Chi non vorrebbe avere dei poteri psichici proprio come Undici? In attesa della terza stagione di Stranger Things, analizziamo le origini delle sue capacità e scopriamo se è possibile ottenerle.
La storia di Undici
Undici è una dei giovani protagonisti della serie TV del momento, Stranger Things, ed è dotata di particolari poteri psichici, come la telecinesi e la telepatia, di cui fa largo uso durante la storia. Questi poteri le permettono di spostare o distruggere oggetti, trovare delle persone a distanza vedendone la foto, comunicare mentalmente e persino uccidere i suoi nemici (umani e mostri). Tali abilità sembrano essere collegate ad un esperimento che gli scienziati del Progetto MKUltra conducevano su sua madre, inconsapevole di essere incinta: le somministravano droghe psichedeliche (soprattutto LSD) e la sottoponevano ad esperienze di deprivazione sensoriale per studiarne gli effetti sulla mente. Al momento del parto, il malvagio Dr. Brenner, a capo del progetto, rapì la neonata Undici per condurre nuovi studi e insabbiò questo episodio facendo credere che la madre avesse avuto un aborto spontaneo. Per anni la bambina fu sottoposta a test dei suoi poteri soprannaturali, finché un giorno entrò in contatto con una mostruosa creatura in una dimensione parallela e, spaventata, aprì accidentalmente un portale da cui l’essere poté uscire. Approfittando del caos nel laboratorio, la ragazzina riuscì a scappare ed incontrò quelli che in seguito diventeranno i suoi amici.

LSD
Per capire se tutto ciò è possibile, partiamo dalla presunta causa di questi poteri: l’LSD. Questa è la sigla derivante dal tedesco Lysergsäurediethylamid, ovvero dietilamide dell’acido lisergico. Tale sostanza è appunto un derivato sintetico dell’acido lisergico, un composto contenuto in un fungo parassita delle graminacee chiamato comunemente Ergot. L’LSD è stata scoperta casualmente da Albert Hoffman mentre conduceva delle ricerche sulle sostanze contenute nell’Ergot per trovare nuovi farmaci stimolanti della circolazione e della respirazione. In passato veniva studiata per contrastare disturbi mentali come depressione e schizofrenia, ma i notevoli effetti negativi sul sistema nervoso l’hanno fatta classificare come allucinogeno e quindi non è più possibile farne uso legale. Infatti, tramite un complesso meccanismo che coinvolge alcuni messaggeri come serotonina e glutammato (sostanze responsabili di varie funzioni nel cervello, il quale agisce poi su tutto l’organismo), l’LSD causa un aumento di attività psichica che porta ad allucinazioni, alterazioni dell’umore e della temperatura corporea e tachicardia. È molto pericolosa perché causa tolleranza, ovvero la necessità di dosi sempre maggiori per avere lo stesso effetto; tuttavia, al contrario di molti altri stupefacenti, non provoca dipendenza, cioè non si percepisce il bisogno psicofisico di ricorrere alla sostanza.

Gli studi dell’LSD sulla gravidanza
Per quanto l’uso di stupefacenti durante la gravidanza è assolutamente da evitare, sia per il pericolo che possano agire sul feto sia per i problemi di salute e comportamentali della madre, l’LSD non sembra avere effetti teratogeni, cioè non causa malformazioni nel bambino. Esistono casi animali di malformazioni e casi umani di aborto spontaneo, ma solo a dosi elevatissime. Tuttavia, non è possibile correlare direttamente l’uso di LSD e questi effetti perché statisticamente possono manifestarsi anche in condizioni normali. Inoltre, dato che la sperimentazione di LSD durante la gravidanza è illegale, lo studio è stato fatto solo su donne che hanno assunto in modo illecito la sostanza, per cui vari altri fattori come la sua purezza e i disturbi comportamentali (malnutrizione, fumo ed abuso di altri stupefacenti ed alcol) possono concorrere ai danni al feto. È certo però che il neonato non possiederà i poteri psichici di Undici! La classificazione dell’LSD secondo la Pregnancy category della Food and Drugs Administration (FDA) è quindi di categoria C: lo studio sugli animali ha riportato riscontri negativi ma non ci sono adeguati e controllati studi sull’uomo, tuttavia i potenziali rischi superano i benefici ed è quindi sconsigliata.
E le altre droghe?
Durante la gravidanza è molto importante fare attenzione alle sostanze che vengono assunte perché queste, così come entrano in circolo e hanno degli effetti sulla madre, possono attraversare la placenta e agire anche sul feto. In modo particolare, sostanze non solubili in acqua (dette idrofobe o lipofile), di tipo basico e con un basso peso molecolare sono in grado di entrare nel corpo del bambino ed accumularvisi. Tra queste sostanze rientrano numerosi stupefacenti: gli oppioidi, come morfina, eroina e metadone; il tetraidrocannabinolo o THC, principio attivo della cannabis; l’amfetamina e i suoi derivati come MDMA o Ectasy e metamfetamina. È dimostrato che l’assunzione di questi composti durante la gravidanza causa nel neonato la cosiddetta Sindrome da astinenza neonatale o NAS, cioè una serie di sintomi più o meno gravi che si manifestano a partire da 1-10 giorni dal parto che includono: tremori, pianto eccessivo, disturbi del sonno, riflessi iperattivi, sbadigli e starnuti, vomito, diarrea, temperatura instabile, disidratazione. A volte i danni possono protrarsi nel tempo e causare deficit di attenzione. Insomma, tutt’altro che poteri psichici!
Ergot e Parkinson
Le sostanze prodotte dal fungo parassita, come il già nominato acido lisergico e l’ergolina, sono anche precursori di alcuni farmaci usati per alleviare i sintomi motori del morbo di Parkinson, tra cui tremori, rigidità muscolare e lentezza dei movimenti. Questi composti di sintesi sono chiamati appunto derivati dell’Ergot e comprendono cabergolina, bromocriptina, lisuride e pergolide. Tuttavia, come tutti i farmaci per il trattamento di questa grave malattia neurodegenerativa, non sono in grado di curarla poiché non agiscono direttamente sulle cause scatenanti ma sulle conseguenze. Ad oggi non esiste una vera e propria cura che blocca e retrocede la degenerazione del cervello, dato che i neuroni sono particolari cellule prive della capacità di dividersi per mitosi. Infatti, una volta completamente formato, il sistema nervoso non è in grado di ripararsi dai danni o produrre nuove cellule neuronali autonomamente, ma i controversi studi sulle cellule staminali offrono qualche speranza in questo senso.

Cristiano Monti