Da poco si è insediato il nuovo Csm, l’organo superiore della magistratura del nostro Paese. Ma cos’è e a che cosa serve?
Recentemente si è insediato il nuovo assetto del Csm, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A questa cerimonia solenne, il Capo dello Stato ha ricordato il ruolo fondamentale svolto proprio da questo consesso: preservare l’indipendenza della magistratura. Ma non solo. Infatti, il suo contributo è stato fondamentale anche per superare sfide impensabili, come quella lanciataci dal Covid-19. Ma sappiamo veramente cos’è questo Csm? E perché il suo ruolo è così importante da ricevere tutti questi elogi dal Presidente?
Il Csm
Iniziamo dalle basi. Dietro alla sigla Csm sta in realtà il più altisonante nome di Consiglio Superiore della Magistratura. E’ considerato l’organo di autogoverno del terzo potere dello Stato, tutelante proprio la sua indipendenza e la sua autonomia. Viene istituito nel 1948 per contrastare l’azione dell’esecutivo, che avrebbe potuto sovrastarlo (come in epoca fascista), ma viene effettivamente creato solo nel 1959 ex art 104 Cost. Esso è formato, ad ora, da un totale di 27 membri. Due terzi sono magistrati (16), eletti da tutti i magistrati italiani attraverso un sistema elettorale maggioritario puro, mentre un terzo sono laici (8), eletti dal Parlamento in seduta comune, con maggioranza qualificata, fra professori in materie giuridiche e avvocati con almeno 15 anni di esperienza. In più, vi sono tre membri di diritto: il Presidente della Repubblica, che è anche Presidente del Csm, il Primo Presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione.
Il ruolo del Csm
Le funzioni che deve svolgere il Csm sono sancite dall’art. 105 Cost., anche se alcune se le è attribuite nel tempo, attraverso la prassi. Il Csm si occupa dello status dei magistrati italiani, iniziando dal concorso di magistratura, fino ad arrivare alla pensione. Inoltre, esso esprime pareri, su richiesta del ministro della Giustizia, su ddl riguardanti vari argomenti, anche se non sono vincolanti, e fa proposte di vario tipo in materia di giustizia. Il Csm può emanare norme di dettaglio, come circolari, risoluzioni e regolamenti, per eseguire specifiche disposizioni di legge; decide anche in merito alla responsabilità disciplinare dei magistrati. Influisce e supervisiona l’attività degli uffici giudiziari, fissa le linee programmatiche di indirizzo della formazione e del tirocinio della Scuola Superiore della Magistratura, promuove collegamenti con le magistrature d’altri Paesi e si attiva per tutelare l’indipendenza e l’autonomia dell’ordine.
L’indipendenza della magistratura
Affinché il magistrato possa svolgere al meglio il proprio mestiere, è fondamentale gli garantisca l’indipendenza, così da preservarne l’imparzialità e la terzietà. L’indipendenza della magistratura può essere esterna o interna. Quella esterna fa sì che i magistrati siano protetti dagli altri poteri dello Stato attraverso diverse misure: cesura fra potere legislativo, esecutivo e giudiziario, istituzione del Csm, stabilità e inamovibilità del magistrato, responsabilità dello stesso, incompatibilità e appartenenza a uno stesso corpo. Quella interna fa sì che il singolo magistrato sia tutelato da influenze intestine dello stesso corpo giudiziario, con strumenti tipo: assetto paritario della magistratura, ruolo dei dirigenti degli uffici giudiziari, il Csm, l’inamovibilità e la retribuzione dei magistrati e il precetto del giudice naturale precostituito per legge.