Zenitsu Agatsuma, uno dei personaggi principali del manga “Demon Slayer”, mostra tutte le caratteristiche di un attaccamento insicuro: la forza del legame generazionale può modificare tale atteggiamento?
“Demon Slayer” (titolo originale: “Kimetsu no Yaiba”) è un manga shonen del 2016 scritto e disegnato da Koyoharu Gotoge, da cui è stato successivamente tratto un anime realizzato dallo studio Ufotable; entrambi approdati in Italia nel corso del 2019, hanno immediatamente riscontrato un grande successo di critica e pubblico.

A CACCIA DI DEMONI CON TANJIRO E NEZUKO
Ambientata durante il periodo Taisho, la vicenda vede protagonista Tanjiro, giovane primogenito della numerosa famiglia Kamado, che mantiene vendendo carbone nei villaggi limitrofi in seguito alla morte del padre; una sera, tornando verso casa, accetta l’invito di un anziano conoscente a fermarsi e trascorrere al riparo la notte, poiché il territorio di notte diventa terreno di caccia di un demone che si nutre di carne umana.
Tuttavia, giunto a casa il mattino seguente, il ragazzo fa una tragica scoperta: la sua intera famiglia è stata infatti sterminata proprio da quel demone, che ha inoltre infettato, causandone a sua volta la trasformazione nella stessa creatura, la sorella minore di Tanjiro, Nezuko, l’unica sopravvissuta al massacro.
L’incontro con uno degli Ammazzademoni, i cacciatori di demoni, spinge Tanjiro ad addestrarsi ed intraprendere lo stesso percorso, al fine di trovare una cura per Nezuko e vendicarsi del responsabile della morte della sua famiglia: Muzan Kibutsuji, il Primo Demone.

L’INSICUREZZA DI ZENITSU SPIEGATA DALLA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
Nel corso del suo viaggio, Tanjiro incontra diversi personaggi, alcuni dei quali si uniranno a lui: uno di essi è Zenitsu Agatsuma.
Zenitsu è, come Tanjiro, un Ammazzademoni, avendo completato con (più o meno) successo l’addestramento nella tecnica del Respiro del Fulmine e superato l’esame finale, eppure non sembra rispecchiare le caratteristiche tipiche di un cacciatore di demoni: Zenitsu è infatti estremamente insicuro, pavido ai limiti della codardia e catastrofista; manca totalmente di coraggio, ha bassissima autostima e fiducia nelle proprie capacità e si lascia prendere immediatamente e facilmente dallo sconforto, con reazioni emotive esplosive, chiassose ed eccessive; tende perciò a ricercare sicurezza e a fare affidamento sugli altri.
In seguito, veniamo a conoscenza di un dettaglio fondamentale per comprendere la personalità di Zenitsu: il ragazzo è orfano, avendo perso i genitori quando era ancora molto piccolo.
Secondo John Bowlby, autore della teoria dell’attacamento, sviluppata a partire dal 1951, i modelli di attaccamento sviluppati in età infantile organizzano l’intera esperienza con i caregiver, le figure di attaccamento, e da questa organizzazione dipende poi il modello di legami affettivi che l’individuo stabilisce durante tutta la sua vita: il comportamento di attaccamento e le modalità di relazione con l’Altro in età adulta sarebbero quindi un proseguo diretto del modello di attaccamento infantile.
Al fine di osservare e catalogare i diversi stili di attaccamento, Mary Ainsworth mise a punto uno strumento di valutazione, la strange situation, che permise di identificare tre stili di attaccamento infantile: uno stile di attaccamento sicuro, dove la risposta emotiva al ricongiungimento con il caregiver è di sollievo e conforto; uno stile di attaccamento insicuro-evitante, dove il ricongiungimento è caratterizzato da indifferenza; uno stile insicuro-ambivalente, nel quale il bambino ricerca vicinanza ma non ne trae adeguato sollievo.
Ad essi, nel 1986 Main e Solomon aggiunsero un quarto stile disorientato (o disorganizzato), caratterizzato da stati di paura, immobilità e disorientamento, che indicavano una generale mancanza di strategie comportamentali da parte del bambino.
Il pattern di caratteristiche di personalità e di comportamenti messo in atto da Zenitsu è tipico di uno stile di attaccamento infantile insicuro, più specificatamente insicuro-ambivalente, se non addirittura di uno stile disorganizzato: questo è osservabile soprattutto nelle modalità con cui il ragazzo reagisce alle separazioni e soprattutto ai ricongiungimenti, accolti con emotività incontrollata, esplosiva e fluttuante, e durante i quali lo spadaccino appare inconsolabile.
