Ecco come Italo Calvino e “Alla Ricerca di Nemo” raccontano cosa sia l’ecologia

Cos’è l’ecologia? E come è stata trattata durante gli anni? Ecco come è stata affrontata da Calvino ne “Il Barone Rampante” e in “Alla ricerca di Nemo”. 

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Molto spesso sentiamo parlare di ecologia e poche volte ci soffermiamo sul suo vero significato e su cosa effettivamente coinvolga. Potrebbe sembrare un concetto tanto lontano, da studiare e da imparare come semplice definizione, ma non è così. L’ecologia non è soltanto una definizione e ce lo confermano Italo Calvino e il film “Alla Ricerca di Nemo”.

 

Cos’è l’ecologia? E quante volte usiamo questo termine impropriamente?

Da definizione per l’Oxford Languages “Scienza che ha per oggetto lo studio delle funzioni di relazione tra l’uomo ( e. umana o assol. ecologia ), gli organismi vegetali e animali ( e. vegetale, e. animale ) e l’ambiente in cui vivono.”

Per ecologia dunque s’intende la relazione tra l’uomo e gli organismi vegetali e animali e non solo, anche con l’ambiente in cui vivono. Una definizione più quotidiana, forse, di quanto si possa immaginare e che di certo non si sposa con l’accezione tipo che si dà in una normale conversazione. L’ecologia infatti non coincide, per esempio, con lo studio dell’inquinamento. Si tratta più che altro di una guida che ci permette di innestare la giusta relazione e dinamica tra l’uomo e il suo ambiente. Questi diversi modi di intendere l’ecologia derivano molto probabilmente dalla diffusione della disciplina e sicuramente dall’errato modo di intenderla, visto che più volte viene addirittura scardinata dal suo statuto di scienza.

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L’ecologia… anche in letteratura!

Non è un paragone azzardato, anzi. L’ecologia viene trattata anche il letteratura, benché spesso sia velata o affrontata in maniera metaforica o ancora allusiva. Tra i tanti intellettuali impegnati in questo ambito possiamo sicuramente citare Italo Calvino, che più volte ha preso posizione su questo argomento. Senza scendere tanto nei dettagli e nelle trame delle altre opere, l’approccio è comprensibile sia dal titolo, così come anche il fine. Opere come La speculazione Edilizia”, ” La Nuvola di Smog” e tra le tante non possono essere dimenticate “Le Cosmicomiche” dove tutto appare come inafferrabile, come fosse una nebulosa impronunciabile, a partire dal nome del protagonista. Naturalmente, Calvino non è l’unico autore ad aver composto opere di questo tipo.

Tralasciando questi esempi che sono tutti più che validi, in questo caso ci concentreremo su un capitolo della trilogia araldica de I Nostri Antenati: “Il Barone Rampante”. 

 

Il Barone Rampante

La trama di quest’opera è spesso abbastanza nota. E’ la storia  di Cosimo Piovasco di Rondò, narrata dal fratello. Dopo una serie di varie discussioni e incomprensioni anche con la sua famiglia, Cosimo deciderà di abbandonare tutto per condurre una vita sugli alberi. Una scelta che potrebbe sembrare curiosa, sicuramente, ma che non è solo un artificio narrativo, non è sola fantasia. Più volte ci si è chiesto come mai Calvino avesse scelto una trama del genere e come mai proprio la scelta di allontanarsi dal mondo in questo modo, quando le alternative erano tante. Come ogni opera anche questa merita di essere contestualizzata, non solo tra la produzione dello stesso autore, non considerandola solamente parte di una trilogia: bisogna ricordare anche il periodo storico-letterario in cui ci stiamo muovendo e trovare una data, un periodo di stesura che renda molto più chiara la sua scelta, così come può giustificare il motivo di tante opere che si occupano -in maniera diversa- di questo tema.

Una presa di coscienza?

Quando si parla di letteratura ed ecologia e del rapporto tra queste, uno dei titoli cui si può fare riferimento è quelli di Niccolò Scaffai, “Letteratura e ecologia. Forme e temi di una relazione narrativa”, pubblicato nel 2017 per la Carocci. Un libro più che recente che cerca di ripercorrere le fila di questo rapporto toccando diversi punti e approfondendone altri. Calvino non è il solo, non è l’unico che sente il bisogno di dir qualcosa a proposito. I cotesti qui sono la parte centrale dell’approccio di un poeta o di uno scrittore, il motore primo da cui scaturiscono le osservazioni, i desideri e le aspettative. In un lasso di tempo come quello in cui viene pubblicata la prima edizione de “Il Barone Rampante” (1957) dove tutto stava cambiando, dove il progresso prendeva sempre più forma e forme, forse opere e pensieri del genere non dovrebbero poi stupire così tanto.

Il finale de Il Barone Rampante

Come già segnalato a raccontare la storia non è il protagonista, bensì suo fratello. Ripercorre mano mano le memorie di Cosimo fino ad arrivare ad un’osservazione cruciale: gli alberi che prima c’erano, gli alberi sui quali si era nascosto Cosimo, non esistono più.

Così scomparve Cosimo, e non ci diede neppure la soddisfazione di vederlo tornare sulla terra da morto. Nella tomba di famiglia c’è una stele che lo ricorda con scritto: “Cosimo Piovasco di Rondò –Visse sugli alberi – Amò sempre la
terra – Salì in cielo”. Ogni tanto scrivendo m’interrompo e vado alla finestra. Il cielo è vuoto, e a noi vecchi d’Ombrosa, abituati a vivere sotto quelle verdi cupole, fa male agli occhi guardarlo. Si direbbe che gli alberi non hanno retto, dopo che mio fratello se n’è andato, o che gli uomini sono stati presi dalla furia della scure. Poi, la vegetazione è
cambiata: non più i lecci, gli olmi, le roveri: ora l’Africa, l’Australia, le Americhe, le Indie allungano fin qui rami e radici. Le piante antiche sono arretrate in alto: sopra le colline gli olivi e nei boschi dei monti pini e castagni; in giù la costa è un’Australia rossa d’eucalipti, elefantesca di ficus, piante da giardino enormi e solitarie, e tutto il resto è palme, coi loro
ciuffi scarmigliati, alberi inospitali del deserto. Ombrosa non c’è più.

Non solo letteratura: Alla Ricerca di Nemo 

Nel 2003 dalla collaborazione tra la Pixar e la Disney nasce un film d’animazione: Alla Ricerca di Nemo. Un film che nasconde tanti grandi significati e che racconta la storia di Nemo, un piccolo pesce pagliaccio. Nemo è figlio di Marlin e Coral. Le uova deposte da Coral erano tante e entrambe aspettavano di diventare genitori, ma purtroppo un barracuda affamato attaccherà il loro nido. Coral perderà la vita mentre Marlin aveva perso i sensi. L’unico sopravvissuto è Nemo, un piccolo uovo con una lesione, che gli causerà un pinna trofica. Marlin prometterà di crescere Nemo con le migliori intenzioni. Una “fuga” non voluta e una lunga ricerca che porterà al salvataggio di Nemo: un film che non solo racconta una storia, ma che racconta in maniera colorata e animata la biodiversità e la minaccia che -a volte- è l’uomo. 

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