Domani si concluderà il 2019 e in molti in queste ore si stanno preparando ad affrontare l’anno che verrà leggendo l’oroscopo
Una delle tradizioni più diffuse nel nostro paese, a fine anno, è sicuramente rivolgersi al l’oroscopo per scoprire come prepararsi al meglio al nuovo anno che sta arrivando. Nella filosofia contemporanea italiana, in particolar modo con Emanuele Severino, possiamo trovare il concetto di destino ben analizzato ed accostato al nichilismo.
L’oroscopo ci spiega cosa ne sarà di noi nel 2020
Il segno zodiacale, nell’astrologia occidentale, corrisponde a ciascuna delle dodici suddivisioni convenzionali dello zodiaco in parti uguali. Per tradizione, ogni segno zodiacale prende il nome da una costellazione, seguendo il seguente ordine: Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Aquario, Pesci. Nell’uso popolare si usa dire “nascere sotto il segno di…” seguito dal nome di un segno zodiacale. Il significato cambia in base alla tradizione astrologica: nell’uso occidentale si intende il segno zodiacale nel quale si trova il Sole al momento della nascita della persona, mentre nell’uso indiano si intende il segno zodiacale sul quale si trova la Luna. Da qui nasce quindi l’oroscopo: è l’interpretazione astrologica della posizione degli astri al momento in cui si verifica un qualsiasi evento. L’arte divinatoria, che è solo uno degli aspetti di un oroscopo, si chiama oroscopi. Il termine deriva dal latino hōroscopus, che a sua volta provenire dal greco ὡροσκόπος hōroskópos, composto di ὥρα, hṓra, «durata di tempo», e σκοπέω, skopéō, «osservare», quindi propriamente «osservare l’ora». Come si può ben notare quindi, il nostro consultare le stelle è una tradizione antichissima. Patrizia Balbo, in una breve a La Stampa, afferma che sarà un 2020 ricco di opportunità per tutti; la sua professione infatti è quella di leggere le costellazioni per dispensare consigli fornendo spunti di riflessione per ogni segno dello Zodiaco. Non un’astrologa ma una studiosa di linguaggi simbolici che, da quando era poco più che una ragazzina, scruta il cielo, lo interpreta suggerendo come utilizzare e sfruttare al meglio l’energia che sprigiona una determinata posizione astrologica. «Quello che faccio è limitarmi a leggere e decifrare un linguaggio simbolico – spiega -. L’astrologia è un modo per comunicare attraverso dei simboli che sono i segni zodiacali e i pianeti del nostro sistema solare».
Testimoniare il destino di Emanuele Severino
A gennaio di quest’anno, alla soglia dei novant’anni, Emanuele Severino ha dato alle stampe un nuovo libro, Testimoniando il destino. L’intento dichiarato di questo volume è una “discussione” intorno agli scritti di Severino, una sorta di auto-riflessione che il filosofo bresciano compie su tutto quello che, dal 1958 — anno di uscita de La struttura originaria — ad oggi, è andato scrivendo. In altre parole, Testimoniando il destino vuole «coltivare il segno» rappresentato dall’insieme degli scritti severiniani. Il testo di Severino compie un’operazione di emendazione di alcune dissonanze presenti nel complesso dei suoi scritti; dissonanze che appaiono, però, solamente ad uno sguardo ampio sull’intero sistema e che ci consegnano — ci sia permesso di dire — un “processo evolutivo” delle opere severiniane che, passo passo, abbandonano i residui di nichilismo che i primi testi portavano ancora in seno. L’autore mostra anche la necessità del suo stesso parlare e dire, la necessità di testimoniare il destino, appunto. Questo testimoniare è necessario ma va capito, studiato e approfondito. Perché testimoniare il destino significa togliere la contraddizione del quale la terra isolata dal destino è invece invasa. Testimoniare il destino non aiuta a velocizzare il processo di oltrepassamento della terra isolata dal destino e il sopraggiungere della terra che salva, ma è il “senso” del filosofare, è ciò che ci permette di non rimanere a bagno nella non verità della terra isolata che pensa gli enti come provenienti dal nulla e al nulla destinati. È in questo contesto che Severino snocciola alcune questioni interne a tale processo, ovvero la natura e il rapporto del linguaggio con il destino, e la necessità che ogni sopraggiungente sia oltrepassato, e quindi che anche la solitudine di questa terra sia oltrepassata da una terra che salva e da un sempre maggiore toglimento della contraddizione, diretta verso la Gloria. Testimoniando il destino nasce dal fatto che oggi l’atteggiamento prevalente è di voltare le spalle alla verità intesa come sapere incontrovertibile, mentre sin dall’inizio Severino ha mostrano in che senso «il destino della verità» sia inaggirabile. La parola «destino»è costruita in modo analogo a episteme, la quale «è il tentativo fallito di evocare l’incontrovertibile». Entrambe sono basate sulla radice indoeuropea stha, che indica lo stare. «Il destino riesce là dove l’episteme ha fallito», nota Severino. Si tratta di capire che l’uomo non è soltanto fede, la quale non riesce a «stare», ma è appunto «sapere che sta»
Destino ed oroscopo: analisi dei termini e importanza nella società
La parola oroscopo, se si cerca sul dizionario, è sotto tale significato: la previsione circa il destino di una persona attraverso la data, l’ora e il luogo della sua nascita e l’osservazione delle stelle, alla cui base si considerano le dodici case del cielo, dove si trova uno dei segni zodiacali in congiunzione con uno dei sette pianeti, ma si trova anche il semplice termine di predizione. La parola destino invece la troviamo sotto tale dicitura: l’insieme imponderabile delle cause che si pensa abbiano determinato (o siano per determinare) gli eventi della vita: l’ineluttabilità del destino; rassegnarsi al proprio destino; è destino, è fatale; spesso inteso come personificazione di un essere o di una potenza superiore che regola la vita secondo leggi imperscrutabili e immutabili. I due termini, oltre ad essere simili, producono una serie di credenze popolari alle queli tutti, prima o poi, cerchiamo di affidarci. Basta pensare all’ antica Grecia e la famosissima Niké, ovvero la dea della fortuna alla quale si affidavano per avere lasorte a favore. Nella cultura musicale odierna invece basta pensare a Calcutta e alla loro canzone famosissima Oroscopo che ha nel suo incipit questa frase “Sono uscito stasera ma non ho letto l’oroscopo”. Insomma nonostante sia una credenza antichissima, ancora oggi destino ed oroscopo influiscono, e non poco, nella cultura pop di tutto il mondo.