Vediamo quali sono le nuove tematiche che gli sceneggiatori hanno introdotto nella serie e come sono state affrontate.
Sex Education è una delle serie più conosciute della Gen Z: affronta il tema del sesso durante l’età adolescenziale in modo umoristico e riflessivo. La stagione finale chiude tutte le linee narrative e tratta argomenti più maturi rispetto alle stagioni precedenti.
La disabilità
Moordale “il liceo del sesso” chiude e molti studenti sono costretti a trovare una nuova scuola per poter concludere gli studi. Il Cavendish Collage sembra il luogo che ogni studente sognerebbe: tutti felici e «super queer»! Non ci si ferma sulla pista ciclabile; uno scivolo collega il primo piano all’atrio d’ingresso; tablet con tanto di piattaforma social; borse di tela e borracce firmate Cavendish per ogni studente. Una sala disco, sessione giornaliere di meditazione e una palestra… perché la salute mentale è importante! Ci si aiuta con le pulizie, giardinaggio e raccolte fondi. I bagni sono gender neutral. Un palchetto dove ognuno si può esprimere liberamente. È una scuola gestita interamente dagli studenti! Una scuola perfetta ma, nonostante ciò, gli ascensori non funzionano e le disabilità altrui non vengono del tutto accolte.
Una tematica diversa e mai affrontata precedentemente, è quella della disabilità. Delle piccole mancanze che avvengono agli studenti con disabilità anche non evidenti, fa sensibilizzare lo spettatore e lo porta a riflettere su come luoghi, eventi e società sono ancora molto lontani dal comprendere il loro modo di vivere e affrontare azioni che per noi sono semplicissime. Nonostante la Cavendish sia aperta alla sanità mentale, all’identificazione di genere e al rispetto per l’ambiente, queste persone riscontrano difficoltà apparentemente superflue. Diventa così metafora della società odierna: perfetta, colorata e amichevole, ma solo in apparenza.
La maternità
Per chi avesse visto le stagioni precedenti, è inutile affermare che il personaggio di Jean Milburn, interpretato da Gillian Anderson, ha maturato in noi la voglia di farci psicanalizzare! Donna affascinante, terapeuta sessuale, animo gentile e comprensivo, ma è pur sempre una madre in perenne lotta con la giovinezza del proprio figlio. In questa quarta stagione scopriamo i lati più vulnerabili di questa donna. Non si conosce il padre della bambina avuta al termine della scorsa stagione e la mancanza di un compagno al proprio fianco, o comunque di un aiuto nei mesi di maternità, risvegliano in lei la depressione post partum: si tratta di uno stato di instabilità emotiva che colpisce le donne nei primi mesi di crescita del proprio figlio. Jean combatte contro sé stessa per mantenere la stabilità di casa Milburn e fa di tutto per tornare al lavoro. Le si presenta la possibilità di condurre una trasmissione radiofonica sul tema della sessualità, ma i pianti della bambina, la mancanza di Otis e la presenza di sua sorella irresponsabile non fanno che aumentare il suo stress. L’impresa in radio si fa sempre più complessa, tanto da necessitare un co-conduttore più giovane. Così, arriva ad assumere farmaci e ad accantonare il nuovo lavoro.
Il personaggio più “figo” della serie si smaschera allo spettatore e, nonostante la sua vulnerabilità, ci porta a riflettere sulle varie difficoltà, anche in questo caso apparentemente innocue, che ogni madre deve superare nella crescita del proprio figlio.
La religione
Altra tematica chiave di questa quarta stagione è proprio Gesù. Eric Effiong, migliore amico di Otis, si sente finalmente libero all’interno della nuova scuola. Nelle nuove puntate il suo arco di trasformazione è, probabilmente, quello più completo: da “ragazzo sfigato” e bullizzato all’inizio della serie, è passato ad essere componente del gruppo di studenti più cool della nuova scuola. Finalmente può esprimere la sua identità omosessuale senza freni e il rapporto con sé stesso si stabilizza del tutto. Nonostante ciò, la madre, che da sempre ha accettato l’identità di suo figlio, lo invita a partecipare alle varie attività della propria parrocchia e vorrebbe che si battezzasse. Eric non ha mai avuto un vero e proprio interesse verso la religione: si sente affine alle varie attività della parrocchia, tra le quali il coro gospel, ma non si è mai sentito parte della famiglia del black Jesus. Andando contro i propri famigliari e il pastore della parrocchia, decide di non battezzarsi perché all’interno di quel contesto non riesce a sentirsi accettato come individuo. Eppure, una donna di colore gli appare dinanzi diverse volte nel corso delle puntate: la Black Madonna lo aiuta a riconoscere la sua vera vocazione.
“Perché hai fatto proprio ciò che volevi facessi. Oggi hai imboccato una strada lunga e difficile. Ma sarò con te ad ogni passo. Cambierai cuori e menti e farai sapere a tutti che li amo così come sono. Ecco la tua vocazione. Sarà la tua missione di vita. Ti ho fatto così luminoso affinché gli altri possano vederti nel buio.”
Attraverso il personaggio di Eric tocchiamo anche il tema riguardante la chiusura della Chiesa cattolica verso le persone omosessuali, affermando a gran voce che, se veramente esistesse un Dio, questo ci amerebbe in tutte le nostre sfumature.
Sex Education conclude le sue storie in modo differente da come ci si aspettava: l’educazione sessuale non è più al centro della narrazione ma si ha come obiettivo la sensibilizzazione dello spettatore verso tematiche, tra cui quelle appena citate, legate al sesso. Temi innocui ma fondamentali per sviluppare una società più inclusiva.