Cosa hanno in comune Boezio e i Fab4? La capacità di ammettere la propria fragilità, di chiedere aiuto senza timore, la consapevolezza che nessuno si salva da solo.
Attraverso il “De consolatione philosophiae” di Boezio e il brano dei Beatles “With a little help from my friends”, scopriamo perché sia necessario imparare a chiedere aiuto.
DE CONSOLATIONE PHILOSOPHIAE
Nato a Roma intorno al 476, Severino Boezio è stato uno dei personaggi che più hanno influenzato la filosofia cristiana medievale, tanto che è da molti identificato uno dei fondatori della Scolastica. Oltre ad essere stato filosofo, fu anche il braccio destro del re Teodorico, sotto il quale ricopri l’incarico di magister officiorum; tutto ciò finché il re goto, divenuto sempre più timoroso di congiure o tradimenti, ordinò che Boezio fosse imprigionato a Pavia dove fu condannato a morte nel 524. È durante la prigionia che Boezio scrisse il “De consolatione philosophiae” in cinque libri, in cui la Filosofia sotto forma di “una donna di aspetto oltremodo venerabile” allieta l’animo dell’autore, dimostrandogli che la carcerazione sia semplicemente una delle tappe che la Provvidenza ha disposto per lui. La Filosofia si presenta quindi come una guida che accompagna Boezio nella riflessione di alcuni temi fondamentali del cristianesimo come l’esistenza del male, la natura di quest’ultimo, la fortuna, la felicità e il libero arbitrio. È sintetizzando provvidenza neoplatonica e cristiana che Boezio si fa autore del principale testo di filosofia cristiana di età tardo antica, eleggendo la Filosofia a “consolazione provvidenziale” in grado di allontanare quelle ingannevoli Muse che conducono solamente sulla via dell’ambizione e non indagano la verità.
THE BEATLES
I Fab4 non hanno di certo bisogno di presentazioni: genitori della musica beat, hanno fatto ballare intere generazioni a suon di chitarra e capelli a caschetto. Il brano “With a little help from my friends” scritto a quattro mani dal leggendario duo Lennon-McCartney e dedicato all’amico e batterista della band Ringo Starr, è stato inserito dalla rivista Rolling Stones al 304esimo posto tra le 500 canzoni più belle di tutti i tempi. Il testo si configura come un vero e proprio inno all’amicizia:
How do I feel by the end of the day
Are you sad because you’re on your own?
No, I get by with a little help from my friends
(come mi sento alla fine della giornata, Sei triste perché sei solo? No, Ci riesco con un piccolo aiuto dei miei amici)
L’idea che attraversa l’intero testo è quella per la quale l’amicizia sia l’unico elemento in grado di cullare il nostro spirito ferito, aiutandoci a superare i momenti bui.
NESSUNO SI SALVA DA SOLO
Si sente spesso dire che la nostra sia ormai diventata una società individualista, nella quale ognuno cerca di imporre la propria presenza nel mondo senza preoccuparsi degli altri. Da tutto ciò deriva il fatto che, ormai, chiedere aiuto stia diventando sempre più difficile, come se mostrarsi deboli fosse motivo di vergogna. In realtà è esattamente il contrario: la capacità di ammettere i propri limiti e, laddove serva, alzare bandiera bianca, è sintomo di grande maturità. Le più grandi imprese della storia, non sono mai state fatte da un’unica persona, perché? Perché quella persona è stata in grado di comprendere la forza dell’insieme, dell’unione. Non importa se sia l’Amore, l’Amicizia, la Filosofia o la Religione, è necessario trovare qualcosa o qualcuno che riesca a supportarci nei momenti di difficoltà, che sappia accogliere il nostro grido d’aiuto, esplicito o meno che sia, che ci prenda per mano e ci conduca verso la luce. Molto spesso questa strada se percorsa da soli, sembra essere molto più ripida perché dopo una ferita, non sempre si è in grado di rialzarsi e riprendere a camminare sul tortuoso percorso che è la vita. Ecco perché è necessario che ognuno di noi abbia una propria consolazione, che ognuno di noi scopra la bellezza dietro le fragilità, che ognuno di noi ricordi che nessuno si salva da solo.