In seguito, Bartolomew e Horowitz hanno approfondito il tema dell’attaccamento, concentrandosi sull’individuo adulto e sulla relazione con l’Altro; i due ricercatori hanno così teorizzato quattro stili su due variabili dicotomiche, ovvero l’immagine (positiva o negativa) di sé e dell’altro.
Nello stile sicuro sia la visione di sé che dell’Altro è positiva, risultando in un funzionamento buono e adeguato e in un corretto insight; una visione negativa tanto di sé quanto dell’Altro è caratteristica di uno stile timoroso-evitante, nel quale il soggetto è ambivalente rispetto all’idea di relazioni intime, desiderandole e temendole allo stesso tempo, non fidandosi degli altri e non avendo fiducia in sé; nello stile distanziante-evitante, in virtù di una positiva immagine di sé e di una negativa per l’Altro, il soggetto si considera autosufficiente e indipendente è tale desidera rimanere: per questo motivo, evita rapporti intimi e tende a reprimere i propri sentimenti.
Lo stile ansioso-preoccupato, al contrario, è tipico di chi ha un’immagine di sé negativa in contrasto con un modello positivo dell’Altro: questo porta alla ricerca costante di approvazione da parte dell’Altro e di legami intimi e profondi, che rasentano tuttavia la dipendenza; l’opinione negativa di sé si traduce in una bassa autostima e mancanza di fiducia nelle proprie capacità, accompagnata da un’elevata emotività, con stati duraturi e persistenti di preoccupazione: facile, alla luce del profilo tracciato in precedenza, identificare in quest’ultimo stile proprio Zenitsu.
IL VALORE DELLE GENERAZIONI PRECEDENTI NEL MODELLO RELAZIONALE-SIMBOLICO
Nell’episodio 17, si scopre di più sul passato di Zenitsu: il ragazzo, orfano di entrambi i genitori in tenera età, fu allevato e contemporaneamente addestrato dal maestro Jigoro Kuwajima, ex Pilastro del Tuono del Corpo degli Ammazzademoni; Jigoro ha dunque cresciuto Zenitsu, andandosi a configurare come unica figura parentale di riferimento del ragazzo, che proprio in virtù di questo ruolo chiama affettuosamente l’anziano maestro “nonno” (in un rapporto che ricorda per molti versi quello tra il piccolo Goku e il “nonno” adottivo Son Gohan), pur non sussistendo alcun tipo di reale legame di parentela tra i due.
Jigoro è per Zenitsu una figura estremamente importante: resosi conto della fragilità e del temperamento del ragazzo, nonostante la vita difficile che attendeva il futuro Ammazzademoni, non ha mai cercato di cambiare il ragazzo imponendo uno stile educativo autoritario, quanto piuttosto di “accompagnare” il suo sviluppo, coltivando le virtù piuttosto che punendo e correggendo i difetti e le sue debolezze.
Jigoro è una figura parentale complessa, che riassume allo stesso tempo il ruolo e i compiti del genitore unico e del nonno, tanto negli aspetti di contenimento, tipici della figura paterna, quanto in quelli di sostegno, funzione culturalmente materna.
L’importanza e le potenzialità delle generazioni precedenti sono ben sottolineate nel Modello Relazionale-Simbolico, di Cigoli e Scabini, in particolare nel concetto di Cura, che fonda a sua volta quello di transfert generazionale, ritrovabile in tre diverse forme: il Trasmettere, tanto a livello genetico quanto a livello di beni materiali, il Tramandare, nella nominazione e nella tradizione di usi e valori, ed infine il Rinnovare, nell’arricchimento di ciò che si è ricevuto e che a sua volta verrà trasferito alla generazione successiva.
Jigoro non è un vero parente di Zenitsu, ma ha mantenuto a sue spese il ragazzo (Trasmettere), addestrandolo al Respiro del Fulmine, di cui l’anziano guerriero fu maestro (Tramandare) e che successivamente verrà ampliato ed arricchito con una nuova tecnica da Zenitsu stesso (Rinnovare).
Il legame tra Jigoro e Zenitsu è ulteriormente legittimato anche dagli aspetti, centrali nel Modello, di generatività familiare e del Generazionale dell’azione familiare, così come nel triangolo simbolico composto da Fiducia, Speranza e Giustizia che imposta la dinamica Dono-Debito (Dare, Ricevere e Ricambiare).
Zenitsu odia sé stesso e la sua debolezza, desidera cambiare, diventare forte e proteggere i più deboli: sente dunque la necessità di dover ripagare Jigoro, che ha riversato in lui le qualità simboliche di Speranza e di Fiducia, diventanto un Ammazzademoni di talento; la dinamica del Dono-Debito è sostenuta dalla “moneta di scambio” costituita dalle qualità simboliche, che produce così generatività familiare consolidando infine il legame generazionale.