Billie
Giochi di luce, siringhe, occhi vacui tinti di scuro, sottofondi metallici, corpi sospesi. Non stiamo parlando di un film horror, ma dei nuovi video musicali di Billie Eilish. Figlia d’arte, la diciassettenne sta rapidamente diventando uno dei fiori all’occhiello dell’industria. Apple Music ha nominato la cantante come una Up Next, titolo onorifico nel settore. Forbes ha identificato Billie come l’artista da tenere d’occhio nel 2019 e NME ha affermato che è la giovane più chiacchierata del pianeta. Tuttavia, alcuni fan hanno notato che, più Billie si addentra nell’industria musicale, più la sua intera persona diventa oscura. Mentre il suo personaggio annoiato, con gli occhi di un tipico adolescente depresso la rendeva popolare tra i giovani, i suoi video recenti sono orientati verso una rappresentazione totale dell’abuso e del controllo mentale basato sul trauma. Il suo ultimo singolo Bury a Friend è un altro passo in quella direzione.
I wanna end me
I video musicali prima di Bury a Friend sono semplici ma estremamente simbolici. Messi insieme, raccontano la storia di una ragazza che entra in un mondo oscuro e repressivo, raffigurano il trauma e la rottura. Bury a Friend ritrae il prodotto finale: uno schiavo MK completamente maltrattato. Il video si apre con un ragazzo che sembra risvegliarsi da un incubo, poi arriva lei: occhi neri e densi come pece, privi di un’anima, privi di qualsiasi emozione umana, gli occhi di chi è stato privato della sua stessa umanità. Indossa una divisa da detenuta di tinte chiare, bianche, quasi a simboleggiare la purezza che, nella sua assenza, è presente. Si trascina lungo il corridoio in preda a quelli che sembrerebbero essere tic e convulsioni, mentre mima una gola tagliata, quasi a volersi uccidere. Dal buio sbucano delle mani tinte di nero che tengono ferma Billie, mentre con una torcia iniziano a crearsi strani giochi di luce, come se partecipassimo ad una visita medica. Gli occhi ora cambiano colore, diventano bianchi ma pur sempre vuoti, in attesa di essere riempiti. Le mani, prive di proprietari, strattonano la ragazza, finché le strappano la maglietta e decine di aghi penetrano nella sua schiena. Le sequenze si ripetono in continuazione fino alla fine: ora Billie levita, incosciente di qualsiasi cosa succeda intorno a lei.
Il controllo della mente
Le mani rappresentano i gestori MK: coloro che drogano, abusano, traumatizzano e programmano gli schiavi MK. Quello della manipolazione è dunque uno dei temi del videoclip. Per comprendere meglio le origini di questa pratica e il significato della sigla MK, occorre fare un passo indietro. Gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, da sempre in combutta per aggiudicarsi il primato riguardo le scoperte di controllo della mente in campo psichiatrico, sono costrette a lasciare da parte tali questioni dopo lo scoppio della guerra. La Seconda Guerra Mondiale segna la fine dell’isolazionismo americano e la necessità di servizi segreti. Nel 1941 nascono gli Office of Strategice Services, capeggiati da William Joseph Donovan che, l’anno seguente, investono circa 5’000 dollari per testare il farmaco della verità su prigionieri tedeschi. Gli americani e i sovietici, però, non sono gli unici a concentrarsi su esperimenti di controllo della mente. Nel 1946, durante il processo di Norimberga, i nazisti rivelano di aver sperimentato nei campi di concentramento, terreno fertile per menti inconsapevoli, gli effetti del controllo mentale. A causa delle atrocità commesse all’interno dei campi viene dunque varato il Codice di Norimberga, un codice di tipo medico che impone l’obbligo del consenso del soggetto interessato per qualsiasi tipo di esperimento psichiatrico o meno. Tra il 1947 ed il 1949 solo alcuni volontari si sottopongono a terapie o farmaci per il controllo mentale, ma nel 1949 la situazione cambia.
Top Secret
Nel Febbraio del 1949, durante il processo al cardinale Mindszenty, i servizi segreti iniziano a temere di essere un passo indietro rispetto all’Unione Sovietica. L’uomo confessa crimini all’apparenza insensati mentre è in stato di trans. Alimentati dalla paura, affidano all’appena nata CIA la ricerca di nuovi sistemi per il controllo della mente. I progetti, che prendono il nome di Project Bluebird prima, e di Project Artichoke poi, sanciscono la violazione del Codice di Norimberga. Lo scoppio del conflitto in Corea nel 1952 porta alla luce le nuove scoperte sovietiche in campo psichiatrico, alimentando di nuovo le paure degli Stati Uniti. Nell’aprile del 1953 il direttore della CIA, Allen Dulles, firma un ordine segreto esecutivo, varando il Progetto MKULTRA. Lo scopo? Non lasciare nulla di intentato nel campo del controllo della mente e del comportamento. Gli Stati Uniti, in nome della sicurezza nazionale, superano così i confini dell’etica medica. I primi esperimenti avvengono su studenti volontari, pagati per portare avanti una terapia a base di LSD, un allucinogeno poco noto ai tempi. Insoddisfatto del risultato, Gottlieb decide di estendere la terapia a soggetti inconsapevoli, per assicurarsi risultati migliori. Con l’aiuto di George White e 300’000 dollari, nascono i primi centri segreti per esperimenti della CIA.
Brainwashing
Tra il 1953 ed il 1964 vengono finanziati, oltre al progetto MKULTRA, centinaia di sotto-progetti. I soggetti sono spesso drogati, prostitute, pazienti di manicomi o persone che presentano un normale disturbo psichiatrico. Le modalità sono sempre le stesse: il consumo di droghe in unione al controllo mentale. Le droghe hanno la funzione di ammorbidire la mente, il controllo penetra alla base di essa con ipnosi, dolore, elettroshock, deprivazione sensoriale e isolamento. L’intero processo prenderà il nome, anni dopo, di Brainwashing o lavaggio del cervello. Durante il 1953 ed il 1964 subiscono la stessa sorte un numero ignoto di pazienti, inconsapevolmente. Fino al 1984, quando alcuni ex-pazienti del Dr.Cameron, allora membro del progetto, intentano un’azione legale contro quest’ultimo. Cameron aveva sperimentato una cura contro la malattia mentale detta Depatterning o spersonalizzazione, che si componeva di tre stadi e mirava ad annullare per riconvertire, in seguito, un individuo. Durante la prima fase al paziente sono somministrate dosi di LSD ed è sottoposto a continue scariche di elettroshock. Nello stadio intermediario una voce registrata in cuffia, posta sotto il cuscino del paziente, ripete continuamente le stesse frasi. Nell’ultima fase i pazienti vengono sedati per due o tre settimane, in un sonno continuo per sopprimere qualsivoglia ricordo dell’accaduto.
Quello che sappiamo
Nell’autunno del 1963 l’MKULTRA viene rimpiazzato dall’MKSEARCH, gli esperimenti si protraggono fino al 1972. Nel 1975 vedono la luce gli unici documenti rimasti a testimonianza dei progetti e due anni più tardi al verità viene a galla. Per quanto ne sappiamo, gli esperimenti sul controllo mentale si sono conclusi. Nessuno dei responsabili ha mai ammesso di essersi pentito. Quello che è certo è che ogni passo avanti in questo ambito psichiatrico, è un passo indietro per l’essere umano. Stiamo per sconvolgere volontariamente la nostra mente e i nostri pensieri, a meno che non facciamo qualcosa per proteggere la nostra mente e quella dei nostri figli. – Aldous Huxley, Il mondo nuovo