suo caro amico lazzaro, fratello di Marta e Maria. Davanti al sepolcro, Gesù pronuncia le parole “Lazzaro, vieni fuori” e viene resuscitato. Il messaggio fondamentale della vicenda è pienamente spiegato in questa frase pronunciata da Gesù: “Io sono la resurrezione e la vita, chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno”. Importante sottolineare l’ordine delle parole: la resurrezione e la vita, e non la vita e poi la resurrezione. Questo sta ad indicare come la morte non sia la fine di ogni esperienza umana, bensì la porta di accesso ad un sentire più ampio, ad un abbraccio più caloroso e sincero con Dio. Ecco perché, nella concezione cristiana, non si deve aver paura della senilità e tantomeno della morte: sono due esperienze che avvicinano il credente a Dio e che svelano il reale valore della fede e dell’amore.