In questo 1º marzo ricordiamo i Matronalia, l’importanza delle feminae kalendae e la fondazione del tempio di Giunone Lucina

Le calende di Marzo segnavano l’inizio del calendario romano. Ad essere celebrate quel giorno nei Matronalia erano le donne. La tradizione è stata consolidata poi con la fondazione del tempio di Giunone Lucina, il 1º marzo del 375 a.C.
UN TEMPIO PER LA VITA
Nell’antica Roma, le donne avevano uno status sociale molto particolare. Sebbene intorno a loro aleggiasse un’aura sacrale in quanto ritenute custodi della vita, chi nasceva donna a Roma era in qualche modo costretta a casa. La donna era la protettrice indiscussa della domus. Il che forse finiva per stabilirne la condizione subalterna rispetto all’uomo che, invece, poteva impegnarsi attivamente e pubblicamente negli affari di pace e di guerra. Ma al di là dell’interpretazione etica, è bene calarsi per un attimo dentro i panni della loro cultura e, attraverso quindi la prospettiva cosiddetta emica, considerare i risvolti pratici di queste costruzioni sociali. Se alle donne era attribuito il compito di assicurare la continuità della stirpe, non poteva mancare una loro dea patrona. In questo caso si tratta di Giunone Lucina, protettrice del matrimonio e del parto, a cui il 1º marzo del 375 a.C. fu consacrato un tempio sull’Esquilino.

L’INIZIO DI UN NUOVO ANNO
Le calende, il primo giorno di un nuovo mese, conservavano una valenza pratica significativa. Il calendario romano era una costruzione complessa in cui il tempo era scandito con precisione. La vita pubblica era regolata dalle festività religiose e dal ciclo lunare. In poche parole, non cambia molto rispetto al calendario che utilizziamo tutt’oggi. Le calende stabilivano dunque l’inizio di un nuovo periodo di nuove attività e feste. In particolare però, le calende di Marzo erano le più importanti. E non solo perché annunciavano l’arrivo di una nuova stagione, quella che rinverdisce i campi e gli alberi. Ma anche perché si soleva associare la rinascita del mondo naturale con quella dell’uomo, miracolo che appunto aveva sede nell’utero femminile. Per questo, il giorno di oggi nell’antica Roma, rappresentava le feminae kalendae, e segnava di fatto l’inizio di un nuovo anno. Ragioniamo allora su questa festività.
LA FESTA DELLE MATRONAE
Tra una settimana in Italia si festeggeranno le donne. Specialmente negli ultimi tempi, questa ricorrenza genera sempre più spesso divisioni e polemiche. Ci troviamo in un mondo dove femminismo, femminicidio e questione dei generi sono temi caldissimi. La celebrazione delle donne da una parte rischia di generare una insensata ghettizzazione del genere femminile, per non parlare di strumentalizzazioni. Nell’antica Roma questo non si considerava. Nei pressi del tempio di Giunone Lucina, ogni anno avveniva uno scambio rituale tra gli uomini e le loro donne: mogli e madri. Le quali, in cambio dei doni, ricambiavano con la lode. Pertanto, dalle celebrazioni erano escluse sia le persone non legate dal matrimonio, sia le prostitute. I Romani con questa festa in qualche modo volevano dimostrare la superiorità delle loro matronae. Un atteggiamento in parte controverso, e che potrebbe aprire interessanti dibattiti. Intanto, oggi possiamo tutti accordarci nell’attesa di una nuova stagione.