L’incendio scoppiato il 28 marzo nell’azienda chimica Kemi srl nella provincia di Novara ci porta a indagare come si gestisce un potenziale disastro dal punto di vista politico e mediatico.
Un terribile incendio, potenzialmente letale, non ha causato né morti, né feriti, né danni allo stato dell’aria. È il caso del rogo scoppiato all’interno dell’azienda chimica Kemi srl nella mattinata del 28 marzo che, fortunatamente, si è risolto dopo poche ore con le rassicurazioni degli esperti. Fra tutti, Jacopo Fogola, direttore dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (Arpa) Piemonte: “Le misure indicano valori al di sotto dei livelli considerati guida per l’esposizione pubblica alle sostanze pericolose aerotrasportare. I valori non si discostano dai normali valori di fondo”. L’emergenza pare quindi rientrata.
Il fatto
La fabbrica, con sede nella zona industriale del comune di San Pietro Mosezzo, in provincia di Novara, ha iniziato a bruciare alle 7.15. I primi soccorsi, arrivati tempestivamente sul posto, hanno evacuato le ditte circostanti la Kemi srl, cominciando proprio dai trenta operai che stavano per iniziare il turno di lavoro. Velocissimi nell’accorgersi del principio d’incendio, una di loro testimonia: “È un macello, è scoppiato tutto il capannone, è tutto bruciato”. Le autorità hanno intimato alla popolazione locale di chiudere porte e finestre e di non uscire dagli edifici se non strettamente necessario. Poi è seguita la messa in sicurezza degli abitanti nel raggio di 500 metri dalla fabbrica in fiamme.
La risoluzione
Nella tarda mattinata il rogo è stato domato, ha fatto sapere la polizia locale di Novara, grazie all’intervento dei vigili del fuoco di Novara e di diverse quadre di rinforzo provenienti dalle province vicine. Il grande quantitativo di schiumogeni utilizzato per spegnere l’incendio è stato fornito dall’aeronautica militare del vicino aeroporto di Cameri e da un’azienda vicina alla Kami srl, produttrice di estintori per roghi a rischio chimico. È stata anche annunciata la presenza sul posto di Arpa, Italgas e NovaraVCO per possibili problemi di inquinamento delle reti, oltre che la mobilitazione della Protezione Civile per aiutare la popolazione. La paura più grande, fortunatamente scongiurata nelle ultime ore, è quella della contaminazione dell’aria e dell’acqua con un quantitativo elevato di sostanze nocive per l’uomo, per la fauna e la flora del posto. La preoccupazione nasce soprattutto a causa dei prodotti che tratta la Kemi srl: solventi, vernici e coloranti industriali. A parte una colonna di fumo alta una cinquantina di metri, scomparsa dopo qualche ora, e qualche tombino saltato in aria in prossimità della ditta, non ci sono state conseguenze per la cittadinanza locale.
La gestione politica e mediatica
A rassicurare la popolazione, il sindaco di Novara Alessandro Canelli, con una diretta su Facebook dal luogo dell’incidente: “I punti di ricaduta della nube che si è ormai dissolta non hanno creato nessuno tipo di problema. Invitiamo ancora a tenere le finestre chiuse nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni, ma non ci sono rischi per la salute dei cittadini”. Un fulmine a ciel sereno, dato che la fabbrica non era nemmeno inserita nell’area a rischio di incidente rilevante, come testimonia il dirigente del servizio ambientale della Provincia di Novara, Davide Rebuffetti: “Il quantitativo di sostanze pericolose stoccate e la natura delle sostanze stesse non supera la soglia al di sopra della quale un impianto industriale rientra nel campo di applicazione della normativa”.