Montale e il rap: quando la vecchia guardia esplora linguaggi new school

Ecco cosa potrebbero avere in comune due mondi così diversi: il poeta Eugenio Montale e la musica rap.

Evoluzione della musica rap/theseleqtas.com

Satura, quarta raccolta poetica di Eugenio Montale, rivoluzionò lo stile dello scrittore ligure. Allo stesso modo, molti artisti della scena rap e hip-hop si sono trovati a ripensare i loro sound alla luce dell’esplosione della trap.

MONTALE VECCHIO E GIOVANE

I critici letterari dividono la carriera poetica di Eugenio Montale in due stagioni. La prima, quella più consistente, è quella del ‘Montale Giovane’: qui troviamo le raccolte Ossi di Seppia, Le Occasioni La Bufera e Altro. La seconda è quella del ‘Montale Vecchio’ dove, tra tutti gli scritti, spicca la raccolta Satura. Pubblicato in edizione definitiva nel 1971, il libro si distanzia decisamente dalla produzione antecedente in quanto a lessico, contenuti e stile. La lingua infatti si colora di un registro anche molto basso. Il pluristilismo e il plurilinguismo non sono di certo una novità in letteratura. Ma questo cambiamento lasciò di stucco il pubblico e i critici. In un mondo sempre più massificato il poeta difende il suo diritto all’arte. La massa e la prosa in questo mondo si generano a vicenda. E l’artista, per arrivare a rifiutarle entrambe, se ne serve colorandoci la sua poesia.

Eugenio Montale/firenze.repubblica.it

OLD SCHOOL E NEW SCHOOL

È ormai consuetudine da tempo dividere le correnti artistiche in questi due grandi filoni: la vecchia e la nuova scuola. Non si è capito ancora bene quanto questo sia utile, dal momento che anche una nuova scuola, col tempo, diventa vecchia. Fatto sta che nessuno oggi avrebbe dubbi nel collocare, per il mondo del rap, un Eminem tra i primi e un Lil Pump tra i secondi. Eppure i confini, che spesso assumono caratteristiche ideologiche, spesso non sono così netti. L’esplosione della trap non può avere certo cancellato decenni di musica, ma in qualche modo è come se avesse inglobato una tradizione per proiettarla in qualcosa di diverso. E questo gli artisti della vecchia guardia lo sanno bene. Perciò non si fanno problemi ad usare lo stesso linguaggio dei nuovi arrivati: vuoi per sincera approvazione, vuoi per dare sfogo ad un’efficace ironia del dissenso.

IL RIFIUTO ATTRAVERSO L’ACCETTAZIONE

Quando si ha a che fare con moduli stilistici estranei al proprio arsenale artistico, gli effetti che ne risultano sono quantomeno degni di attenzione. Quello davvero bravo, mentre rifiuta la versione stereotipata di se stesso, ti fa vedere quanto è valido anche se sottoposto a sperimentazione. Tanto per Montale quanto per gli old del rap – mondo in cui volendo si invecchia anche solo dopo un paio d’anni – è valido un assunto imprescindibile: se nessuno ti ascolta più perché sono cambiate le condizioni intorno, è bene continuare a veicolare i tuoi messaggi, ma piegandoti alla nuova forma. Perciò, se ci si vuole dichiarare apertamente estranei a qualcosa, è necessario avvicinarvisi, prima di prenderne le distanze. Un po’ perché arroccati nelle proprie esclusive convinzioni si finisce per essere ascoltati solo da se stessi. Un po’ perché davvero l’ironia è tra le più potenti armi retoriche che un artista dissidente abbia a disposizione.

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