Il loro intento era ricostruire il Partito Nazista con a capo Miss Hitler. Come mai stiamo assistendo ad un ritorno di vecchie ideologie barbare?

La memoria è un ingranaggio collettivo, ma nel variegato mondo dei nazionalismi, un gruppo stava tentando di rifondare il partito neonazista in Italia. Un atto goliardico oppure sotto c’è qualcosa di più fondato?
Le loro (nuove) battaglie
Il nuovo Führer in salsa italiana ha ventisei anni, si fa aiutare da una di quarantacinque (la cosiddetta “Sergente di Hitler”) e nel milanese (coadiuvate anche da altri aderenti) stavano tentando di organizzare un gruppo neonazista. O meglio, stando alle parole della donna: “Possiamo avere a disposizione armi e esplosivi, sforneremo soldati pronti a tutto. Presto costituiremo il Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori”. Tutto questo sembra avere dell’assurdo, ma accade nel 2019 e, per giunta, in Italia. Si tratta principalmente di donne: la 45enne è una mamma impiegata in un’azienda di Milano, mentre “Miss Hitler” ha “vinto” il titolo stando comodamente seduta sul divano di casa a Pozzo d’Adda (nell’hinterland milanese) sul famoso social network russo VKontakte. Erano pronte ad irrompere in tutta Italia sulla scena dell’estremismo di destra con un proprio soggetto politico, mentre sui social arruolavano nuove leve. Sembra un’idea molto utopica quella di sfondare in politica in questo modo, ma è tutto meno ideale quando si viene a scoprire che la macchina era gestita e architettata da un ex pentito della ‘ndrangheta, pregiudicato calabrese, ex “legionario”, con un passato da collaboratore di giustizia ma, al contempo, referente di Forza Nuova per il ponente ligure. Per chi non masticasse di politica e fosse avulso dalla situazione, ricordiamo che Forza Nuova si autodefinisce proprio un partito estremamente nazionalista e neofascista. Così la fantapolitica che abbiamo delineato nelle prime righe, diviene, con questo decisivo particolare, un interessante caso di cronaca da analizzare.

Ritorno di fiamma
Cos’è quella particolare molla che può scattare nel cervello ad un cittadino italiano di avere anche la minima idea di poter rifondare il partito nazista? Non c’è una risposta univoca alla domanda, ma sicuramente quello che, oltre all’ignoranza e alla mancata conoscenza della storia, concorre nel creare situazioni di questo tipo, è il non aver mai affrontato di petto il problema fascista sin dalla fine della Seconda guerra mondiale. Per l’Italia la cosiddetta “responsabilità collettiva” è un taboo e il Bel Paese non è mai riuscito a combatterlo, perché, in realtà, non lo ha mai affrontato. Il risultato è presto detto. Le adepte del Führer, citate in precedenza, spesso vestivano in modo da poter rendere visibili i simboli del loro fanatismo, con svastiche, marchi delle Ss e croci celtiche. Una di loro ha perfino detto: “Io sposerei un ebreo solo per torturarlo giorno dopo giorno”. E ancora: “Solo a parlare dei giudei mi viene il prurito, brutte bestie vanno sterminati”.

Si può uscire dal ciclone?
È ancora normale poter parlare di fascismo o nazismo nel 2019 come di problemi da affrontare e dover ancora sradicare di netto? Purtroppo la domanda è ancora affermativa e tutto questo fa scalpore poiché la nuova arma di comunicazione e consenso è molto più permeante e funzionale rispetto (chiaramente) a quella utilizzata dai totalitarismi storici. Già il pensare di poter “reclutare nuove truppe” aderenti alla causa su un social network ci permette di intravedere solamente la punta della problematica. Tanto che questi partiti neonazisti iniziano ad essere radicati su più territori. Una serie di legami, infatti, erano stati stretti anche all’estero: il gruppo italiano neonato, secondo la Digos di Enna, cercava anche di accreditarsi in diversi circuiti internazionali avviando contatti con organizzazioni di rilievo come “Aryan White Machine – C18” ed il partito d’estrema destra lusitano “Nova Ordem Social”, tutti gruppi aderenti alla cerchia dei ben più illustri “Combattenti di Adolf Hitler” tedeschi e al circuito neonazista britannico “Blood & Honour”. Per concludere, alcuni tra gli esponenti più in voga di questi partiti erano presenti alla “Conferenza Nazionalista” svoltasi lo scorso 10 agosto a Lisbona con l’obiettivo di creare un’alleanza transnazionale tra i movimenti d’ispirazione nazionalsocialista di Portogallo, Italia, Francia e Spagna. Anche in questo caso ad intervenire a nome del neonato partito nazionalsocialista italiano è stata una donna, che in casa, tra il materiale sequestrato, possedeva due coltelli, diverso materiale di area politica di estrema destra, un busto di Benito Mussolini, libri sull’antisemitismo e sul fascismo, il tutto, secondo le testimonianze, all’oscuro di familiari e parenti.
Qualcuno di molto attuale canterebbe: “chi sei davvero quando nessuno ti vede?”.