Leggere Harry Potter in latino e in greco antico può migliorare le proprie competenze linguistiche

Apprendere e insegnare le cosiddette lingue morte con Harry Potter attraverso il metodo ‘vivo’: quando l’utile si unisce al dilettevole.

Harrius Potter Copertine dei libri di Harry Potter in latino e greco antico (Amazon.com)

 

Da quando il latinista danese Hans Henning Ørberg ha lanciato il suo metodo, molto materiale è stato pubblicato. Nonostante alcune polemiche, è innegabile che un approccio come questo possa aiutare a studiare le lingue morte e addirittura a padroneggiarle.

Harry Potter Lego
Harry Potter versione lego sopra una pagina del suo libro in latino (legonium.com)

IL METODO NATURA

Ma di che cosa si tratta esattamente? Bene, il metodo Ørberg, più comunemente ‘metodo natura’ o ‘vivo’, è una modalità di apprendimento induttiva. In poche parole, al contrario dell’approccio grammaticale-deduttivo, l’attenzione e le energie dello studente sono rivolte ad un’esperienza pratica della lingua. Il possesso di una buona competenza grammaticale non è scoraggiato. Si modifica semplicemente il percorso da intraprendere per raggiungerlo. D’altra parte, per lo studio di lingue straniere, è vivamente consigliato fruire direttamente di contenuti in lingua originale (testi, serie tv, canzoni, film). Ebbene, anche le lingue classiche possono essere insegnate e apprese così. Nonostante le resistenze della scuola pubblica italiana, sono sempre più frequenti delle eccezioni. Inutile forse dire che altrove in Europa e nel mondo, il metodo natura va per la maggiore. E là fuori i docenti italiani possono frequentare degli specifici corsi di approfondimento.

LE TRADUZIONI DI HARRY POTTER

Questo lavoro così ambizioso e fuori dagli schemi proviene dal mondo anglosassone. Per l’editore Bloomsbury, gli studiosi Peter Needham e Andrew Wilson  hanno tradotto rispettivamente in latino e in greco antico i testi di J.K.Rowling. Le avventure del giovane mago che sono state ad oggi rese nelle lingue antiche sono il primo e il secondo capitolo della saga. Harry Potter e la Pietra Filosofale è diventato Harrius Potter et Philosophi Lapis in traduzione latina (2003), e Areios Poter kai e tou philosophou lithos (titolo traslitterato), in greco (2004). Mentre di Harry Potter e la camera dei segreti abbiamo solo la traduzione latina: Harrius Potter et camera secretorum (2007)Sul sito dell’editore e sugli altri store digitali sono acquistabili le copie delle edizioni più recenti.

UN ESPERIMENTO RIUSCITO

La scelta di intraprendere un lavoro del genere, per quanto possa sembrare bizzarra, è quanto mai azzeccata. Se ci si pensa bene, la Rowling, nel creare il suo mondo, ha sapientemente fuso elementi gotici con suggestioni classiche. Sicuramente si tratta di un mondo antico mediato dall’ambiente medievale, ma gli echi  del passato si possono ancora avvertire in vari elementi: primi fra tutti, gli incantesimi. Senza badare poi a figure mitiche di squisita derivazione greca come ad esempio il basilisco o la fenice.
Da un punto di vista strettamente linguistico poi, non devono essere state poche le difficoltà incontrate. Per quanto si possano inventare traduzioni di parole della contemporaneità, il loro utilizzo rimane il più delle volte arbitrario e fine a se stesso. Il risultato finale è invece divertente e stimolante. Questo, certo, solo se si accetta di leggere cose come Schola Hogvartensis nella lingua di Cicerone.

L’UTILITÀ DIDATTICA

Ma non è solo a scopo di intrattenimento che è utile avvicinarsi a questi testi sperimentali. I lavori di Needham e Wilson hanno molto di più da offrire. Il metodo natura di per sé può affievolire quel rifiuto da parte dello studente per la memorizzazione schematica di norme grammaticali. Se poi in più il docente ha a disposizione testi come questi, ecco che l’induzione è ancora più facilitata. Banalmente, gli studenti apprenderebbero molto di più con molta meno difficoltà. Con una parola: ottimizzazione. Ovviamente questo è solo un esempio: è possibile reperire senza troppe difficoltà materiali didattici del genere davvero interessanti. Per il bene degli studenti, è utile che i docenti non si chiudano troppo nei confronti di tutto questo. Con le dovute competenze linguistiche, potremmo tornare a godere consapevolmente delle meraviglie letterarie del nostro passato. E lo faremmo appropriandoci veramente di quelle lingue. Quasi per magia.

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