Le macchine possono avere una coscienza? “Lei” e la risposta del naturalismo con McDowell

Le macchine possono essere libere? Una questione che nasconde un dilemma profondo: in ballo c’è la nostra stessa libertà.

John McDowell

Ci troviamo nel futuro e la tecnologia è sempre più evoluta. Il livello è tale che Theodore, protagonista del film “Lei”, si innamora di una intelligenza artificiale appositamente programmata per fungere da partner. I sentimenti che prova questa macchina sono veri? Il tema della coscienza si scontra con quello del naturalismo. Vediamo la risposta di Mcdowell.

“Lei”: un amore inaspettato

Theodore è il protagonista di “Lei” (Her), film del 2013 diretto da Spike Jonze. Ci troviamo una decina d’anni nel futuro e la tecnologia è sempre più avanzata. Le relazioni umane sono spostate sempre più  dalla parte digitale e tutti comunicano usando una specie di auricolari. Theodor fa il particolare lavoro di scrivere lettere (anche d’amore) per conto di altri, ed è bravo nel farlo. Tuttavia, in seguito alla rottura con la sua ex moglie, fa fatica a gestire i suoi sentimenti e. tende alla depressione. Un giorno si trova ad avere a che fare con una novità tecnologica: un sistema operativo che si comporta proprio come un partner. Sebbene titubante all’inizio, finisce con l’innamorarsene. Possiede una voce incredibilmente reale che sente nel suo auricolare, e si chiama Samantha. 

Il dilemma della coscienza 

La loro relazione si sviluppa, e col tempo la stessa Samantha cresce di intelligenza e di capacità. È un qualcosa di reale e i sentimenti che prova sembrano sinceri. Questo è come si sviluppa il film, e la domanda che fa sorgere in noi è: Theodore ha a che fare con una macchina o con una coscienza? Dopotutto si tratta sempre di un computer. Rispondere è fondamentale: Samanta è un futuro che per noi è sempre più vicino e il fatto che una macchina possa essere oggetto delle nostre future relazioni amorose è una minaccia inquietante. È una realtà che prima o poi dovremo affrontare, entriamo quindi nel tema della coscienza. 

Umani: animali o qualcosa di più?

Possiamo vedere la coscienza come ciò che ci divide dagli animali, un qualcosa che ha a che fare con la libertà. Il fatto è che da un lato noi possiamo definirci naturali” come gli animali, dall’altro questa nostra libertà è vista da qualcuno come fuori dalla natura. Insomma, la coscienza è naturale o no? In questa questione, come vediamo, il concetto centrale è appunto quello di natura, e il fatto se la libertà sia naturale o no è ciò che divide i filosofi e le epoche. 

McDowell: il naturalismo e come superarlo

Tu pensi che noi umani siamo naturali come gli animali o che abbiamo un qualcosa in più? Probabilmente, visto che è la visione che sottende la nostra epoca, concepisci la coscienza come un qualcosa di più che naturale, un qualcosa che non può essere studiato dalla scienza. Questa posizione, filosoficamente, è assimilabile al naturalismo, e questo è ciò che tratta McDowell in “Mente e mondo” (1994). Il naturalismo è un modo di pensiero che raggiunge il suo culmine nel 900’ e il suo ideale è una estensione del metodo scientifico a tutti gli ambiti dell’umano, anche alla filosofia. Con il nuovo millennio questa posizione inizia a far sentire le sue contraddizioni e quello che vuole fare McDowell è superarla. 

Un dualismo di fondo

McDowell osserva che il naturalismo si basa su un dualismo di fondo: la distinzione di origine cartesiana tra ciò che è oggetto della scienza (la materia) e ciò che è proprio della nostra mente (Tra cui la libertà e la coscienza). La natura è inoltre identificata solo con il primo lato di questo dualismo, ovvero con ciò ciò che è oggetto della scienza. Nel momento in cui il naturalismo identifica la materia estesa con la natura noi, in quanto animali coscienti, siamo buttati fuori dalla natura. Come spiega la coscienza il naturalismo? Cerca in qualche modo di spiegare la libertà mediante le categorie della scienza. Il fatto è che questa cosa è impossibile. 

La coscienza è dentro la natura

Questo è un problema, ed è ciò che spinge McDowell a cercare una alternativa a questa concezione. La sua proposta è di annullare il dualismo di fondo con il concetto di seconda natura. La libertà modifica la nostra vita in un modo anch’esso naturale. Non siamo esseri magici e noi, insieme alla libertà, torniamo ad essere dentro la natura. 

Non siamo macchine: salviamo la libertà 

Quindi: una macchina può arrivare a pensare e essere libera? No, infatti ciò che contiene sono solo processi meccanici. Finché restiamo dentro il naturalismo, noi stessi facciamo la fine di una macchina. Questo è ciò che vogliamo? La libertà non può essere oggetto della scienza, ma allo stesso tempo deve restare dentro la natura. La strada giusta da seguire è forse quella tracciata da McDowell.

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