L’interprete di Trump: un ottimo caso per sottolineare l’importanza della mimica facciale

Il caso dell’interprete di Trump ha puntato l’attenzione sull’importanza delle espressioni del viso e del corpo.

L'interprete di Trump: un ottimo caso per sottolineare l'importanza della mimica facciale

La comunicazione non verbale (CNV) è imprescindibile tanto quanto, se non più, il linguaggio verbale. Si esprime molto semplicemente muovendo un braccio e spesso ciò che si comunica col proprio corpo non rispecchia ciò che diciamo.

Il caso dell’interprete di Trump

Se stai a braccia conserte o con le gambe incrociate stai assumendo un atteggiamento di chiusura. Vi è mai capitato di sentirvelo dire? Vuol dire che non sei aperto alla discussione, al confronto, probabilmente non stai nemmeno ascoltando. Il linguaggio non verbale è uno dei capisaldi della comunicazione, forse più dell’uso della semantica. Alle volte diventa il mezzo principale per trasmettere un messaggio. Comunichiamo qualcosa a voce, pensando di inviare un determinato pensiero, ma il nostro atteggiamento rivela tutt’altro. Richiamo di mandare a monte la discussione, a volte forse una relazione e non ci accorgiamo di quanto le nostre espressioni o una stretta di mano influenzi l’andamento del dialogo. Chissà cosa deve aver pensato la ormai celebre interprete presente all’incontro Trump – Mattarella? Perplessità, confusione, forse anche un pelino di ribrezzo, ma proprio non è riuscita a trattenersi e a manifestare nell’unico modo in cui le era possibile, con la mimica facciale, ciò che pensava. Eppure che fosse ripresa lo sapeva benissimo, insomma stava seduta dietro il Presidente americano. Nemmeno fingere di prendere degli appunti l’ha salvata e ha sollevato quasi un vespaio più dell’incontro tra Capi di Stato. La comunicazione non verbale potrebbe essere definita come la trasmissione di contenuti senza l’uso della voce, ma attraverso tutto ciò che non è parola.

L'interprete di Trump: un ottimo caso per sottolineare l'importanza della mimica facciale

I 4 componenti della CNV

Quando si parla di linguaggio del corpo, di devono attenzionare quattro componenti che lo formano:

  1. Sistema paralinguistico
  2. Sistema cinesico
  3. Prossemica
  4. Aptica

Al sistema paralinguistico appartengono i suoni emessi durante l’emissione delle parole, a prescindere dal significato. Questi possono variare per tono, ritmo, frequenza e silenzio. Ad esempio, parlando al datore di lavoro tenderemo ad avere una frequenza di voce più bassa del normale; allo stesso modo parlare lentamente e inserire molte pause durante un discorso, lo renderà molto più solenne.

Il sistema cinesico si riferisce a tutti i movimenti del corpo. Proprio quelle azioni di cui si è resa inconsapevolmente protagonista l’interprete citata poc’anzi. Quindi rotazione degli occhi, mimica facciale, i gesti e la postura. Non tutte le espressioni del viso sono sotto il nostro controllo, come arrossire o impallidire ma per la maggior parte basterebbe un po’ più di autocontrollo.

La prossemica è la distanza che si tiene con l’interlocutore. Si possono distinguere quattro zone: intima (0-50 cm) solitamente la zona dei familiari stretti o del partner, zona personale (50 cm- 1m) quella riservata ad altre persone di famiglia, amici, colleghi, sociale è la zona che va da 1 a 3-4 m ed è quella in cui si interloquisce con persone poco conosciute o anche sconosciute, gli incontri sono di tipo formali e infine la zona pubblica è quella delle occasioni ufficiali, tipo comizi, conferenze, lezioni universitarie.

L’aptica è costituita dai messaggi espressi tramite contatto fisico, stretta di mano, abbraccio, pacca, batti cinque. Questa è la componente in cui le differenze culturali hanno più peso e noi italiani dovremmo ben saperlo. Tutti a prenderci in giro per la nostra “mania” di salutarci coi due baci sulla guancia quando per il resto del mondo questo è considerato un po’ troppo fisico.

Paul Ekman e il FACS

Elisabetta Savigni Ullman, livornese traduttrice ufficiale della Casa Bianca, docente all’Università del Maryland sarebbe stato un rilevante oggetto di studio per Paul Ekman. Ricercatore che ha concentrato il suo impegno proprio sullo studio della gestualità e soprattutto delle espressioni del viso.

“La voce non è tanto efficace quanto il volto nel dichiarare i sentimenti.”

Il Facial Action Coding System (FACS) è un sistema di codifica dai più grandi ai minimi segni facciali. Questo strumento permette di riconoscere ogni emozione provata dalla persona attraverso l’individuazione del gruppo muscolare in azione; individuare tracce di micro espressioni inibite o peggio simulate. Abbassare una sopracciglia o innalzarle entrambe, sorridere con la bocca tirata piuttosto che ridere sollevando gli angoli delle labbra possono assumere significati diametralmente opposti. Ogni Unità d’Azione (UA) muscolare evidenzia quanto tutto ciò che è di contorno alla parola, al linguaggio verbale dia un estremo peso a tutte le conversazioni.

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