Nella trappola del coro: “The Truman Show” ci mostra il paradigma moderno dell’eroe tragico

In The Truman Show, assistiamo alla messa in scena di una meta-tragedia in formato sitcom. Gli strumenti comunicativi cambiano, rimane la solitudine dell’eroe.

Jim Carrey in una scena del film

Se Sofocle avesse vissuto il nostro tempo, forse avrebbe approvato o addirittura scritto il soggetto di The Truman Show. Perché? Ce lo spiega Bernard Knox, primo direttore del Center for Hellenic Studies di Washington.

 

L’eroe sofocleo è un animale morale incorrotto e incompreso

Prendete un uomo, dalla morale inflessibile, dalla personalità forte e di carattere incorreggibile. Prendete un uomo che grazie alle sue qualità ha fatto la sua fortuna, fino a quando non accade qualcosa. Accade quel che si definirebbe “il treno ha fischiato”.

L’equilibrio precedente si infrange. Il nostro uomo entra in una crisi di identità scaturita dall’attuale incomprensione con l’ambiente che lo circonda. Nessuno sembra capirlo davvero, nemmeno gli affetti più cari.

Lo so, lo so, dal titolo avrete già capito che mi riferisco a The Truman Show, ma questa traccia narrativa non vi ricorda altro? Magari dei personaggi più vetusti! Ve ne cito alcuni: Edipo, Antigone, Aiace, Elettra, Medea.

Impossibile dimenticarsi di loro, i patriarchi della cultura europea, paradigma dell’antica saggezza che ancora si tramanda a mo’ di favola in qualche fortunata aula del liceo classico. Sono gli eroi soli della tragedia greca, e non a caso ho menzionato Medea per ultima.

Una foto di Bernard Knox

Bernard Knox studia per noi il dramma dell’incomunicabilità

Bernard Knox, è autore di The Heroic Temper. Studies in Sophoclean Tragedy. In quest’opera ha delineato il ritratto dell’eroe tragico, concentrandosi sull’eroe sofocleo.

Secondo Knox, con Sofocle per la prima volta l’eroe vive un conflitto totale, costretto ad avvalersi delle sue uniche forze. L’eroe sofocleo vive una condizione di normalità, una normalità fortunatissima: Edipo è il re di Tebe, noto per saggezza e per aver sconfitto la piaga della Sfinge; Aiace è il miglior guerriero acheo, secondo solo ad Achille.

Ad un certo punto, però, quasi all’improvviso, senza rendersene conto (l’errore che segna i prodromi del declino è definito amarthia, cioè errore inconsapevole) cadono in disgrazia. Sono invisi agli dèi, nessuno sembra comprenderli, né i loro nemici, né gli amici. Gli alleati provano pietà ma sembra erigersi un muro di incomunicabilità.

L’eroe sofocleo ha una morale ferrea, non riesce a tradire se stesso e cade vittima del suo thumòs. Nemmeno il coro che lo circonda fino alla fine del dramma, nemmeno ascoltando tutti i suoi monologhi, riesce a capirlo. E allora è la fine.

La traccia narrativa delineata è comune a tutte le tragedie di Sofocle superstiti, ma è comune anche ad altri tragediografi, che sembrano avvalersi di questo schema sporadicamente. Alla fine del paragrafo precedente, infatti, ho menzionato anche Medea.

La versione tragica della vicenda di Medea a noi meglio nota e coerente con questo schema narrativo, è di Euripide. L’eclettico Euripide scrive per la sua Medea una ‘ordinaria’ tragedia sofoclea. Ma Euripide non è l’unico ad aver subito il fascino dell’eroe sofocleo, se facciamo qualche passo in avanti, ne vediamo un altro degno esempio proprio in The Truman Show.

In The Truman Show Jim Carrey è un moderno Edipo

The Truman Show è un film del 1998 diretto da Peter Weir e interpretato da uno strepitoso Jim Carrey.  Il soggetto originale è di un quanto mai sofocleo Andrew Niccol, che scrive per l’attore, fino ad allora conosciuto principalmente per ruoli comici, una meta-tragedia nella sitcom.

Il nostro protagonista, infatti, vive inconsapevolmente in una serie TV di successo, in cui è la star. Avvertendo un cortocircuito e affidandosi al suo cuore e al suo istinto, il nostro Truman vive il dramma. Da ragazzo ben inserito nella società ad outsider, incapace di comunicare, nemmeno con il suo migliore amico.

In trappola da un coro di comparse che rispondono alle sue verità con luoghi comuni e spot pubblicitari, è costretto a tentare l’impossibile, a rischiare di morire davvero nella serie di finzione, pur di viverne al di fuori. In The Truman Show, la serie TV è un’orchestra ateniese, formata da un coro di anziani tebani.

Un dramma in cui il nostro Edipo, pur di trovare la pace nel suo cuore e con gli dèi, è costretto dalla sua morale a mettere in discussione la sua vita. Non esiste più nulla sul cammino dell’eroe, nulla di vero, nulla di condiviso con la comunità. In questo stato d’animo Truman, come Edipo, può solo intraprendere la via dell’esilio.

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