Era il 2 dicembre del 2013: la AdultSwim rilascia nell’etere un programma tv che in pochi non conoscono. Stiamo parlando di “Rick and Morty”, cartone animato che ha conquistato i cuori di nichilisti, scienziati e non solo. La trama è assurda quanto semplice: l’uomo più intelligente della terra è tornato ad abitare con la figlia Beth, precedentemente abbandonata, suo marito Jerry, i due figli Morty e Summer. Morty ha solo 8 anni ma si ritrova coinvolto in bizzarre avventure extradimensionali che lo porteranno al limite della sanità fisica e mentale. Rick è un alcolista, egocentrico, imprudente nonno e non perde occasione di ricordare al nipote prediletto quanto possa essere assurda la vita. Il nichilismo e la schiettezza di Rick, uniti a pungenti riferimenti sull’attualità, sono ciò che hanno reso travolgente questo show.
“I’m Mr. Meeseeks. I have to fulfill my purpose so I can go away” – Rick and Morty
Nel corso della serie appaiono moltissimi personaggi interessanti, tra cui i Miguardi, o più universalmente Meeseeks. Sono alti, azzurri, dall’aria simpatica e dall’animo disponibile. Rick li convoca solo nell’episodio 5 della prima stagione ma sono diventati uno dei simboli della serie. Il loro scopo è uno e uno solo: portare a termine il compito che gli è stato assegnato e poi smettere di esistere. Così, Beth usa il suo MeeSeeks per diventare una donna più completa e felice, Summer per essere più popolare a scuola, Jerry per migliorare a golf. Qualcosa va però storto: Jerry è davvero incapace e finirà per essere minacciato di morte dalla moltitudine di MeeSeeks che hanno tentato di aiutarlo.
“Existence is pain to a Meeseeks”- Rick and Morty
Ma cosa rappresentano i Meeseeks? Le teorie sono tutte molto interessanti e nessuna è davvero sbagliata. Psicologicamente potrebbero rappresentare il costante bisogno di attenzioni che ognuno di noi ha, o la necessità di aiutare gli altri anche a costo di mettere da parte i propri bisogni fondamentali, o l’altruismo trasformato in un mezzo per riempire un’esistenza altrimenti vuota. Su un piano più filosofico invece si potrebbe parlare del concetto stesso di esistenza: i Meeseeks esistono per portare a termine un solo compito e poi scomparire. E sono felici così: l’esistenza è dolorosa, non vedono l’ora che finisca. La loro solidarietà nasce come palliativo a un vivere tormentato. Questa però non è un’idea nuova, sembra infatti richiamare all’esistenzialismo francese, in particolare quello di Albert Camus. Questa corrente sostiene che l’essere umano è incastrato in un’esistenza che da un lato è futile e transitoria, dall’altra si proietta verso un senso più profondo che tende all’assoluto. Entrambe queste componenti sono essenziali per comprendere meglio i sentimenti umani. Nel dettaglio, secondo Camus l’unico modo per non lasciarsi sopraffare dall’angoscia è la solidarietà tra umani, la collaborazione, la condivisione di questo dolore con lo scopo di accettare meglio l’assurdità in cui tutti sguazziamo.

“L’assurdo nasce dal confronto fra la domanda dell’uomo e l’irragionevole silenzio del mondo.” – A. Camus
L’esistenza umana è quindi una sequenza di assurdità. E quando l’uomo domanda, l’universo tace. Le religioni tentano di rispondere, la filosofia cerca una soluzione, ma l’unica certezza che abbiamo è quella di esistere. Da qui il nome della corrente esistenzialista. Camus si ricollega al mito greco di Sisifo per darci un’immagine chiara del suo pensiero: Sisifo è condannato a spingere un sasso su per una montagna e a vederlo poi rotolare dall’altro crinale. Deve quindi ricominciare daccapo, spingerlo fino alla cima, vederlo cadere di nuovo, e via così per l’eternità. Un po’ come un Meeseeks che svolge un compito dopo l’altro. Ma un Meeseeks è felice perché ha accettato l’assurdo della sua esistenza e vive al meglio la sua condizione, per quanto strana e apparentemente futile. Così dovrebbe fare l’essere umano. Smettere di farsi domande a cui non può rispondere, accettare la parte di assurdo che caratterizza l’esistenza umana, iniziare a vivere con consapevolezza la vita e fare del suo meglio, mettendo da parte l’egoismo e aiutando chi lo circonda. Possibilmente, senza desiderare la morte, come invece fa Mr Meeseeks.
Giada Annicchiarico